I lavori del futuro: robot terapeutici ed ecologici all’Università della Calabria – VIDEO

Il 100% dei laureati lavora e dopo 5 anni guadagna in media oltre 2.200 euro al mese. A Cosenza i pionieri dell’approccio green all’AI e alla robotica costruiscono il futuro

RENDE – La robotica non conosce disoccupazione. Gli studenti dell’Università della Calabria trovano lavoro in meno di tre mesi dopo la laurea magistrale e in media, a distanza di 5 anni, hanno uno stipendio di oltre 2.200 euro. I dati Almalaurea testimoniano il successo sul mercato occupazionale dell’Ingegneria Meccanica made in Unical. E non solo. Nei laboratori di Rende si costruisce il futuro con un approccio ecosostenbile alla tecnologia e soluzioni innovative per la cura della persona. Un’officina dei saperi di successo che sforna almeno 100 ingegneri l’anno e riceve periodicamente prestigiosi premi come nel 2021 quando i ricercatori calabresi hanno conquistato a Taiwan il primo posto assoluto come migliore brevetto al mondo grazie ad un robot per la riabilitazione dell’arto superiore.

Robotica e lavoro

“I nostri laureati trovano impiego molto facilmente, solo una piccola percentuale desidera fare carriera nel mondo accademico. Non è semplice trovare dottorandi” spiega Giuseppe Carbone docente di Robotica e Meccatronica e ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (DIMEG) dell’Università della Calabria, nonché presidente Comitato Internazionale della Federazione IFToMM per la Robotica e Meccatronica e vicepresidente dell’Istituto di Robotica e Macchine Intelligenti. “Lavoriamo per rendere la robotica funzionale nelle applicazioni di servizi alla persona e alle imprese. L’obiettivo finale – chiarisce Carbone – tradurre la nostra ricerca in benefici tangibili per la società, contribuendo allo sviluppo sostenibile del pianeta. Collaboriamo con Francia, Spagna, Messico, Brasile, Cina, India”.

Progetti per oltre 300 milioni di euro

Valgono oltre 300 milioni di euro e avranno un impatto significativo sul futuro dell’umanità i tre progetti PNRR che il team del prof. Carbone sta portando avanti avvalendosi del prezioso contributo degli ingegneri Elio Matteo Curcio, Francesco Lago, Stefano Rodinò, Simone Leone, Michele Perrelli, Chiara Morano, Dmitry Malyshev, Mohammed Kadhem. Si tratta di Age-IT, FAIR e Tech4You. Spaziano dallo sviluppo di esoscheletri per l’invecchiamento attivo, alla progettazione di robot ecosostenibili, fino alla creazione di soluzioni automatiche innovative per la raccolta agricola e droni ibridi per l’ispezione di siti archeologici costieri.

I robot inventati a Cosenza usati nelle cliniche

“Per la riabilitazione – afferma Carbone – abbiamo realizzato diversi prototipi. In una clinica rumena che è stata nostro partner del progetto europeo Ageing Well abbiamo sperimentato un dispositivo che fa movimenti terapeutici dal polso al braccio. È usato per stimolare la ripresa delle regolari funzioni musco-scheletrico anche dopo un ictus. I riscontri da parte dei pazienti e dei sanitari sono stati ottimi tant’è che abbiamo avviato dei percorsi per commercializzare questo tipo di robot. L’eccezionalità del Covid ci ha permesso di creare e far entrare nell’uso quotidiano in un breve arco temporale anche un robot che trasporta farmaci. L’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed che è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico ci ha chiesto una tecnologia che potesse evitare il contatto diretto tra le persone all’interno della clinica, avevamo un robot che stavamo già sviluppando da qualche anno e lo abbiamo fatto scendere in campo. È stato un test con buoni risultati e anche se non siamo più in pandemia e il suo uso è andato a scemare potrà essere utile per evitare contaminazioni dove c’è da mantenere ambienti asettici”.

Cosa è l’esoscheletro che state costruendo?

“Con Age-IT abbiamo circa 5 milioni di euro per lo sviluppo di “Tecnologie avanzate per un invecchiamento attivo e sano”, in collaborazione con il prof. Filippo Cavallo dell’Università di Firenze, il prof. Emanuele Meneghetti dell’Università di Padova e i colleghi dell’Università della Calabria prof. Giuseppe Passarino, prof. Luigi Bruno e prof. Domenico Mundo. Stiamo sviluppando un esoscheletro per l’arto superiore e procedure standard per valutarne le prestazioni. È un robot che può trovare numerose applicazioni, in particolare, per il trattamento dei pazienti affetti da ictus. Questo lavoro – chiarisce Carbone – è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei malati, offrendo loro supporto nella riabilitazione, anche a domicilio”.

Dalla Calabria i robot ecologici del futuro

L’Intelligenza Artificiale e i robot sono estremamente energivori. L’Università della Calabria con il progetto strategico FAIR (Future Artificial Intelligence Research) finanziato con fondi PNRR propone un approccio sostenibile all’innovazione. “Progettiamo il futuro. Ci occupiamo di aspetti fondazionali affrontando nuove sfide, siamo pionieri a livello internazionale nella ricerca di pratiche ecosostenibili nella robotica e nell’Intelligenza Artificiale. Vogliamo ridurre il consumo energetico a monte, – spiega Carbone – progettiamo i nostri robot in modo che richiedano pochissima energia. Pensiamo di poter dare un apporto scientifico significativo nel guidare lo sviluppo delle tecnologie in chiave ecologica. Per questo ci focalizziamo anche sul fine vita dei robot, quando devono essere smaltiti. Se non ce preoccupiamo in fase di progettazione, rischiamo che questi materiali non riutilizzabili o recuperabili possano diventare un problema per la società con tutto l’impatto inquinante che comporta”.

Stiamo compiendo i primi passi di un nuovo pensiero nella robotica mondiale che è un universo in forte crescita dove finora non c’è stato il tempo di pensare a cosa succerà ai robot di oggi tra 30 anni. Non a caso lea federazione IFToMM ha scelto l’Università della Calabria per il congresso internazionale I4SDG 2025 su robotica e sostenibilità che chiama a raccolta tutti gli esperti in materia a Rende per fare il punto della situazione. Con il coordinamento dei colleghi Francesco Scarcello e Luigi Palopoli stiamo esplorando materiali e metodologie che minimizzano l’impatto ambientale ed energetico. Un esempio significativo è ADIUTOR, un dispositivo robotico per la riabilitazione ed il telemonitoraggio dello stato di salute, che stiamo perfezionando all’interno del progetto FAIR”.

I robot calabresi raccolgono pomodori e zafferano

Tech4You è un progetto da 120 milioni di euro finalizzato a contrastare il cambiamento climatico e favorire il miglioramento della qualità della vita unendo scienza e imprenditoria, trasferendo la tecnologia dai risultati della ricerca al territorio. Ha come capofila l’Unical che riceverà circa 40 milioni di euro. Tra questi fondi alla robotica calabrese sono destinati 2 milioni di euro. “Con Tech4You – afferma Carbone – coordinato dal prof. Maurizio Muzzupappa stiamo creando dei robot per l’agricoltura che si occupano di raccolta delicata di prodotti ortofrutticoli come ad esempio pomodori, zafferano. Una presa soffice è necessaria perché sono oggetti particolarmente delicati. Se li premiamo troppo si rovinano, quindi il robot deve avere un approccio soft e ci riesce: a Bisignano c’è un’azienda agricola che lo usa per raccogliere i pomodori di Belmonte e a Rende un’altra per lo zafferano”.

“Prodotti che dovrebbero essere raccolti solo a mano, con costi elevati e un lavoro gravoso per i braccianti in un settore dove rischio di caporalato è altissimo. Si formano così nuove figure professionali che si occupano della gestione del robot che non sostituisce il lavoro delle persone, ma lo rende più agevole e a maggior valore aggiunto. Non sono studiati per potenziare la produzione di massa, ma per rendere competitive le produzioni locali di alta qualità. Ci stiamo lavorando in collaborazione con i prof. Luigino Filice e prof. Giovanni Mirabelli dell’Università della Calabria insieme al prof. Bruno Bernardi dell’Università di Reggio Calabria. Un altro aspetto di TECH4YOU è il Task 4.4.1, dove stiamo progettando un drone ibrido capace di operare in ambienti difficili, come i siti del patrimonio culturale costiero, con i prof. Mauro Francesco Larussa e Fabio Bruno. Sarà usato per monitorare e intervenire nelle problematiche che insorgono con l’usura del tempo e degli eventi climatici sui manufatti che fanno parte del nostro patrimonio storico-culturale. L’idea è quella di avere un sistema che può periodicamente andare lungo le coste, monitorare, fotografare, misurare le temperature con le termocamere e capire lo stato dell’arte e se ci sono delle zone ad alto rischio. Il drone che noi stiamo sviluppando potrà fare anche riparazioni in posizioni difficili da raggiungere”.

Robotsumo

Carbone ha recentemente organizzato la competizione Robotsumo, un approccio educativo innovativo per stimolare lo sviluppo delle competenze ingegneristiche degli studenti. “Questo evento, giunto alla terza edizione e fortemente voluto e sostenuto dal Dipartimento DIMEG, – dichiara con orgoglio il professore di Robotica – diretto dalla prof.ssa Francesca Guerriero e dal Corso di Studi in Ingegneria Meccanica, coordinato dal prof. Luigi Bruno, non solo ha dimostrato le applicazioni pratiche della nostra ricerca in un ambiente educativo, ma ha anche messo in luce le competenze e capacità innovative dei nostri studenti. La competizione Robotsumo è stata un grande successo, centinaia di partecipanti all’evento conclusivo svoltosi lo scorso 11 giugno presso il teatro TAU, con otto squadre di studenti che hanno progettato e costruito i propri robot autonomi per competere l’uno contro l’altro. Ha fornito una piattaforma per gli studenti per applicare la teoria appresa in classe a un problema pratico, affinando e mettendo alla prova le loro competenze tecniche e di problem-solving. Continueremo ad offrire opportunità uniche per i nostri studenti di apprendere e dimostrare le loro competenze”.

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