Derby Cosenza-Catanzaro, Antoniozzi (FdI) «scelta dolorosa, ma la trasferta va vietata»
A dirlo è il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi «è meglio che i tifosi ospiti vedano la partita in tv. Quanto accaduto lo scorso marzo purtroppo non lascia spazio ad altre soluzioni»
COSENZA – “Sono certo che le autorità vieteranno la trasferta per il derby tra Cosenza e Catanzaro del 26 dicembre. E che la stessa cosa accadrà al ritorno”. E’ quanto afferma il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi: “Lo dico con dolore, da calabrese, da tifoso del Cosenza che ama Catanzaro e tutta la Calabria. Quanto accaduto lo scorso marzo purtroppo non lascia spazio ad altre soluzioni”.
“La stragrande maggioranza dei tifosi delle due città – aggiunge – sono persone perbene, ma purtroppo un’esigua minoranza di entrambe le parti ha trasformato una normale rivalità calcistica in una sorta di guerra. Allora è meglio che i tifosi ospiti vedano la partita in tv, sperando che presto si arrivi a capire che il calcio è un luogo ludico. Si tratta di scelte dolorose ma inevitabili che devono tutelare la sicurezza e anche le forze dell’ordine, che non possono essere esposte a fatti come quelli dello scorso marzo”. “Sono certo che nel prossimo futuro – dice ancora Antoniozzi – ci saranno le condizioni per tornare ad una rivalità corretta e pacifica, nel nome di due città civili”.
“Ho espresso la mia posizione su Cosenza Catanzaro ma voglio precisare che da i tutti i settori delle due tifoserie stanno arrivando segnali di grande civiltà. Saranno le autorità a decidere ovviamente, e non io e le due città, che sono veramente un esempio di correttezza, sanno che il calcio deve essere un momento di sport e di gioia. Aggiungo – dice Antoniozzi – anche che il Cams e il ministero degli interni lavorano quotidianamente per assicurare agibilità ai tifosi corretti in tutta Italia. La cosa più bella sarebbe un giorno un gemellaggio fra tutte le squadre calabresi. I violenti esistono in tutte le tifoserie d’Italia e vanno emarginati”.