Cosenza, la prima volta della “Calabria Orchestra” al Teatro Rendano: una sinfonia di emozioni
Diretta magistralmente dal maestro Checco Pallone, il concerto ha chiuso la decima edizione di Corti Cosenza. Il ricavato della serata alla Terra di Piero pera la realizzazione di progetti umanitari
COSENZA – di Gianfranco Forlino – È stata una grande serata di musica quella organizzata a chiusura della decima edizione di Corti Cosenza, la rassegna ideata da Teatro in note e diretta da Vera Segreti. Uno spettacolo di grande valore artistico, ricco di pathos. Forti emozioni sono emerse fin da subito, merito delle parole di Vera Segreti e Antonietta Cozza, delegata alla Cultura del Comune di Cosenza; ad accompagnarle sul proscenio, Sergio Crocco – perdonate il paragone calcistico, ma gli si addice perfettamente – centravanti de La Terra di Piero, beneficiaria dei proventi della serata, destinati alla realizzazione di progetti umanitari.
Per la prima volta, la Calabria Orchestra, diretta magistralmente dal maestro Checco Pallone, ha calcato il palcoscenico del Rendano e ha indiscutibilmente lasciato il segno. La nostra orchestra, che dal 2023 accompagna Max Gazzè nel progetto “Musicae loci” in tour per l’Italia, ha regalato ai tanti presenti un viaggio senza tempo, un abbraccio tra passato e presente, una sinfonia di emozioni che ha valicato il palco giungendo alla platea, raccontando di passioni, radici e tradizioni. Chitarre elettriche vibranti di modernità si sono intrecciate ai suoni ancestrali di corni e fiati, mentre voci calde e appassionate hanno accompagnato fisarmoniche e organetti in una danza scandita dal ritmo incalzante di tamburelli e percussioni che riportavano alla mente antiche cerimonie dal sapore mediterraneo.
La Calabria Orchestra, oltre alla sua dimensione musicale, trasmette un messaggio chiaro: condividere un’esperienza autentica, celebrare l’essenza di ciò che siamo e ciò che ci unisce, valorizzando lo spirito dei luoghi e del tempo, facendoli rivivere grazie alla forza universale della musica. A sipario calato la magia ancora aleggiava nell’aria, nel silenzio qualcuno intonava Ventu va’ portacello, a lu mio beni, oi riturnella, ventu va’ portacello, a lu mio beni…