Cosenza: violenza domestica, il lato ‘umano’ della Polizia «empatia e senso di responsabilità»

Due storie di maltrattamenti a Cosenza raccontate dalla d.ssa Martire, funzionario della Questura bruzia "nessuna vittima sarà mai giudicata. Agiamo con grande senso di responsabilità anche verso i minori"

COSENZA – Raccontare la cronaca ogni giorno e scrivere di violenza domestica, arresti, allontanamenti e misure cautelari a volte non restituisce il vero valore di chi, ogni giorno, lavora per garantire sicurezza, soprattutto alle donne vittime di soprusi o maltrattamenti. Per questo siamo andati dentro l’argomento, fin dentro la Questura per parlare con chi coordina e interviene: uomini e donne della Polizia di Stato che si occupano di casi di questo genere. Uno dei nodi principali, nel momento in cui si consuma un reato come quello dei maltrattamenti in famiglia e delle violenze domestiche, è la necessità di considerare la vittima da un punto di vista umano. Compassione ed empatia sono fondamentali nell’affrontare, seppure indossando una divisa, alcune dinamiche che riguardano vittime e maltrattanti.

Nelle parole della d.ssa Roberta Martire, che dal 3 aprile scorso ricopre il ruolo di Dirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e di vice questore aggiunto alla Questura di Cosenza, troviamo tutto questo. Con lei parliamo di due interventi in particolare, due storie molto diverse, che riguardano donne, figli, famiglie. Nel suo racconto spunta anche la commozione, una caratteristica che non restituisce debolezza, ma al contrario fa emergere quanto sia importante e come sia cambiato nel tempo, il rapporto tra Polizia e cittadini, verso i quali lei stessa, avverte un grande senso di responsabilità.

Violenza domestica: rapidità e attenzione ai dettagli forniti

“L’intervento può partire dalla segnalazione della stessa persona offesa ma anche da chi assiste al maltrattamento, come vicini o figli. Per ogni chiamata che arriva alla sala operativa sono previste alcune domande, standardizzate, mirate, che possono risultare molto utili a chi dovrà intervenire in quanto si procederà diversamente proprio in base ai dettagli forniti dall’interlocutore (presenza di armi o oggetti contundenti, stato psicofisico del maltrattante…). Tali elementi consentono all’operatore di intervenire preparato. In questo ambito – spiega la d.ssa Martire – sono stati fatti grandi passi in avanti. Ad esempio tra gli applicativi c’è “Scudo“, una banca dati interforze che ci consente di consultare informazioni utili e capire anche se ci sono stati episodi pregressi. Nel caso del maltrattamento essendo un reato a carattere perdurante ed una sola condotta non integra il reato, il fatto di avere di precedenti interventi può consentire di procedere ad un arresto in flagranza. Oppure di sapere se la persona è armata, che tipo di lavoro fa, anche a tutela dell’incolumità dell’operatore stesso“.

Il caso: “l’acqua bollente sul fuoco e la minaccia di buttargliela addosso”

Il primo caso di violenza domestica di ci parla riguarda un uomo di 39 anni, che è stato poi arrestato e al quale è stato applicato il braccialetto elettronico, il divieto di avvicinamento alla persona offesa e di allontanamento dalla casa familiare. In tal caso è stata la figlia della vittima ad allertare la polizia giudiziaria nel corso di una lite, l’ennesima. “Era passata da poco mezzanotte e il personale di una squadra Volante appena entrato in servizio, viene contattato dalla sala operativa che segnala una lite, in cui un uomo stava minacciando di morte la moglie. Localizzata la telefonata dalla sala operativa e comparso il numero della richiedente, la squadra si è diretta sul posto. Ma la telefonata era stata molto veloce, fugace, con poche informazioni. Ricontattato il numero, purtroppo il cellulare risultava spento. Aumentando di fatto il rischio percepito la sala operativa richiedeva un intervento rapido. Arrivati sul posto ma non riuscendo a capire quale fosse l’appartamento, hanno provato a citofonare ai vari condomini ma nessuno apriva. Alla fine ad avvisarci è stata la figlia della vittima, una ragazza di 22 anni, che forse per paura di essere scoperta dal padre, ha notato la luce blu della Volante dal balcone, e senza parlare ma sbracciandosi ha indicato l’appartamento in cui si trovava ai poliziotti. Mi vengono i brividi solo a raccontarlo“.

“Nelle ore precedenti la coppia era stata fuori a cena, e lui aveva alzato il gomito per cui rientrando a casa, ha iniziato a proferire frasi umilianti e molto offensive nei confronti della moglie. Oltre a ciò, ha iniziato a minacciarla provocandole con la parte seghettata di una chiave un evidente graffio sulla schiena, e causandole una profonda escoriazione. Lei aveva il timore che tutto potesse evolversi in maniera più cruenta visto che, tali episodi, andavano avanti dal 2017 e solo nel 2020, aveva trovato il coraggio di denunciare. Nelle liti pregresse, lui l’aveva anche minacciata con una mannaia da cucina che la donna avrebbe nascosto sotto il divano, dove poi i poliziotti l’hanno effettivamente rinvenuta. Perchè ci vuole coraggio a denunciare questo tipo di atti – sottolinea la dirigente“. Tornando all’intervento, la donna spaventata prende il telefono e si rifugia sul balcone ma nel frattempo lui, mette sul fuoco una pentola di acqua per portarla ad ebollizione con il chiaro intento di gettargliela addosso. Lei approfitta di questo momento e chiama la Polizia, in pochissimi minuti ci segnala di trovarsi in pericolo. Il marito però la raggiunge, le prende il telefono e la porta in camera da letto mettendole una mano sulla bocca al fine di non farla urlare e chiedere aiuto. In casa c’erano i due figli, la ragazza di 22 anni e un altro figlio anche lui maggiorenne.

Quando la figlia ci indica l’appartamento è lei stessa ad aprirci la porta. Il personale operante trova la donna nella camera da letto con il marito e lui (questa è una cosa che avviene spesso) diventa persino collaborativo comportandosi come se nulla fosse accaduto. Negli occhi della vittima invece, abbiamo letto la paura. In quel momento cerchiamo di dare lo spazio giusto anche allo stato d’animo della persona coinvolta per evitare una vittimizzazione secondaria. Lui, portato in Questura, dopo gli adempimenti di rito è stato dapprima condotto in carcere e in sede di convalida gli sono state applicate il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico che consente di geolocalizzare l’autore di maltrattamenti (la cui violazione di queste misure è penalmente rilevante)”.

“Negli occhi di quella donna e di sua figlia che si sono presentate in Questura, non c’era più disperazione o paura di dover tornare a casa e trovare quell’uomo, ma una sorta di sollievo. “Da operatrice posso dire che la difficoltà che si ha in casi come questi, è sentire la responsabilità della vita di qualcuno e di doversi occupare e preoccupare di quella persona, cercando di dare anche un messaggio di speranza. E’ difficile calarsi nella parte di chi subisce atti che, per quanto mi riguarda, sono certamente ben lontani da come dovrebbe essere un rapporto, quindi è difficile entrare nei loro silenzi, nelle reticenze. Da donna, davanti a questo tipi di episodi ovvero i maltrattamenti, ci sente maggiormente responsabili”.

Strappa il figlio di 3 anni alla madre e si allontana in auto

La d.ssa Roberta Martire si dice orgogliosa di svolgere il proprio incarico nella sua città e di poter trasmettere questo animo anche a chi lavora insieme a lei. Nel mentre, ci racconta di un altro intervento di violenza domestica, due volte nello stesso giorno su due turni di Volante diversi. La chiamata stavolta arriva da una ragazza di 24 anni, la quale riferisce che il marito, disoccupato, si era allontanato a bordo della propria autovettura portando con sè il figlio di 3 anni, indicando che lo stesso era in stato di alterazione psicofisica ed esprimendo preoccupazione in quanto a conoscenza che era senza patente”.

“La Volante lo rintraccia: era alla guida con il figlio in braccio. All’atto del controllo si è anche mostrato collaborativo ma gli uomini della Volante, passato il nominativo in terminale hanno rilevato che, nell’ultimo biennio, era stato già segnalato per guida senza patente e così viene portato in Questura per gli adempimenti di rito. Nel frattempo, avvertita la moglie, le viene riaffidato non solo il figlio ma anche la vettura. Ed è qui che lei inizia a raccontare gli atteggiamenti del compagno nei suoi confronti di tipo vessatorio, offensivo. Ai poliziotti manifesta l’intenzione di volersi recare dalla madre e così va a casa a prendere le sue cose e sceglie di andare dai genitori. Lui, nel frattempo le intima “tanto non finisce qui, mi vengo a riprendere la macchina…” e una volta uscito dalla Questura si reca sotto casa della suocera e infrange il vetro del parabrezza salendovi sopra e prendendolo a calci. Lei richiama gli operatori, racconta il suo disagio e in Questura formalizza la querela nei confronti del marito. La ragazza è stata sentita anche il giorno dopo, così come la mamma. Questa attività si è conclusa con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere”.

Il Codice Rosso: “ogni persona è unica”

“E’ una sorta di pacchetto di intervento molto importante soprattutto perchè incide sulla tempistica (3 giorni); Si sviluppa subito un’attività di indagine che diventa molto più efficace se arrivano quanti più elementi possibili per ricostruire il caso (accessi al pronto soccorso, persone informate sui fatti, messaggi, frequenza degli episodi). E’ una corsia preferenziale per arrivare alla misura più idonea (divieto di avvicinamento, arresto, braccialetto elettronico). Per le violenze e i maltrattamenti, così come invece accade per la droga, non ci sono differenze ‘sociali’ o di area geografica ma sostanzialmente possono essere tracciati dei profili dell’uomo maltrattante che possono essere legati ad esempio alla mancanza di lavoro o all’imminente processo di separazione. Ogni storia va presa per la sua unicità.

Il lato umano “nessuno viene lasciato solo o giudicato”

“Il messaggio che mi sento di lanciare, da operatrice di polizia, è alle donne che hanno coraggio di denunciare: se anche dovessero ritrattare potranno sempre contare su di noi, nessuno le giudicherà, non perdono di credibilità. Noi ascolteremo e interverremo sempre senza giudizio. Donne e uomini della Polizia non si rivolgeranno mai alle vittime in termini di giudizio altrimenti falliremmo perché ognuna ha una storia da raccontare. E anche a quelle donne che spesso denunciano ma poi decidono di fare un passo indietro è importante far capire che, se vorranno, potranno rivolgersi sempre alla Polizia e non saranno mai giudicate”.

I dati della Questura sui casi di violenza domestica

“In questo mio breve periodo in servizio a Cosenza, anche con l’ausilio dei colleghi dell’anticrimine abbiamo estrapolato dei numeri dalla banca dati dal 1° gennaio al 1° giugno 2023 e lo stesso periodo di riferimento del 2024, per capire l’andamento di questo fenomeno criminale e dei reati di genere. Sono risultate invariate le denunce per maltrattamenti in famiglia o verso bambini (18 in entrambi gli anni di riferimento); è triplicato il numero degli ammonimenti effettuati (da 17 nel 2023 a 50 nel 2024). “Sono sensibilmente diminuite le denunce per stalking e atti persecutori, da 21 a 5, e per minaccia sono passate da 46 nel 2023 a 29 nel 2024. I dati dell’ammonimento sono molto importanti perché rappresentano una sorta di “tutela anticipata”, di diffida all’ammonito a comportarsi secondo le regole ed evitare di avere condotte che potrebbero portare a conseguenze penalmente rilevabili. L’ammonito in caso di violenza domestica inoltre, viene messo al corrente della possibilità di intraprendere un percorso di recupero psicologico, e questo molto spesso consente di far diminuire i casi di recidiva”.

- Pubblicità sky-

Ultimi Articoli

Turismo-Calabria_Tavernise_Comito.

Battaglia sul turismo, Tavernise: «è in calo». La replica di Comito: «con Occhiuto +7,1%»

COSENZA - Battaglia a suon di note stampa sul turismo in Calabria. E' in calo o in aumento? Un dilemma che si riaccende in...
taser-carabinieri

Litiga con i genitori e li minaccia con un’accetta, bloccato grazie al taser

SANT'ONOFRIO (VV) - Ha litigato con i genitori ed in preda all'ira è uscito, ha preso un'accetta e si è diretto verso la coppia...

Cosenza: decine di misure contro soggetti socialmente pericolosi, per violenze domestiche e atti persecutori

COSENZA - Il Questore della di Provincia di Cosenza, dott. Giuseppe Cannizzaro, nell’ambito delle attività finalizzate alla prevenzione dei reati e delle condotte socialmente...
Polizia

Controlli nella “Movida urbana” di Corigliano-Rossano. Sanzionati locali e identificate 190 persone

CORIGLIANO-ROSSANO - Continua l’azione di controllo straordinario del territorio nell’intera provincia di Cosenza, atta a contrastare il fenomeno della cosiddetta “movida urbana” e dell’abusivismo...
Guardia-di-finanza-Cosenza

La Guardia di Finanza celebra i 250 anni a Cosenza: «rigore morale e competenze»

COSENZA - C'erano numerose autorità e fra loro il prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella ai festeggiamenti tenuti a Cosenza relativi ai 250 anni dalla...

Social

80,052FansMi piace
3,585FollowerSegui
2,768FollowerSegui
2,040IscrittiIscriviti

Correlati

Categorie

Leggi ancora

Unical: giovani talenti in mostra al DAM, con il progetto “Alter”

RENDE - "Mi piacerebbe continuare questo percorso e poterlo trasformare in futuro in un lavoro". Ha raggiunto il suo obiettivo l’associazione Entropia APS, che...

Omicidio Gioffrè: il corpo “avvolto e non coperto”. Mirabelli chiede di...

COSENZA - Nuova udienza questa mattina in Corte d'Assise a Cosenza per l'omicidio di Rocco Gioffrè, (i cui familiari i figli Francesca, Giovanna e...

Processo Mirabelli, i video precedenti l’omicidio di Gioffrè “dormiva con un’ascia...

COSENZA - Nuova udienza oggi in Corte d'Assise a Cosenza del processo per l'omicidio di Rocco Gioffrè, 75 anni, ucciso con quaranta coltellate in...

Cosenza: uccise il vicino di casa, le chat tra Tiziana Mirabelli...

COSENZA - Udienza questa mattina in Corte d'Assise a Cosenza, del processo per l'omicidio di Rocco Gioffrè, pensionato di 75 anni, ucciso con oltre...

Centro protesi Inail Lamezia: un’eccellenza per restituire una nuova vita dopo...

LAMEZIA TERME - Il mondo della disabilità comprende anche i pazienti sottoposti ad amputazione, sia per asportazione chirurgica che in caso di perdita accidentale...

‘Ndrangheta, concessi i domiciliari all’avvocata Bagalà: era in carcere da oltre...

AOSTA - Il tribunale di Lamezia Terme ha disposto nei giorni scorsi la scarcerazione dell'avvocata Maria Rita Bagalà, concedendole gli arresti domiciliari presso la...