COSENZA – “Il senatore Occhiuto offende il suo ruolo istituzionale ‘Cosenza rischia di perdere tutto, Capoluogo, istituzioni, futuro’. Davvero sorprendenti le dichiarazioni somministrate impudentemente al pubblico da Mario Occhiuto, nella qualità di senatore della Repubblica, che dovrebbe essere simbolo portatore della saggezza”. Così dichiara in una nota il sindaco di Castrolibero Orlandino Greco intervenuto nuovamente sul dibattito per la realizzazione della fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero.
“Costruisce il suo dire, ‘se Cosenza non si unisce a Castrolibero e Rende, il capoluogo potrebbe diventare CoriglianoRossano’, senza accorgersi che nel loro contenuto rappresentano delle vere e proprie sue gravi confessioni su come è stata ridotta la Città di Cosenza. Stiamo attenti, dice nella sostanza, che senza la fusione la città di Cosenza continua inarrestabilmente la sua discesa verso gli inferi, sia in termini istituzionali che sociali. Tanto da fare supporre che il senatore Occhiuto non rilegga ciò che scrive prima di destinarle al pubblico. Così facendo, rischia di andare ben oltre i danni, per come egli stesso dice, prodotti anche nella sua sindacatura decennale. Questo è il merito delle sue dichiarazioni, forse fondate per il passato che gli appartiene ma non affatto corrispondente a verità prospettica, solo che si riescano a sanare i conti disastrati. Così facendo il senatore Occhiuto dimostra poca conoscenza della Calabria e uno scarso interesse per la Città di Cosenza.
Anzi fa l’esatto contrario di ciò che dovrebbe fare un parlamentare calabrese, attento alla sua regione, alla sua provincia e alla sua città. Instaura infatti una sorta di competizione divisiva, senza capirne l’utilità, con gli altri comuni della provincia, realizzando così un ruolo macabro: quello di dividere più di quanto si è divisi invece di lottare insieme per fare risorgere la regione, ultima in tutto. Nella sostanza gufa. Augura a Cosenza tutto il male possibile. Non dimostra alcuna fiducia nel suo avvenire. Dimostra che con la sua gestione decennale l’ha consumata nei suoi fondamentali, sino a ridurla perdente in tutto. Ciò perché rasa al suolo di ogni suo pregio funzionale al suo sviluppo. Ebbene, dopo aver collezionato quintali di responsabilità, fa l’esatto contrario di quello che dovrebbe fare un senatore della Repubblica già sindaco di Cosenza per due sindacature di cinque anni cadauna. Con questo, genera confusione e paure. Se questo è il valore delle rappresentanze è facile capire il perché dei giovani che scappano via. Cosenza ha bisogno di un buon sindaco e di quella sana amministrazione che si fa fatica a ricordare nella sua pratica attuazione. Una dichiarazione poco apprezzabile che fa capire il perché della rovina del SI alla fusione”.