Caring nurse: plauso degli infermieri cosentini sul servizio «hanno le competenze per potersi relazionare»

Sposato «La maggior parte delle aggressioni nei pronto soccorso avviene proprio perché non si riescono ad avere notizie dei propri cari che sono ricoverati in quel momento»

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COSENZA – Gli infermieri Opi di Cosenza, attraverso il presidente Fausto Sposato, plaudono al nuovo progetto “Caring nurse partito negli ospedali di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza. “Come Ordine professionale ringraziamo il presidente Occhiuto per il progetto che va nella direzione di umanizzare le cure. Soprattutto in un contesto molto critico come sono i setting dell’emergenza urgenza, quindi dell’area critica tutta dove la comunicazione svolge un ruolo molto importante per la tempistica anche alla luce della tipologia di pazient”, spiega Sposato.

Un progetto importante dunque “che mette in evidenza le potenzialità e anche le competenze degli infermieri e quindi di tutta la professione infermieristica nel relazionarsi con i pazienti e con i loro familiari. La maggior parte delle aggressioni nei pronto soccorsi avviene proprio perché non si riescono ad avere notizie dei propri cari che sono ricoverati in quel momento. Soprattutto pazienti giovani che magari accedono con codice rosso e non c’è nessuno dall’altra parte che dà informazioni” aggiungono dall’Opi.

Sposato ricorda, tra l’altro, come gli infermieri siano purtroppo al primo posto come aggressioni. “Il nostro articolo 4 del codice deontologico dice che il tempo di relazione è tempo di cura. Ma il tempo di relazione non va inteso solo come relazione con i pazienti ma va inteso anche con i caregiver, con i familiari dei pazienti con il quale l’infermiere si rapporta sempre con molta professionalità e con molta comprensione. Cercando di raccogliere più dati possibili ma anche di capire il contesto in cui alcuni pazienti vivono per cercare di avere più informazioni e potere giungere ad una diagnosi infermieristica basata sui reali bisogni dei pazienti, così da programmare un piano di assistenza personalizzato ed appropriato”. Solo in questo modo potrebbero ridursi le aggressioni secondo il pensiero dell’Opi di Cosenza.

“Gli infermieri hanno le competenze per potersi relazionare. Lo fanno da sempre, non solo dopo l’Università che comunque già forma. Ecco perché “ringraziamo il presidente Occhiuto per aver enfatizzato ancora una volta l’importanza del ruolo degli infermieri in un sistema critico e perché ha saputo cogliere l’opportunità di poter utilizzare operatori formati per poter interagire con i familiari, con i parenti e anche con i pazienti stessi. Una dote- ricorda Sposato- che è una competenza ed una professionalità strettamente infermieristica”. Il presidente Sposato si augura che questa modalità venga inserita e venga attuata anche negli ospedali spoke, non meno importanti, ma anche “negli ospedali periferici dove la comunicazione sicuramente e’ più diretta visto il numero inferiore di accessi, ma che resta un elemento basilare della relazione”.

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