Via la lista dei culti ammessi, Cosenza approva la risoluzione giuridica per la libertà religiosa
Il Consiglio comunale approva la risoluzione giuridica sulla libertà religiosa per chiedere la promulgazione di una legge che cancelli la lista dei culti ammessi
COSENZA – Il Consiglio comunale, presieduto da Giuseppe Mazzuca e riunitosi nel pomeriggio di oggi nella sala delle adunanze di Palazzo dei Bruzi, ha approvato all’unanimità la risoluzione giuridica sulla libertà religiosa, proposta da un gruppo di consiglieri comunali – primo firmatario Mimmo Frammartino – e concertata con la Federazione Italiana delle Chiese Evangeliche Pentecostali. Nella risoluzione si afferma il pieno rispetto e la valorizzazione del principio costituzionale di libertà religiosa, ai sensi dell’art. 19 della Costituzione; la conseguente necessità di superamento della legislazione sui culti ammessi, del 1929-1930; l’urgenza della emanazione di una legge quadro sulla libertà religiosa che fornisca i principi generali e che consenta agli Enti locali, nel rispetto del principio di sussidiarietà, di provvedere alle esigenze territoriali derivanti dalla tutela di detta libertà. Ad inizio di seduta il Presidente del Consiglio Giuseppe Mazzuca ha chiesto all’aula di osservare un minuto di raccoglimento in memoria di Francesco Occhiuto, il giovane figlio del senatore ed ex Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, scomparso la scorsa settimana. Subito dopo, il Presidente del Consiglio Mazzuca ha salutato la nomina del Vicesindaco Maria Locanto, per la prima volta presente nell’aula delle adunanze, rivolgendo a lei gli auguri di buon lavoro.
All’approvazione della risoluzione sulla libertà religiosa si è arrivati attraverso un percorso che ha avuto come premessa la riunione della Commissione Cultura e Rapporti con il Culto del Comune di Cosenza, presieduta dal consigliere Frammartino, del 18 novembre 2024, avente ad oggetto il sostegno della città di Cosenza per la Promulgazione di una Legge sulla Libertà Religiosa e per la cancellazione della Lista dei Culti Ammessi, voluta dalla circolare Buffarini Guidi n.600/158 del 9 aprile 35, mai definitivamente abrogata. Nella risoluzione approvata nel Consiglio comunale di oggi si è voluto dar seguito, con atti formali e sostanziali, a questo importante processo di cambiamento che è ritenuto necessario, “per i dettati e la storia personale dei cittadini italiani nella costruzione storica degli eventi e nel suo essere incisivo sul futuro di una Italia sempre più multiculturale e multi religiosa”.
La risoluzione approvata richiama la sottoscrizione dell’Intesa tra Governo e Tavola Valdese, stipulata il 21 febbraio del 1984, nella quale per la prima volta l’Italia ha dato applicazione al dettato costituzionale che individua nell’art. 8, terzo comma, lo strumento di regolazione dei rapporti tra Stato e confessioni religiose diverse dalla cattolica. Nel documento approvato dal civico consesso della città di Cosenza si fa anche riferimento al passaggio epocale per l’affermazione dei diritti di libertà religiosa e per il pieno esercizio della partecipazione democratica di tutte le componenti della società, sottolineando che I’Intesa del 1984 ha idealmente chiuso un lungo percorso verso l’affermazione della libertà di religione e di coscienza in Italia, aperto il 17 febbraio del 1848, con l’emanazione delle Lettere Patenti, atto con il quale Carlo Alberto concesse ai Valdesi i diritti civili e politici dopo secoli di discriminazioni e persecuzioni. Da lì a poche settimane seguì eguale riconoscimento per le comunità ebraiche.
“La storia del nostro Paese – si legge ancora nella risoluzione approvata dal Consiglio – ha, tuttavia, conosciuto pagine buie che hanno fatto registrare passi indietro per la libertà religiosa. Un atteggiamento fortemente discriminatorio ha caratterizzato il periodo della dittatura fascista, durante il quale troppe minoranze hanno sofferto una condizione di esclusione finanche dai diritti di piena cittadinanza e persecuzione per motivi religiosi. E tra queste minoranze, le chiese evangeliche pentecostali che hanno pagato il prezzo più alto. C’è voluto il 1955 perché la circolare Buffarini-Guidi, del 1935, che dichiarava il culto pentecostale fuori legge, non fosse più applicata per evidente contrasto con l’art. 19, Costituzione che sancisce la libertà religiosa per tutti, senza distinzione, con il solo limite del buon costume. Nella risoluzione approvata oggi in Consiglio è stato, inoltre, rilevato che la piena affermazione della libertà religiosa nel nostro Paese non può dirsi ancora pienamente compiuta e che importanti componenti religiose sono ancora al di fuori della legislazione contrattata e che la loro condizione giuridica è regolata dalla legislazione sui “culti ammessi” del 1929 e 1930.
“Sebbene numerosi interventi della Corte Costituzionale abbiano eliminato le parti non più compatibili con l’ordinamento costituzionale – si sottolinea ancora nel documento approvato dal civico consesso – l’impianto legislativo vigente dei culti ammessi mostra le sue fragilità di fronte ad un’Italia cambiata, sempre più multiculturale e multi religiosa. Ancora oggi, molte realtà religiose evangeliche pentecostali e di altre professioni di fede, ricadono sotto la legislazione del ’29 -’30 per lo svolgimento delle basilari attività: il riconoscimento giuridico come enti di culto; l’approvazione governativa della nomina dei ministri di culto, l’assistenza spirituale nelle carceri e nei luoghi di cura. Eppure le chiese evangeliche e le professioni di fede minoritarie rappresentano anche una risorsa per la collettività, attraverso le opere sociali poste in essere, molte delle quali di grande evidenza ed utilità, come i servizi di accoglienza, distribuzione pasti, attenzione verso chi è considerato ultimo nella società, il sostegno psico-fisico dei cittadini credenti e non solo, la capacità di fare rete sociale: un welfare informale quindi, che sostiene ed è sostenuto dalle istituzioni pubbliche locali e che valorizza la partecipazione democratica. Di qui la richiesta per il pieno rispetto e la valorizzazione del principio costituzionale di libertà religiosa ai sensi dell’art. 19 della Costituzione e la conseguente necessità di superamento della legislazione sui culti ammessi del 1929 1930, partendo dal riconoscimento del ruolo essenziale della libertà religiosa in Italia e dal ruolo che le chiese evangeliche, nella fattispecie, svolgono sul territorio.
La seduta odierna del Consiglio comunale era stata aperta dall’intervento del Presidente della massima assemblea cittadina Giuseppe Mazzuca che ha considerato la riunione del civico consesso di oggi come “un incontro straordinario per la nostra città”. “Quest’oggi – ha aggiunto Mazzuca – il Consiglio Comunale aperto a tutta la cittadinanza ha una valenza eccezionale ed è per questa ragione che prima di ogni cosa voglio ringraziare tutti gli intervenuti, alcuni dei quali giunti da più parti d’ Italia, per presenziare a quanto stiamo per definire che è di una portata storica: la Carta Cosenza. L’affermarsi del pluralismo religioso pone quotidianamente le istituzioni dinanzi a casi che riguardano la concretezza della vita personale e familiare dei cittadini, italiani, comunitari e non, che si evidenziano per la loro novità e per la comune caratteristica di avere origine da una appartenenza religiosa. Come per molti altri diritti fondamentali – ha proseguito il Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mazzuca – la libertà religiosa si collega strettamente con il principio di non discriminazione, sancito anche dalla nostra Costituzione, all’articolo 3. Per garantire un godimento effettivo del principio di uguaglianza, lo Stato ha il compito di adottare le pertinenti misure per favorire l’esercizio della libertà religiosa, in particolare nell’ambito delle azioni per contrastare la discriminazione su base religiosa”. Mazzuca ha poi sottolineato la primogenitura del Comune di Cosenza nell’approvare risoluzione giuridica sulla cancellazione delle liste dei Culti ammessi nello Stato Italiano (il cui elenco risale al 24 giugno 1929). “Nessun Comune o Ente pubblico territoriale lo ha fatto prima di noi – ha puntualizzato”.
Quindi ha ricordato i passaggi che hanno preceduto la riunione odierna del Consiglio Comunale, a seguito di un percorso intrapreso due anni fa dalla Commissione Cultura e Rapporti con il Culto con uno scambio di visite e confronti con la chiesa evangelica locale Bethel e la Federazione Italiana delle Chiese evangeliche Pentecostali. “Dal dialogo – ha ricordato Mazzuca – si sono rilevate alcune difficoltà di processi legislativi che abbiamo notato essere estese alle minoranze religiose e si è pertanto deciso di voler aprire un varco istituzionale a favore delle minoranze religiose, considerato che da anni ormai Cosenza è la città dei Diritti. Stiamo generando e certamente continueremo a produrre, con riferimento al tema in questione, atti ufficiali che entreranno di diritto nella storia delle libertà religiose in Italia. Siamo i primi a deliberare una risoluzione così importante e faremo in modo di impegnarci anche a non essere gli unici, coinvolgendo nel progetto altri Comuni Italiani, Associazioni di Comuni ed Enti pubblici territoriali, affinché il cammino iniziato da Cosenza abbia respiro nazionale e termini con la promulgazione di una legge italiana sulle libertà religiose”.
E’ stato poi il Presidente della Commissione Cultura e Rapporti con il Culto, Mimmo Frammartino, ad entrare nel dettaglio della questione e ad illustrare i termini della risoluzione giuridica sulle libertà religiose proposta all’assemblea. “La delibera che il Consiglio si accinge ad approvare – ha esordito Frammartino – ha una portata storica che avrà valenza nazionale perché in essa è contenuta una risoluzione che sarà approvata prima di ogni altro Comune in Italia. Un atto concreto ed utile ad un reale avvio giuridico di una legge sulle Libertà religiose. La risoluzione – ha proseguito Mimmo Frammartino – prelude, infatti, alla promulgazione di una Legge sulla Libertà Religiosa, idonea alla cancellazione della vergognosa Lista dei Culti Ammessi esistente nel nostro ordinamento e operativa sul territorio con forza di legge. Credo che il tema sia stato uno tra i più dibattuti di sempre, giacché collegato alle libertà personali che uomini, donne, cittadini rivendicano nella presa di coscienza dei diritti degni di tutele costituzionali e garantiti da Leggi costituzionali”. Lungo e articolato l’excursus storico passato in rassegna dal Presidente della commissione cultura e rapporti con il culto, Mimmo Frammartino. Un excursus che parte dall’editto conosciuto come le Lettere Patenti di Re Carlo Alberto, che poco avevano a che fare con i diritti alla fede, per arrivare alla giornata nazionale per la libertà di coscienza, di pensiero e di religione che si commemora il 17 febbraio 1848, quando in Piemonte, il re Carlo Alberto concesse alcuni diritti civili ai Valdesi che abitavano a Torre Pellice e negli altri borghi limitrofi. Il 29 marzo 1848 questi diritti vennero estesi con editto anche agli ebrei. “Un secolo e mezzo fa le leggi vigenti e determinate dall’allora potere – ha rimarcato Frammartino nel suo intervento – hanno lo stesso vulnus che si è creato nel nostro codice di legge, nel nostro ordinamento giuridico attuale. Per comprendere bene i diversi aspetti, bisogna partire dalla condizione che, in Italia, già dal 1100, stavano vivendo le chiese valdesi, ossia quelle comunità di persone che avevano voluto approfondire i loro studi ecclesiastici e avevano scelto una espressione di culto diversa da quella tradizionale e maggioritaria del momento. La fede Valdese fu da subito osteggiata e poi scomunicata ufficialmente nel 1184. A seguito di quella scomunica iniziarono delle persecuzioni personali fisiche e psichiche notevoli, ma il movimento resistette in solitaria, dichiarando la volontà di non ribellarsi alle Istituzioni, ma di voler proseguire il percorso di fede”.
Con il suo excursus storico, il Presidente della commissione cultura Mimmo Frammartino, ha voluto sottolineare che a quel tempo ed anche 500 anni dopo, gli atti promulgati che riguardavano le libertà religiose, erano lettere patenti e non leggi. “Non erano risoluzioni discusse ed approvate come stiamo facendo noi oggi. Erano prive di discussione e quindi incomplete. Le lettere patenti, lo sappiamo, sono provvedimenti emanati da un sovrano, senza approvazione di alcun Consiglio e sono diretta volontà del singolo e non della collegialità che pur esisteva. Le patenti sono atti monchi, perché non sono leggi perché quelle del Re Carlo Alberto ripristinavano i diritti civili e politici (e fu certo una grandissima cosa), ma nulla fecero in riferimento alla libertà del loro culto, alla loro libera espressione di fede che rimaneva non dichiarata. Furono – ha rimarcato Frammartino – anni di torture per la Fede, di morte e di massacri anche nei nostri luoghi cosentini, per avere cosa? Il ripristino della condizione di cittadini o abitanti dello Stato che avevano già in forza di vivere nei luoghi”. Dal 1848 l’intervento di Mimmo Frammartino ha poi compiuto un salto temporale in avanti fino al periodo fascista in Italia, con la figura di Buffarini Guidi, Ministro degli interni nel governo della Repubblica Sociale Italiana. “La Buffarini Guidi, la circolare del Ministero dell’Interno da cui prende il nome, – ha ricordato ancora il Presidente della Commissione cultura – venne emanata il 9 aprile 1935 ( 90 anni fa). In essa c’è un esplicito riferimento all'”integrità della razza” e si colloca quindi nell’insieme delle azioni intraprese dal regime fascista sulle leggi razziste, culminate poi con la vergognosa legge contro gli Ebrei del 1938. Qui si apre lo spaccato delle Chiese Evangeliche Pentecostali, perché il folle piano dell’integrità della razza colpisce le Chiese Evangeliche per via di una sollecitazione che arrivò da fonti forti, nel 1934, al Governo Italiano compiacente. La Circolare Buffarini Guidi – ha sottolineato inoltre nel suo intervento Frammartino – era diretta ai Prefetti e non era una legge, ma soprattutto non era portata a conoscenza dei cittadini direttamente interessati. Venne, però, applicata con gravi conseguenze. Furono chiusi i locali di culto pentecostali e vietate e represse assemblee e manifestazioni che comprendevano atti di culto. Ci furono arresti, denunce e condanne con il carcere, il confino e in alcuni casi addirittura il campo di concentramento. Ma la professione di fede non si fermò, né fu fermata la testimonianza pentecostale, semmai fu fortificata la fede dei credenti che volevano rimanere fermi nei loro principi. Alla proclamazione della Repubblica, i pentecostali ottennero nuovamente le libertà politiche, ma senza alcuna dichiarazione sulla libertà religiosa. La circolare Buffarini-Guidi mantenne la sua validità anche dopo la proclamazione della Repubblica. Anche dal 1948 in poi si registrarono atti di intolleranza e di persecuzione, nonché atti di abuso di autorità in almeno ottanta diverse località. C’è da dire però – ha aggiunto nel suo excursus Mimmo Frammartino – che nel dopoguerra, sebbene la circolare fosse ancora in vigore, fra il popolo e le rappresentanze cominciò a maturare una diversa sensibilità rispetto al problema della libertà religiosa. La stampa cominciò ad interessarsi al problema ed il Consiglio di Stato parlò di libertà religiosa il 25 maggio 1954, allorché accolse un ricorso. Tuttavia, bisognerà attendere la data del 16 aprile 1955 perché il Ministero dell’Interno dichiari revocata la circolare Buffarini-Guidi, ma lasciando dei distinguo tra culto cattolico e culti acattolici ed in questi ha lasciato in vigore la lista dei culti ammessi”. Arrivando al punto direttamente in discussione, Mimmo Frammartino ha poi evidenziato che “la tenacia con cui gli evangelici valdesi prima e i pentecostali poi, e, in senso più ampio, le minoranze religiose, resistono e chiedono un intervento allo Stato Laico, affinché ci sia veramente una svolta di apertura e la cancellazione delle liste dei culti ammessi . Oggi, per la prima volta in Italia, Cosenza risponde sì alla cancellazione della lista dei culti ammessi. E non lo facciamo con una patente di un re che vuole graziare, né con una circolare che nessun cittadino conosce, ma insieme deliberiamo l’approvazione in un consiglio comunale aperto a tutti, perché sappiamo – ha rimarcato ancora Frammartino – che Cosenza è la città delle Libertà religiose, dell’accoglienza, del volontariato, e darà vita a quella che si chiamerà Carta Cosenza, ossia un compendio, una raccolta di tutti gli atti compiuti fino ad ora e che proseguono il cammino giuridico istituzionale deliberato da più organi pubblici, fino a giungere da avere la legge chiara e definita sulle libertà di culto e la vergognosa cancellazione dei culti ammessi. Colmiamo il vulnus della legge e lo facciamo a partire da Cosenza, oggi, con questa Amministrazione e con questo intero Consiglio. Ci mettiamo la faccia, ci mettiamo la firma e la volontà di arrivare finalmente a riscrivere la legge sulle libertà religiose attraverso la Carta Cosenza che parlerà sì di noi, di minoranze, della nostra città, ma, soprattutto, ne racconterà l’ampiezza di vedute e il valore di libertà e di grande cultura che Cosenza ha connaturati nella sua indole, nella sua natura, nella sua forma e sostanza”.
Subito dopo è intervenuto il consigliere delegato del Sindaco Franz Caruso ai rapporti con le comunità religiose, Francesco Turco. “La nostra città – ha sottolineato Turco-è sorta e si è sviluppata nel corso dei secoli alla confluenza di due corsi d’acqua: il Busento e il Crati; negli anni i cosentini hanno costruito numerosi ponti per attraversarli”. Quindi ha citato Demetrio Guzzardi, editore e preside dell’Università Viavariensis che spesso ricorda che “ci vogliono gli stessi mattoni e l’uguale fatica per innalzare muri che dividono, mentre i ponti sono un monito per allacciare nuovi rapporti”. “In questi anni – ha aggiunto Francesco Turco – grazie alla fiducia che il Sindaco Franz Caruso ha riposto in me, da consigliere delegato ai rapporti con le confessioni religiose della Città, ho profuso il massimo impegno al fine di realizzare ponti con le varie realtà presenti in città e sono felice che proprio ieri, in questa sala, si sia tenuto l’incontro del “Gruppo interreligioso per la Pace”. Cosenza da sempre ha guardato chi viene nella nostra città come un amico e mai come un nemico, perché Cosenza ha una storia di accoglienza e tolleranza straordinarie. Da anni – ha proseguito Francesco Turco – organizziamo il festival delle Invasioni, perché desideriamo farci invadere da nuove idee, da nuove proposte, da nuovi modelli, senza per questo perdere la nostra identità. Nella piazza più importante della parte antica di Cosenza ci sono due statue: quella di Bernardino Telesio, “il primo degli uomini nuovi”, e la statua della Libertà, dedicata ai martiri del 1844. Ecco, Cosenza è questo e tanto altro, Cosenza è fatta di storie che si intrecciano e Cosenza dal 1966 sta vivendo una straordinaria esperienza con la presenza del pastore Paolo Giovannini, che ha impiantato nella nostra città la Chiesa evangelica pentecostale Bethel, una realtà che moltissimi cosentini hanno conosciuto e apprezzato per l’impegno che da 60 anni mette in campo per gli ultimi della nostra città. Ecco perché il Comune di Cosenza ha voluto attribuire al pastore Giovannini, il 30 ottobre 2023, un riconoscimento, per l’impegno profuso in questi anni di attività, fortemente voluto dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio e dal collega Mimmo Frammartino. Oggi vogliamo fare di più, vogliamo che dalla nostra città possa partire un forte messaggio al Parlamento italiano affinché possa far sua la nostra “Carta Cosenza” che rappresenta un passo in avanti per cancellare la famigerata Circolare Buffarini-Guidi del 1935, sui culti ammessi. Noi a Cosenza abbiamo sperimentato che la comunità pentecostale è un grande segno di libertà religiosa e proprio da Cosenza, la città di Bernardino Telesio, arriva questo monito a costruire nuovi ponti per la libertà religiosa”.
L’intervento del Sindaco Franz Caruso
Il Sindaco Franz Caruso ha preliminarmente ringraziato gli ospiti venuti da fuori città e che – ha detto – “hanno arricchito questo evento”: Alfredo Giannini, Presidente della Federazione Italiana Chiese Pentecostali, l’avvocato Biodona Marzullo della Segreteria delle Federazione delle Chiese Pentecostali e della Facoltà Pentecostale e il Pastore Paolo Tellini, Responsabile IPL ( incontri Pastorali Lazio Roma). “Un evento – ha aggiunto Franz Caruso – di cui sono orgoglioso, anche per la notevole partecipazione”. E a questo proposito il primo cittadino ha rivolto un particolare ringraziamento al Presidente della commissione cultura Mimmo Frammartino, al delegato ai rapporti con le comunità religiose Francesco Turco e al Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mazzuca. “Questo – ha aggiunto Franz Caruso – è il luogo espressione massima della laicità e aprirsi a un confronto così importante sulle varie rappresentanze religiose e sui vari culti presenti nella nostra città, testimonia della sensibilità con cui Cosenza affronta tutti i temi e soprattutto i rapporti con le minoranze e quindi con le diversità. Il dibattito di stasera attesta di quanto Cosenza sia una città libera che dà spazio ad un confronto con le diversità perché le diversità, non solo quelle religiose, ma anche quelle culturali, arricchiscono una città e una comunità. Sono orgoglioso di rappresentare una delle prime città che ha dato vita alla Consulta intercultura perché Cosenza è una città che si è contaminata nel tempo, che ha accolto le tante diversità e che ha avuto la capacità di promuovere una vera integrazione. Con la nostra Amministrazione abbiamo dato il senso e il segno di un impegno nella direzione di rendere la nostra comunità sempre più aperta e sempre più libera e quindi sempre più ricca, perché una comunità si arricchisce nella diversità. E quando si ha la capacità – ha aggiunto il Sindaco – di confrontarsi con le diverse culture, ci si innalza e si diventa punto di riferimento, soprattutto in un momento così delicato e così difficile, di tutti coloro i quali fuggono dalle guerre dei propri territori e noi come città siamo pronti ad accogliere tutti, pur nelle mille difficoltà date da una situazione economico-finanziaria difficile”. Il Sindaco Franz Caruso ha inoltre detto che “si vorrebbe dare a tutti una dignità nella nostra città, un tetto sicuro, una mensa dove potersi approvigionare. Molto abbiamo fatto, molto stiamo facendo, ma molto ancora resta da fare in questa direzione. Cosenza è una città aperta e plurale, perché non si è mai chiusa, nella sua storia millenaria, alla contaminazione positiva delle diversità che hanno convissuto da tempo immemore in questa città. Cosenza – ha rimarcato Franz Caruso – è la città di Telesio ed ha la seconda Accademia più antica d’Europa e qualcosa questo deve poter significare dal punto di vista culturale, perché la cultura apre alla contaminazione e al confronto con le diversità. Siamo veramente una città che è capace di progredire nel confronto e di pensare che quello che può essere diverso è migliore. Stasera è veramente un’occasione particolarmente importante. Credo che il Consiglio nella sua interezza approverà la risoluzione per far partire da Cosenza quel movimento che deve portare all’attuazione pratica dell’articolo 8 della Costituzione, che è il quadro dal quale far nascere le leggi positive, e se quell’articolo 8 che riconosce l’uguaglianza di tutte le confessioni religiose di fronte alla legge italiana, poi nei fatti non si concretizza nelle varie realtà territoriali, vuol dire che non avremo dato seguito alla Costituzione scritta dalle intelligenze di coloro i quali hanno elaborato la nostra stessa Carta costituzionale. Da Cosenza possiamo partire per dare veramente concretezza al principio contenuto nell’articolo 8. Da Cosenza deve partire un movimento che coinvolgendo i vari livelli istituzionali possa avere un segno e dare un senso a quello che è il principio costituzionale. Siamo un’amministrazione progressista che vogliamo veramente che il progresso si concretizzi in tutte le sue espressioni più alte. Sono orgoglioso – ha concluso il Sindaco – di essere il rappresentante di una comunità che nel tempo, con la sua storia, ha scritto sempre pagine di uguaglianza e di libertà”.
Nel corso del Consiglio comunale sono intervenuti anche Alfredo Giannini Presidente della Federazione Italiana Chiese Pentecostali, il Pastore Paolo Tellini, Responsabile IPL ( incontri Pastorali Lazio Roma), e l’avvocato Biodona Marzullo della Segreteria delle Federazione delle Chiese Pentecostali e della Facoltà Pentecostale.
“La città di Cosenza – ha detto Alfredo Giannini, Presidente della Federazione Italiana Chiese Pentecostali – è il primo Comune in Italia a deliberare una risoluzione importante per l’iter di legge sulle libertà religiose. Noi come Federazioni,come organi evangelici Pentecostali e non, siamo grati al Comune di Cosenza per la solidarietà e l’apertura dimostrata. La Carta di Cosenza nasce come percorso storico dell’evangelismo italiano e segnatamente del movimento pentecostale evidenziando l’assenza di un impianto normativo che, in ossequio al dettato costituzionale, richiama i diritti fondamentali ancora oggi non pienamente vissuti dalle minoranze religiose. Oggi in questo Consiglio Comunale aperto – ha concluso Giannini – si delibera una risoluzione di legge che già vige nei paesi concordatari dell’Unione Europea, ma non Italia. La storia del cammino delle libertà religiose in Italia ricorderà questa data”.
“L’interesse del Consiglio di questa città verso un tema come questo – ha poi aggiunto il Pastore Paolo Tellini – è un forte indicatore di come l’istituzione abbia a cuore l’interesse del cittadino ed allo stesso tempo mostra il vero ruolo del servitore civico. Il tema della libertà religiosa, e la capacità di esprimerla e viverla con immediatezza è un indice di civiltà che un Paese come il nostro deve saper esprimere”.
Per l’avvocato Biodona Marzullo “urge una legge generale relativa alle libertà religiose che possa evitare i privilegi discriminanti della Legislazione speciale tra Stato e confessioni religiose, Se ne parla da molti anni, ma solo oggi noi assistiamo ad un atto concreto capace di produrre un salto di qualità decisivo per il godimento della libertà religiosa. Grazie alla città di Cosenza e alla sua Amministrazione Comunale”.
Nel corso della seduta, chiamato in causa dal Presidente del consiglio comunale Giuseppe Mazzuca, è intervenuto anche il Pastore della Chiesa Evangelica Bethel di Cosenza, Paolo Giovannini che ha ringraziato commosso il Sindaco Franz Caruso e l’Amministrazione comunale “per la gioia che mi è stata data stasera e nel ricevere, nel 2023, il riconoscimento per l’impegno profuso nei 60 anni di permanenza nella città di Cosenza”.