Elezioni a Rende: i ‘cantieri’ per la costruzione degli schieramenti. La situazione
Alle elezioni del prossimo 25 maggio Sandro Principe potrebbe rinunciare definitivamente a candidarsi a primo cittadino
RENDE – Nella città d’oltre Campagnano c’è un grande fermento, com’è giusto che sia, visto e considerato che dopo due anni di commissariamento a fine maggio (domenica 25), si ritornerà alle urne per le elezioni amministrative. Al momento, gli schieramenti che dovrebbero essere della partita, sarebbero 4/5 ma il condizionale è d’obbligo perché la fluidità della politica 4.0, mutua gli scenari delle strategie e delle alleanze di giorno in giorno, tant’è che gli schieramenti, come si suol dire, navigano a vista.
Il primo, uscito ufficialmente allo scoperto, è quello che fa riferimento a Pierpaolo Iantorno che ha diviso il fronte del No, vincitore dal referendum sulla Città Unica, proponendo la sua candidatura a sindaco; una decisione maturata insieme ad altri esponenti di peso del comitato e isolando, in un certo qual modo, Sandro Principe, il quale era stato investito in modo naturale come portavoce di questo comitato e che lo stesso, aveva interpretato tale investitura come un incipit verso una sua candidatura a primo cittadino.
Ma la fuga in avanti di Iantorno, che ha raccolto consensi importanti nel comitato, e la sentenza su Rimborsopoli che dovrebbe uscire in questo mese di marzo e che vede coinvolto il vecchio leader socialista, ne avrebbero rallentato le aspirazioni, tant’è che Mimmo Talarico, starebbe maturando l’idea di abbandonare Principe e sarebbe sempre più proiettato verso il Movimento 5 Stelle, con l’ambizione di una sua possibile candidatura al Consiglio regionale.
Nel frattempo Pierpaolo Iantorno, potrebbe incassare, il sostegno di una parte del Partito Democratico, sponda Mimmo Bevacqua, che a Rende dalle urne, ha fatto sempre registrare numeri importanti. Un Partito Democratico che è, senza ombra di dubbio, in forte difficoltà nel riuscire a costruire una coalizione di centrosinistra.
Per quanto riguarda invece il centrodestra, almeno quello ufficiale, c’è una diatriba tutta interna tra dirigenti provinciali e territoriali. I primi vorrebbero una colazione con i simboli dei partiti; i secondi, sono orientati ad una aggregazione civica, con un’altra incognita: il candidato a sindaco. Di nomi ne sono e ne stanno circolando numerosi, ma come avviene in questi casi, quando si fanno con un certo anticipo, sono nomi civetta o da “bruciare”. Invece il grande rassemblement del Laboratorio Civico dell’ex sindaco Marcello Manna, con una parte del Pd e frammenti del centrodestra, sembrerebbe, almeno per il momento, aver registrato una battuta d’arresto, dopo la conferma del Tar sulla legittimità dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. In ultimo, rimane lo schieramento di sinistra, formato da Rifondazione Comunista, AVS e Movimento 5 Stelle.