La ‘tassa sulle mestruazioni’ non piace alle studentesse cosentine, ma la loro iniziativa viene contrastata dalla preside
COSENZA – Assorbenti bene di lusso. L’Iva resta al 22% per effetto della Tampon Tax. Una sorta di ‘tassa sulle mestruazioni’ (tra le più alte al mondo) che permette allo Stato di incassare oltre 300 milioni di euro. Soldi che pagano le donne e che verrebbero a mancare se solo sugli assorbenti si applicasse una tassazione Iva al 5%, come succede per i tartufi che, stranamente, non rientrano nei beni di lusso. Per contrastare questa scelta un gruppo di studentesse cosentine che frequenta il Liceo Scientifico Scorza di via Popilia ha raccolto le firme con l’intento di istallare nella propria scuola un distributore automatico di assorbenti. Iniziativa, ad ora, contrastata dalla dirigente scolastica Carla Savaglio che in merito ritiene essere «perplessa, perché bisogna valutare ed impedire che le ragazze usino prodotti non a norma magari confezionati in Cina che potrebbero provocare danni alla loro salute. E’ necessario documentarsi per tutelare le studentesse di cui sono responsabile».
«Siamo tre giovani studentesse del Liceo Scientifico Scorza – scrivono le ragazze attraverso la pagina del collettivo Fem.In – e circa un mesetto fa abbiamo proposto un’iniziativa significativa nella nostra scuola: un distributore autogestito di assorbenti. In molte scuole d’Italia è stato già attuato e serve più che altro per far capire che il ciclo non è un lusso. Purtroppo, nonostante la raccolta di centinaia di firme a favore del progetto, ci è stato negato di poterla realizzare, perché la preside della nostra scuola l’ha definita pericolosa. Noi non abbiamo intenzione di arrenderci perché vogliamo seriamente lottare per ciò in cui crediamo». Un gesto di civiltà e presa di coscienza che si spera, nonostante le prime reticenze, possa essere accolto nel noto liceo cosentino.