COSENZA – E’ iniziato questa mattina in Corte d’Assise a Cosenza (giudice Paola Lucente) il processo nei confronti di Tiziana Mirabelli, 46 anni, reo confessa dell’omicidio del pensionato e suo vicino di casa, Rocco Gioffrè, avvenuto il 14 febbraio dello scorso anno, nella palazzina di via Montegrappa dove i due abitavano. Mirabelli, attualmente ristretta ai domiciliari ( misura confermata nei giorni scorsi), difesa dall’avvocato Cristian Cristiano è comparsa davanti ai giudici. In aula anche le parti civili ovvero i 3 figli della vittima.
Tiziana Mirabelli è chiamata a rispondere di omicidio aggravato e rapina aggravata e rischia la condanna all’ergastolo. La rapina è al centro dell’accusa sostenuta in aula dalla pm D’Andrea ed in particolare l’aver sottratto circa 1.800 euro alla vittima, Rocco Gioffré di 78 anni, ucciso con 41 coltellate il 14 febbraio 2023. Tiziana Mirabelli si costituì ai carabinieri di Cosenza 5 giorni dopo, il 19 febbraio, raccontando ai militari della caserma Grippo di essersi difesa da un’aggressione a sfondo sessuale. I familiari di Gioffré sono rappresentati invece, dall’avvocato Francesco Gelsomino.
L’udienza di oggi
Stamattina sono state discusse le questioni preliminari e la difesa dell’imputata, ha richiesto l’escussione della stessa, dei testimoni e l’acquisizione di alcune prove documentali. Tra queste, il video con le immagini della videosorveglianza il cui sistema era attivo nell’abitazione della vittima, ed in particolare i filmati del 14 febbraio poco prima delle 7 del mattino. Si intende accertare se l’imputata abbia fatto accesso alla cassaforte del Gioffré sottraendo la somma di denaro. “Abbiamo la necessità di visionare le immagini e di acquisire anche una nota stampa trasmessa ad una testata giornalistica”. Dalle immagini, ha spiegato l’avvocato “non emerge nulla di tutto questo”. Per questo motivo l’avvocato Cristiano, ha chiesto l’acquisizione di tutti gli accertamenti irripetibili svolti, con particolare attenzione rivolta ai rilievi effettuati sulla cassaforte di Gioffrè che “hanno dato esito negativo” circa la presenza di “tracce ematiche della Mirabelli“. L’avvocato ha richiesto anche di acquisire le chat (messaggi scambiati tra Mirabelli e Gioffrè) nei giorni precedenti il delitto e la documentazione relativa alla decisione con la quale la Cassazione, ha respinto il ricorso della procura di Cosenza relativamente alla scarcerazione di Mirabelli.
La denuncia di furto
Tiziana Mirabelli sarebbe stata costretta a denunciare il furto dalla sua abitazione di un cofanetto, una scatola di cui non è stato rivelato il contenuto e di un televisore che sarebbe sparito dalla sua camera da letto. Tutte le prove sono state ammesse e il pm dovrà comporre il fascicolo. Tutto tranne il comunicato stampa diffuso. L’imputata è stata inviata a rendere dichiarazioni spontanee ed il processo è stato aggiornato al 10 aprile prossimo.