Due rossanesi fermati sulla Statale 106 con oltre un chilo di eroina, tornano in libertà
I due erano stati tratti in arresto insieme ad una donna. I fatti risalgono al 5 febbraio scorso, quando i carabinieri avevano fermato la loro auto sulla 106
CORIGLIANO ROSSANO (CS) – Il Gip del Tribunale di Taranto ha rimesso in libertà i rossanesi E.A., pluripregiudicato, e G.C., fermati lo scorso febbraio in Puglia con oltre un chilo di droga in auto, accogliendo l’istanza avanzata dall’avv. Francesco Nicoletti. I due erano stati tratti in arresto unitamente ad una donna, F.A., per la quale il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto, in accoglimento delle richieste dell’Avv. Giusy Acri, del medesimo Studio, all’esito dell’interrogatorio di garanzia aveva disposto l’immediata liberazione, senza alcun obbligo, dal carcere di Taranto.
Per gli altri due, invece, lo stesso Gip aveva disposto la scarcerazione sottoponendoli entrambi alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Ed è proprio questa misura che è stata revocata lo scorso venerdì 20 dicembre con applicazione dell’obbligo di dimora.
I fatti risalgono al 5 febbraio scorso, quando i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Massafra avevano fermato lungo la SS 106 l’autovettura condotta da uno dei tre indagati notando dei movimenti sospetti. Da qui la perquisizione personale e veicolare in seguito alla quale venivano rinvenuti due involucri sigillati con nastro adesivo del peso complessivo di oltre 1 chilogrammo contenenti sostanza stupefacente risultata poi, dal narcotest, eroina. La droga veniva sottoposta a sequestro e i tre arrestati in flagranza e condotti presso la Casa Circondariale di Taranto.
Nell’immediatezza, il P.M. convalidava il sequestro dei telefoni cellulari in uso a tutti gli indagati e di ogni altro dispositivo mobile, disponendo sugli stessi accertamenti tecnici non ripetibili. All’interno della Casa Circondariale di Taranto veniva quindi celebrata l’udienza di convalida nel corso della quale il P.M. aveva formulato per iscritto richiesta di misura cautelare in carcere nei confronti dei tre indagati, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza – per il notevole quantitativo di eroina di cui erano stati sorpresi in possesso e per la consapevolezza da parte dei tre dedotta dai movimenti repentini notati dai militari – nonché le esigenze cautelari per il concreto pericolo di reiterazione – per le specifiche modalità e circostanze del fatto e per la personalità di uno dei tre indagati, recidivo specifico – anche in considerazione dell’elevato quantitativo di stupefacente rinvenuto, elemento ritenuto sintomatico della presenza di stabili e saldi contatti di chi è stato arrestato con il mondo della malavita ad alto livello.