Cosenza, Processo Reset: aule del tribunale non protette o scontro tra la magistratura?
Nelle altre città della Calabria i processi di mafia vengono celebrati nei Palazzi di Giustizia ma non in quello di Cosenza. Per quanto riguarda Reset, le aule del Tribunale non sono protette. Ma è davvero così?
COSENZA – Il processo Reset, causa indisponibilità dell’aula bunker di Lamezia Terme, si sta celebrando nell’aula bunker di Castrovillari, bypassando il Tribunale di Cosenza, perché per il presidente del Tribunale bruzio, con una lettere scritta, contrariamente al procuratore generale e alla presidente della Corte di Appello di Catanzaro, non ci sarebbero aule protette.
Una decisione che non convince agli avvocati penalisti cosentini e il Consiglio dell’Ordine degli avvocati bruzio. Tant’è che in una conferenza stampa, in modo deciso e determinato, hanno esposto le loro ragioni. Il presidente della Camera Penale, l’avvocato Roberto Le Pera, durante il suo intervento ha posto una serie di domande, sollevando una serie di dubbi, due su tutti: perché nelle altre città della Calabria i processi di mafia vengono celebrati nei Palazzi di Giustizia e come mai in quello di Cosenza, nonostante vengano celebrati altri processi simili, per quanto riguarda Reset, le aule del Tribunale di Cosenza non sono protette?
Un processo che l’ex procuratore della DDA, Nicola Gratteri ha voluto che si tenesse nell’aula bunker di Lamezia Terme, una struttura costruita in tempi record, costata ben 6 milioni di euro, ed ora inagibile a causa di alcune infiltrazioni di acqua, e dove non ci sarebbero, come qualcuno sostiene, numerosi requisiti di sicurezza visto e considerato che era stata edificata per ospitare uno dei maxiprocessi di ndrangheta più imponenti della nostra regione, Rinascita Scott, con 325 imputati e 400 capi di imputazione.
Insomma, una questione dalla quale emergerebbe anche una contrapposizione all’interno dello stesso corpo della magistratura, con una parte che si esprime in modo favorevole alla celebrazione dei processi a Cosenza, l’atra invece contraria, ricorrendo al fatto che le aule non sarebbero protette. E per capirlo non bisogna attendere molto perché a breve inizierà un altro maxi processo, Recovery, scaturito sempre da una maxi operazione della DDA di Catanzaro nel settembre del 2022. E qui qualcuno ha addirittura azzardato che potrebbe svolgersi a Napoli.