Cosenza, presidio davanti l’Asp per Serafino Congi «non può esistere una comunità senza sanità»

Si è svolto nel pomeriggio un presidio di protesta davanti l'Asp di Cosenza organizzato dal Comitato Si(la) Salute Bene Comune. Una delegazione ha incontrato il direttore generale dell'Asp di Cosenza Antonio Graziano che ha assicurato il massimo impegno

COSENZA – Nel trigesimo della morte di Serafino Congi, si è svolto un presidio davanti l’Asp di Cosenza. “Pretendiamo giustizia, pretendiamo risposte immediate, perché se Serafino quel giorno avesse avuto qualche possibilità di sopravvivere, sicuramente gli è stata negata con l’assenza di interventi immediati. Vogliamo fatti, non promesse“. L’uomo, 48 anni, padre di due bambine, dopo oltre tre ore di attesa al Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore, a causa dall’assenza di un medico a bordo dell’ambulanza, è deceduto durante il trasferimento verso l’ospedale di Cosenza.

Giustizia per Serafino Congi, la sanità è un diritto

“Siamo qui per chiedere giustizia per la morte di Serafino Congi ma siamo qui per ribadire che la sanità deve essere di tutti – ha detto Giovanni Veltri del Comitato Si(la) Salute Bene Comune. La sanità deve essere al primo posto, perchè non può esistere una comunità senza sanità. Come comitato chiediamo all’Amministrazione Comunale di San Giovanni in Fiore e alla sindaca Succurrro di darsi da fare. Le bugie e le favole non servono a niente, così come non serve un barattolo di vernice per segnalare una piazzola di atterraggio per l’elisoccorso. Serve un centro di emergenza-urgenza non solo per San Giovanni in Fiore ma per tutti i centri limitrofi“. Una delegazione ha poi incontrato il direttore generale dell’Asp di Cosenza Antonio Graziano che ha assicurato il massimo impegno.

Protesta Asp Congi2

Baldino (M5S): “A 30 giorni dalla morte non ci sono risposte”

Non ci sono risposte apprezzabili a un mese dalla tragica morte di Serafino Congi, che avrebbe potuto essere evitata se la sanità calabrese non fosse stata a terra. San Giovanni in Fiore e le altre aree montane della Calabria continuano a essere abbandonate dalla Regione e dal governo. L’emergenza-urgenza resta al collasso e i numeri di San Giovanni in Fiore parlano chiaro: nel 118 ci sono solo due medici su una pianta organica di 12, con uno di loro vicino alla pensione. Quando anche quest’ultimo andrà via, che cosa accadrà? Ci diranno che non ci sono soluzioni, che bisognerà aspettare nuovi bandi”. così in una nota la deputata M5S Vittoria Baldino.

Gli anestesisti oggi disponibili sono pagati a prestazione, una soluzione tampone che regge finché ci sono soldi, ma che rischia di crollare da un momento all’altro. Il cardiologo? Una cittadina di 16000 abitanti è senza cardiologo all’ospedale e da più di un mese nemmeno all’ambulatorio.  Qualcuno l’ha promesso, ma a San Giovanni in Fiore non arriva. Intanto l’elisoccorso notturno non c’è. È grave, si lascia un intero territorio privo di un servizio essenziale. Qual è la risposta delle istituzioni al grande bisogno di sanità? Un bando di concorso per il primario di Medicina, in modo da accontentare una comunità sconvolta e dire di risollevare i servizi sanitari locali”.

“È troppo poco, l’ospedale di San Giovanni in Fiore va riempito di reparti e personale. Nelle zone di montagna i pazienti vanno curati sul posto, perché trasferirli non è sempre possibile. Per questo bisogna cambiare la normativa e servono risorse in più, come abbiamo già detto al governo. La tragica morte di Serafino Congi potrebbe rappresentare per Regione e governo un cambio di passo sulla sanità nella montagna calabrese. Invece ancora nulla. Siamo solo davanti all’ennesima dimostrazione che per il governo regionale e nazionale la sanità è un problema da ignorare. E, mentre gli specialisti rimasti sono sempre meno, a crescere è la sanità privata. Quello che resta della tragica morte di Congi è che in Calabria, e nelle aree montane soprattutto, la sanità più che essere un diritto è un lusso per pochi”.

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