Doveva pagare un debito della fidanzatina di 600 euro e decide di rapinare la madre di un’amica. In due la malmenano e arraffano gioielli per un valore di oltre 10 mila euro da cui ricavano appena mille euro. I rapinatori vengono braccati dai carabinieri a distanza di poche ore
COSENZA – Bloccano la vittima in casa, la picchiano, la prendono a pugni, l’afferrano al collo, la minacciano di morte, la rapinano e fuggono con il malloppo. Questo il racconto della donna ai carabinieri che braccano un 17enne e un 18enne nel giro di poche ore a Cosenza e a Mendicino. La refurtiva del valore di oltre 10 mila euro è già sparita, ma la videosorveglianza non lascia scampo. Il minore è amico della figlia della vittima.
Ancora una rapina violenta, ancora una vittima che finisce in ospedale. Forse un gioco per i due compagni di merenda finito male. Il 17enne alla presenza dell’avvocato confessa tutto, ma servono prove tangibili per la legge e i due vengono denunciati a piede libero (per mancanza di flagranza di reato) per rapina aggravata e lesioni personali. Una rapina costruita a tavolino “per amore”, che finisce con un guadagno misero di appena mille euro per saldare il debito della fidanzata del 17enne
I FATTI
La vittima, una donna di 55 anni, sente bussare alla porta di casa, una villa disposta su due piani, in via Sant’Antonio dell’Orto, nei pressi del ponte di Calatrava a Cosenza. L’ora è decisamente tardi, dopo cena. Apre la porta ma la sorpresa è terribile: in due, incappucciati l’aggrediscono, la malmenano finisce a terra. Uno dei rapinatori è al corrente del luogo in cui è custodita la cassaforte e del nascondiglio della chiave. Il resto è stato facile: con la refurtiva prendono la via della fuga e lasciano la donna a terra. Dopo poco tempo i carabinieri bussano alle abitazioni dei due rapinatori e arriva la confessione del 17enne.
L.P. 17 anni, incensurato, originario di Napoli ma residente a pochi chilometri da Cosenza, racconta tutto, collabora, alla presenza dell’avvocato Fabio Parise, con i militari dell’Arma della compagnia di Cosenza diretta dal tenente Petrocchi. Sono i carabinieri dell’Aliquota radiomobile agli ordini del maresciallo Italiano a condurre tutta l’attività d’indagine. A supporto la stazione carabinieri di Cosenza Principale diretta dal maresciallo Morrone. I militari si sono diretti subito sul luogo della rapina non appena la vittima ha lanciato l’allarme. Nell’immediatezza dei fatti i carabinieri hanno visionato le telecamere della videosorveglianza individuando i due rapinatori. Poi la ricostruzione del fatto criminale e il recupero dei vestiti abbandonati lungo il fiume per giungere alla confessione di uno dei rapinatori, dopo averlo braccato.
LA CONFESSIONE
“L’ho fatto per amore” si potrebbe riassumere così questa folle azione criminale di un 17enne fidanzato con una ragazza che ha un debito da saldare. Un debito di 600 euro che la ragazza deve a delle persone e non sa come risolvere la situazione, racconta il 17enne ai militari dell’Arma. Ma lui ha un’amica, una vera amica, perché inconsciamente l’ha portato a casa e lui ha visto la cassaforte della madre e soprattutto la chiave per aprirla. Così ha pensato bene di architettare la rapina insieme ad un “amico”, un ragazzo appena diciottenne che conosce da due, tre mesi. Abita a via Popilia come la sua ragazza. In cassaforte sapeva che erano custoditi qualcosa come 100 grammi di oro e soldi in contanti. Piano preparato, i due a bordo di un motorino si sono recati davanti l’abitazione della vittima prescelta. Nascosto il viso da una maglietta ed un cappuccio hanno bussato alla porta.
La donna viene bloccata dal complice del 17enne, A.M. 18 anni difeso dall’avvocato Gaetano Morrone, conosciuto dalle forze dell’ordine con precedenti specifici; la 55enne grida, cerca di divincolarsi. Viene portata in cucina. Il 17enne sale al piano superiore e corre a prendere la chiave della cassaforte sotto una pentola. Tempo addietro aveva visto l’amica nasconderla ed aveva memorizzato tutto. Con la chiave in mano si è diretto dietro il quadro che “custodiva” la cassaforte ed ha preso i gioielli: catenine ed anelli. Gioielli probabilmente del valore superiore ai diecimila euro. I due fuggono a bordo del motorino, si disfano degli abiti buttandoli vicino al fiume. I gioielli vengono venduti a mille euro: 600 servono per saldare il debito della fidanzata e 400 li trattiene l’amico del 17enne per il favore reso. Questa la confessione del 17enne”.
INDAGINI A TAPPETO
Questa la confessione resa dal minore. Confessione che adesso i carabinieri dovranno verificare e approfondire per chiudere il cerchio sui troppi interrogativi rimasti aperti, come l’aggressione alla vittima finita in ospedale. Manca un passaggio dunque. Quell’aggressione che viene riportata in un referto di 20 giorni firmato dai medici dell’Annunziata. E mancano ancora tanti particolari per i quali, in queste ore, i militari dell’Arma dell’aliquota radiomobile, sono all’opera per ricostruire tutto l’accaduto e aggiungere i tasselli mancanti. Come capire a chi è stato venduto l’oro; chi sono i creditori della fidanzatina del 17enne; il debito da estinguere: qual era la merce acquistata. Il fascicolo d’indagine è sul tavolo del pubblico Ministero Visconti della Procura della Repubblica di Cosenza diretta dal Procuratore Capo Spagnuolo. A lui il compito di trasformare in arresto la denuncia a piede libero dei due rapinatori e soprattutto dare “una identità” ai tasselli mancanti che quasi sicuramente apriranno altri filoni di indagini in una Cosenza “per bene” che nasconde il marciume sotto “i tappeti”