Cosenza, confermato il sequestro di tutti gli autovelox T-EXSPEED 2 non omologati
Il tribunale di Cosenza ha confermato il sequestro degli autovelox con postazioni fisse per il rilevamento della velocità T-EXSPEED 2 "sussiste il fumus dei reati"
COSENZA – Gli autovelox T-EXSPEED 2 restano sotto sequestro. “Sussiste il “fumus dei reati” ovvero sufficienti indizi di colpevolezza. Queste le motivazioni che hanno portato la sezione penale del riesame de motivo il tribunale di Cosenza a confermare la misura del sequestro di tutti gli autovelox a postazione T-EXSPEED v 2.0 prodotti dalla Società Kria, per il rilevamento della velocità sia media che puntuale, dislocate nel cosentino lungo la Statale 107, la Statale 106 e la SP 234. I rilevatori restano sotto sequestro, perché ritenuti irregolari per “mancata omologazione ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento“.
T-EXSPEED v 2.0: rigettata la richiesta di dissequestro
Il provvedimento di sequestro, da parte della polizia Stradale a fine luglio, era arrivato a seguito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Cosenza che, al termine di una complessa attività d’indagine, aveva accerto la NON legittimità del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con la strumentazione. Apparecchi approvati con decreti dirigenziali ma mai omologati come prevede la legge. Nell’indagine sono stati anche indagati anche i legali rappresentati della società abilitata alla commercializzazione degli autovelox anche in altre città d’Italia. Contro la decisione del Gip avevano proposto ricorso proprio i legali rappresentanti della commercializzazione degli autovelox. Richiesta rigettata dal Tribunale di Cosenza.
Mancata omologazione e non solo: rischio concreto di danno erariale
Gli accertamenti effettuati nell’indagine hanno consentito di appurare non solo la mancata omologazione ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento, elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate da tali sistemi, di proprietà di società private che vengono date in noleggio a enti locali, con il rischio concreto di danno erariale nel caso di ricorso da parte di utenti a cui spesso i giudici aditi riconoscono oltre l’annullamento del verbale anche il risarcimento delle spese. Il sequestro riguardava apparecchiature dislocate anche su tutto il territorio nazionale ed in particolare quelli presenti in vari comuni e città quali Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis.