COSENZA – “Sta dilagando ‘la moda’ di raccontare su You tube storie di delitti irrisolti. Circa un mesetto fa mi è stato inviato un video realizzato, senza nostro permesso, dal giornalista Gabriele Borzillo Un video strano che da un lato sottolinea la verità circa la casualità assoluta e l’assoluta non conoscenza da parte di Roberta dei suoi aggressori stupratori e assassini, poi inserisce altre storie che nulla hanno a che fare con la storia di Roberta”. Lo sfogo arriva dalla pagina social della Fondazione Roberta Lanzino, che prende il nome della 19enne struprata e uccisa il 26 luglio 1988 mentre stava raggiungendo in scooter i suoi genitori a mare a San Lucido.
La mamma di Roberta, Matilde Lanzino, con grande tenacia da anni combatte la violenza contro le donne, tutelandole attraverso un centro a Cosenza che dà alloggio a molte madre vittime di soprusi e ai loro bambini.
“Ho contattato la responsabile della serie, – prosegue la pagina della fondazione – la quale mi ha detto che potevo commentare e dire la mia. NON L’HO FATTO. Oggi mi arriva la richiesta di una mia intervista da parte di Cascio/ Randazzo, su Roberta per la realizzazione di un video you tube, sempre con riferimento a delitti irrisolti HO DETTO DI NO!!!
Perchè? 1) Perchè non ritengo si possa trattare così, rapidamente e superficialmente, un caso irrisolto 2) Perchè SONO STANCA Ma stanca davvero.
Non you tube, – ma il Tribunale deve rispondere ed occuparsi degli omicidi. Ed è sempre il tribunale che non deve mai dimenticare i casi irrisolti. Almeno così dovrebbe essere. Almeno così spero che sia”.