Fondi per creare lavoro, 220 corsi per 5.500 disoccupati. Protesta dal Prefetto di Cosenza: “A cosa servono?”

L’assessore Roccisano non si è presentata all’incontro mentre i disoccupati dopo aver illustrato le drammatiche condizioni economiche in cui vivono e l’urgenza di creare posti di lavoro hanno fatto notare che le loro proposte sono state ignorate. E hanno ripresentato i progetti.

 

COSENZA – Il Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso, assieme al sindaco del Comune di San Giovanni in Fiore e alla Regione rappresentata dall’architetto Cuomo in sostituzione dell’assessore Federica Roccisano che ha disertato l’incontro, è stato ricevuto dal Prefetto di Cosenza ieri pomeriggio. L’obiettivo era quello di discutere della situazione dei disoccupati e dell’urgenza di creare posti di lavoro. Il Comitato infatti è convinto che i bandi pubblici per pochi corsi di formazione, senza nessuna reale prospettiva lavorativa dopo i 6 mesi di corsi, non rispondono affatto al gravissimo problema della disoccupazione a San Giovanni in Fiore e in Calabria. Anzi. Rischiano solo di mascherare le statistiche ufficiali della disoccupazione e del sotto-impiego. Nel corso dell’incontro un gruppo di membri del Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso mentre la delegazione era a colloquio con il Prefetto ha fatto volantinaggio davanti alla Prefettura.

 

“Questo incontro – dichiara uno dei delegati del Comitato – ci ha permesso di spiegare che il processo virtuoso lanciato durante l’incontro alla prefettura il 17 marzo scorzo per creare lavoro dignitoso, attivando i progetti proposti dal nostro Comitato, è stato deviato. La Regione ed il Comune hanno optato per un bando pubblico destinato a 230 corsi di formazione che non rispondono affatto alle domande dei membri del Comitato e neanche a quelle delle oltre 5500 domande potenziali di impiego nella nostra Città. Il Comitato ha anche sollevato la questione delle più o meno 80 persone percettori di ammortizzatori sociali in deroga che non sono state pagate da due anni a parte pochi mesi. Come sappiamo, al 1 gennaio 2017, la mobilità in deroga non esisterà più mentre la nomenclatura attuale del lavoro e degli ammortizzatori sociali (Jobs Act, Naspi ecc.) non prevede alcun tipo di sussidio per queste persone. Una norma fatta proprio per escludere gli aventi diritto. Il SIA infatti non ha fondi sufficienti neanche per tutelare chi è in stato di povertà assoluta, e l’ISE – il Social act aggiunto al Jobs Act – prevede soglie irrealistiche, cioè 3000.00 euro annui di reddito e 5000.00 immobiliari per nucleo familiare beneficiario.

 

Sopra queste soglie non si hanno più diritti. Questa nomenclatura favorisce de facto il lavoro nero e l’esplosione dei voucher in modo da massaggiare le statistiche ufficiali della disoccupazione. Al termine dell’incontro il Prefetto ha appoggiato la nostra richiesta per l’attivazione di un tavolo tecnico permanente per discutere in modo concreto di creazione di posti lavoro, cioè partendo dai 7 progetti presentati dal nostro Comitato. I progetti presentati dal Comitato possono essere rapidamente presi incarica dagli Enti pubblici esistenti o da cooperative pubbliche create con questo scopo in modo da potere attingere ai fondi europei grazie all’apposito co-financiamento di 25% o 50% secondo i casi. Sembra però che ci sia un blocco ideologico alla Regione sulla questionee dei necessari interventi pubblici. Il nostro Comitato è aperto a forme di partnership col settore privato, ma insite sul fatto che non si può pretendere che disoccupati, spesso di lungo termine, possano avanzare il co-finanziamento per attingere ai fondi agricoli regionali o ai fondi europei. San Giovanni in Fiore è situata in una zona montana può dunque fare valere l’Articolo 44 della Costituzione; ma anche l’articolo 107 del Trattato di funzionamento della UE, il quale prevede delle eccezioni alla libera concorrenza, incluso per ragioni di forte disparità regionale o di alti tassi di disoccupazione”.

 

DI SEGUITO I SETTE PROGETTI PRESENTATI

DAL COMITATO CITTADINO PER IL LAVORO DIGNITOSO AL PREFETTO

 

Primo Progetto: Fondi europei per lo sviluppo di una fattoria sperimentale basata su coltivazioni biologiche montane. (Punto 3a della proposta protocollata)

Premesse: a) l’agricoltura bio e il slow food costituiscono parti fondamentali dell’agricoltura e dell’industria agroalimentare specificamente italiane. b) l’introduzione in Sila del « grano mosca » e ancora prima della patata dimostrano l’importanza vitale di questi esperimenti riusciti per il nostro territorio

  1. Obbiettivo:
  2. In collaborazione con un reparto universitario di agronomia calabrese, sviluppare un’agricoltura e una silvicoltura biologica sostenibile nel contesto silano mirata a:
  3. – Salvare e riscoprire il patrimonio agricolo della Sila: piante e frutta autoctone.
  4. – studiare l’adattamento di nuove piante non geneticamente modificate in modo da sviluppare nuove nicchie per il mercato interno e esterno.
  5. – creare strada facendo delle squadre di nuovi ricercatori ed operai specializzati nell’agricoltura montana mirando anche a nuovi marchi protetti ed a nuovi brevetti.
  6. – diffondere le conoscenze, le semenze e le tecniche sviluppate presso i nostri contadini ed i nostri agricoltori.
  7. Durata del progetto a lungo termine da finanziare con fondi europei: 3 anni
  8. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento.
  9. – 25 000 euro. Acquisto o locazione delle terre municipali necessarie. Queste verranno scelte nelle terre non ancora designate come terre agricole di prima qualità. Verano perciò bonificate secondo i criteri biologici mettendo in campo i metodi di bonifica adatti e lo studio delle rotazioni.
  10. – 100 000 euro: costruzione di un capannone, serre ecc. incluso ufficio con Pc e strumenti di ricerca di terreno.
  11. – 25 000 euro. Macchinari, piante, semenze e attrezzi vari.
  12. – 255 000 euro spalmati nel modo seguente: 75 000 euro: partecipazione regolare per 3 anni di un dottore in agronomia presso un’università calabrese; 30 000 euro: partecipazione triennale di tre dottorandi in agricoltura bio di montagna. 150 000 euro: impiego triennale di 5 operai agricoli. Le some corrispondono ad un contratto di lavoro triennale incluso tutti i benefici sociali.
  13. Business Plan: La Fattoria Sperimentale opererà in stretta collaborazione con la Coldiretti in modo da potere rapidamente vendere i suoi prodotti sul mercato locale mentre si svilupperanno le nicchie più adatte per l’esporto.
  14. Totale richiesto: 455 000 euro incluso il co-finanziamento.

 

 

Secondo Progetto: Riscoprire i sentieri di Gioacchino da Fiore in chiave turistico/culturale.

Premessa: Grazie ai sentieri di Gioacchino da Fiore, sviluppare in Calabria e in Sila, all’immagine del Cammino di Santiago di Compostela, un alto luogo turistico e di meditazione associato alla secolarizzazione dello Spirito ed alla nascita della storia e della filosofia moderna.

  1. Obbiettivo: Completare e divulgare la sentieristica che va da Cosenza alla Grangia detta del Vurdoi ed oltre fino a Crotone, la città di Pitagora, passando da Cosenza a Pietrafitta, a Lorica, a Jure Vetere, a San Giovanni in Fiore fino a Vurdoi e a Crotone. Prevedere delle escursioni con guide lungo i sentieri. Lavorare in cooperazione con le agenzie di viaggio e le crociere per organizzare dei gruppi escursionistici-culturali. Prevedere il noleggio delle persone e dei turisti di terza età con mezzi adatti lungo le vecchie strade Silane fermandosi a tutte le tape del percorso.
  2. Durata del progetto a lungo termine da finanziare con fondi europei: 2 anni.
  3. – Anno uno: Creazione della Cooperativa Pubblica Sentiero Gioacchino da Fiore. Sviluppo della sentieristica e formazione delle guide. Sviluppo delle mappe e delle brochure per elencare i servizi disponibili ad ogni tappa. Divulgazione mediatica del Sentiero, delle sue bellezze e della sua importanza spirituale, culturale e storica.
  4. – Anno due: Incremento del numero delle guide con formazione adatta tenendo conto dell’esperienza acquisita durante il primo anno. Le nuove guide saranno esclusivamente scelte a parità tra le studentesse ed i studenti in numero 4. Tutte e tutti saranno specializzati in storia, scienze ambientali o turistiche; saranno impiegati durante le ferie scolastiche. Divulgazione mediatica mirata secondo l’esperienza acquisita.
  5. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento.
  6. – 35 000 euro: creazione della Cooperativa e completamento della sentieristica con due impiegati.
  7. – 100 000 euro: formazione e impiego annuale di 4 guide, sviluppo mappe, brochure e divulgazione mediatica.
  8. – 30 000 euro: formazione e impiego delle 4 guide studentesche e divulgazione mediatica.
  9. Business Plan: La Cooperativa opererà in stretta collaborazione con gli uffizi turistici degli municipi interessati, con i musei e con le associazioni culturali e artistiche del territorio e con le camere di commercio. La Cooperativa stabilirà contatti con le agenzie di viaggio e le crociere per sviluppare delle visite di gruppi – package tours– secondo tematiche pre-scelte, ad esempio spirituali-religiose, sportive, culturali-gastronomiche ecc.
  10. Totale richiesto: 165 000 euro incluso il co-finanziamento.

 

Terzo Progetto: Fare della geriatria moderna assieme all’assistenza domiciliare integrata una specializzazione del Ospedale di San Giovanni in Fiore.

Premessa: Dato l’evoluzione demografica, specialmente nelle zone svuotate dall’emigrazione, i servizi geriatrici moderni sono diventati dei servizi essenziali. L’assistenza domiciliare integrata preserva la dignità e l’autonomia dei nostri anziani pesando meno sulle finanze pubbliche. Infine, nell’ottica dello sviluppo turistico della nostra Città e della nostra Sila, la presenza di un ospedale funzionale è primordiale. Le spese mondialmente previste per la geriatria ammontano attorno a 3 % o 4 % del PIL mondiale in tal modo che, puntando sulla geriatria di alto livello si potrebbe salvare l’ospedale ridando vita ai nostri villaggi turistici tale Lorica, Villaggio Palumbo, ecc.

  1. Obbiettivo: Salvare l’ospedale di San Giovanni in Fiore e garantire la sicurezza dei turisti nell’ottica dello sviluppo turistico della Sila. Preservare la dignità e l’autonomia dei nostri anziani.
  2. Durata del progetto – da discutere con il Municipio e con l’Ospedale.
  3. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento. Da discutere con il Municipio e con l’Ospedale.
  4. Business Plan: Nel quadro della politica nazionale per la Sanità e della riorganizzazione regionale della stessa, salvare l’Ospedale di San Giovanni in Fiore situato nel cuore della Sila, e perciò necessario a tutta la popolazione dell’Altopiano. Puntare sulla geriatria moderna per ovvie ragioni demografiche e turistiche.
  5. Totale richiesto: Da discutere con il Municipio e con i dirigenti dell’Ospedale stesso.

Quarto progetto: Interventi di risanamenti rete idrica (urbana)

Premessa: In Calabria le rete idriche disperdono da 40 a 60 % dell’acqua. Lo stesso fenomeno si verifica a San Giovanni in Fiore con l’aggravante che parte delle tubazioni e delle condotte risultano essere in amianto. Oggi esistono metodi di intervento che non necessitano molti scavi. In oltre, in una città con un altissimo tasso di disoccupazione, questo tipo di intervento, noto per il suo altissimo Moltiplicatore economico locale, permetterebbe di risolvere un problema simultaneamente ambientale, di sanità pubblica e di disoccupazione.    

  1. Obbiettivo: Risanare l’intera rete idrica urbana.
  2. Durata del progetto: due anni.
  3. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento. Da determinare.
  4. Business Plan:
  5. Totale richiesto: Da determinare.

 

Quinto Progetto: gestione dei flussi migratori e delle politiche di accoglienza e integrazione utilizzando gli appositi fondi europei.

Premessa: Sin dall’origine San Giovanni in Fiore fu stabilità come luogo di asilo per i contadini senza terra ed altri. Questo portò alla creazione della p grande città montana in Europa. Questa bella benefica tradizione va rispettata. I problemi degli migrati non sparirà nemmeno con i gridi delle forze demagogiche e populiste. In oltre, il numero dei migranti in Italia è minore a quello delle altre grandi Nazioni europee. Prema perciò trasformare il fenomeno in opportunità in modo da gestirlo senza doverlo subire. Il bel esempio del Borgo calabrese Badolato ci ispira. Questa gestione consapevole mira a cambiare la percezione facendo degli migranti un motore di sviluppo socio-economico e culturale locale.

  1. Obbiettivo: Trasformare l’accoglienza di un numero di migranti compatibile con le condizioni socio-economiche della nostra Città in un motore di sviluppo sostenibile. Questa politica di accoglienza e di integrazione permetterebbe di restaurare e di ottimizzare le centinaia di case vuote nella nostra Città. L’accoglienza dei migrati avrà automaticamente un impatto economico dato le attività amministrative, di catering, di accoglienza e formazione. L’integrazione a più lungo termine degli migranti che vorranno stabilirsi nella nostra Città ridarà vita alle scuole, alla Sanità, alla formazione civica – i.e., funzionamenti delle leggi, incluso i diritti individuali e sociali, e delle amministrazioni italiane -, ai commerci ecc. La forza di lavoro necessaria sarà per natura diversa rispondendo così ai nostri bisogni, incluso per i lavoratori più giovani.
  2. Durata del progetto – indeterminata. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento.
  3. 300 000 euro: restauro urbano necessario all’accoglienza-integrazione.
  4. 300 000 euro/anno: una ventina d’impiegati a tempo indeterminato per i vari servizi di accoglienza-integrazione.
  5. Totale richiesto: 600 000 euro il primo anno; 300 000 euro gli anni seguenti.

 

Sesto Progetto. Manutenzione dei vecchi ponti di pietre negli antichi sentieri silani dentro e fuori del Parco nazionale. In modo ausiliare, valorizzazione degli alberi caduti e oggi lasciati a marcire sul posto, lotta anti-incendio e segnaletica nei boschi silani nel Comune di SGF.

Premessa: L’Altopiano silano fu da sempre un luogo di passaggio e un giacimento di ricche risorse, tra le quali i suoi boschi. Il territorio è coperto di sentieri e di strade mulattieri ancora oggi indispensabili. Essendo un territorio di montagna, vi è un gran numero di antichi ponti di pietra perfettamente adattati al territorio ed al suo uso. Queste antiche e tipiche costruzioni rurali vennero concepite per lasciare filtrare l’acqua, molto abbondante nella nostra Sila dei mille sentieri e dei mille ruscelli, e per cavalcare torrenti ed altri modesti corsi d’acqua. Con un minimo di manutenzione questi vecchi ponti risultano pressapoco indistruttibili. Sopratutto se si aggiungono piccoli interventi sui sentieri stessi per permettere il ruscellamento dell’acqua vietando così dannose frane. Al contrario, una semplice accumulazione di frasche, di foglie e di detriti vari è suscettibile di disgregare rapidamente queste antiche, pittoresche e utilissime opere del genio civile. Il crollo di questi antichi ponti di pietra costituirà un danno incalcolabile perché cumulativo per un territorio fragile e già fortemente disagiato. I vari cambiamenti organizzativi – AFOR, Calabria Verde ecc. – e ultimamente la trasformazione del Corpo della Forestale rischiano di rendere impraticabile l’intero territorio. Rimarranno solo le effimere strade sterrate tracciate ad hoc e senza cura durante i tagli del bosco.    

  1. Obbiettivo: Creare una cooperativa di disoccupati in partnership con Calabria Verde, il Parco Nazionale e la Regione in modo da attingere ai fondi europei disponibili, incluso i fondi mirati alla preservazione del patrimonio e quelli mirati alla protezione dell’ambiente. La forma di partnership proposta permetterà un rapido decollo delle attività lavorative ma in un quadro già istituzionalmente e economicamente strutturato.
  2. Durata del progetto: Trattandosi di manutenzione preventiva, sempre meno costosa degli interventi emergenziali, la durata sarà indefinita. Dopo una messa al sicuro dei detti antichi ponti di pietra durante i primi due anni, la taglia delle squadre necessarie diminuirà. Il lavoro diventerà un lavoro di routine ma con un rendimento reale inestimabile, incluso dal punto di vista turistico. Le squadre rimanenti avranno come compito correlato la pulizia del bosco circoscritta alla valorizzazione degli alberi abbattuti dal vento o dalla neve, che oggi vengono spezzo persi – biomassa ecc. Tale attività annessa permetterebbe alla cooperativa di finanziare le proprie attività riabilitando e allargando nel processo uno antico costume di gestione dei beni comunali.
  3. Fondi iniziali necessari: 2 000 000.00 annui incluso i fondi europei che si aggiungeranno al cofinanziamento. Questo includerebbe 100 lavoratori più i mezzi necessari. Dopo la durata dei fondi europei, l’aggiustamento si farà secondo la rentabilità delle proprie attività.    
  4. Totale richiesto: 2 milioni annui per 2 anni o 3 anni.

 

Settimo Progetto. Re-industrializzare San Giovanni in Fiore ricorrendo alle stampanti 3D.

Premessa: Il tessuto industriale sangiovannese, come d’altronde quello dell’intera Calabria, è stato falciato dalla crisi economica. Le stampanti 3D offrono una nuova opportunità, sopratutto per i giovani. In effetti, assumendo la formazione necessaria, sopratutto l’uso del disegno industriale e dei software già disponibili, le stampanti 3D richiedono pochi investimenti fissi. La produzione in loco per i mercati locali può gioire di un vantaggio in termine di costi di trasporto. Al contrario, prodotti di nicchie possono essere spediti fuori del territorio con relativa facilità. Va ricordato che IKEA cominciò con la modulazione di mobili poi spediti smontati per via postale con le apposite istruzioni. Inizialmente si creerebbe un progetto pilota in coordinazione con le scuole tecniche. La formazione necessaria può durare da 2 a 3 anni. Si potrebbe pensare a utilizzare la Garanzia giovani o borse di studio per le studentesse e i studenti selezionati.

Obbiettivo: Creare un progetto pilota con le scuole tecniche della Città. Questo progetto pilota sarebbe strutturato secondo una formazione duale teorica e pratica. Oltre, al disegno industriale, in cooperazione con le nostre università verrebbero anche sviluppate ricerche sui materiali idonei per le stampanti 3D. Una Città come la nostra non può permettersi una emorragia costante dei suoi giovani senza rischiare un declino irreversibile.

Durata del progetto: Indefinita perché integrata in un excursus scolastico di punta capace di rispondere a reali bisogni socio-economici, artigianali e culturali.

Fondi necessari: Da determinare con le scuole, gli istituti e le università.

Totale richiesto: Da determinare con le scuole, gli istituti e le università.

Immagine di repertorio protesta ‘Invisibili’

 

 

 

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