Il blitz antidroga “Romeo e Giulietta”. Ripristinata la detenzione in carcere per un 55enne di Cosenza
L'uomo, muratore 55enne di Cosenza, già detenuto per altra causa nel carcere “S. Cosmai” era stato arrestato nel blitz antidroga del 2023 tra Cosenza e Rende
COSENZA – I carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Rende hanno notificato un provvedimento di ripristino della misura della custodia cautelare in carcere – in precedenza annullata – nei confronti di M.S., muratore 55enne di Cosenza, già detenuto per altra causa presso la casa circondariale “S. Cosmai” ed ampiamente noto alle Forze dell’Ordine per i numerosi precedenti penali a proprio carico. Il provvedimento eseguito in data odierna pone fine ad un articolato quanto interessante contenzioso tecnico-giuridico che, a seguito della definitiva pronuncia della Corte di Cassazione, ha decretato la validità del costrutto prospettato dall’Ufficio della Procura bruzia e posto alla base della primogenia ordinanza coercitiva.
L’operazione “Romeo e Giulietta” per spaccio di droga
In data 06 novembre 2023 l’uomo, che anche allora si trovava in carcere dal precedente mese di luglio in virtù di un altro provvedimento cautelare, era stato originariamente colpito dall’ordinanza di applicazione emessa dal G.I.P. di Cosenza, su richiesta della locale Procura, nell’ambito nell’operazione denominata “Romeo & Giulietta”; l’indagine, costola di una più ampia manovra investigativa condotta dai militari dell’Arma rendese, che aveva portato a 4 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti accusati di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana), poste in essere a Cosenza e Castrolibero tra febbraio 2020 e maggio 2021 da ben otto individui, tutti successivamente rinviati a giudizio.
La “contestazione a catena” e la decadenza della misura cautelare
Pochi giorni dopo l’esecuzione dell’originaria misura cautelare dell’operazione “Romeo & Giulietta”, il G.I.P. ne aveva dichiarato la perdita di efficacia in virtù della cosiddetta “contestazione a catena” e della retrodatazione dei termini delle indagini preliminari, poiché l’indagato era stato già ristretto – per condotte analoghe – da un altro provvedimento cautelare emesso in data successiva a quelle oggetto di contestazione; tale decisione veniva confermata anche dal Tribunale delle Libertà di Catanzaro, successivamente adito in appello dall’Ufficio di Procura.
Il ricorso in Cassazione e il rigetto
A seguito di ricorso per Cassazione, la Suprema Corte ha invece validato la diversa tesi di legittimità prospettata dall’Autorità Giudiziaria requirente, la quale – in sintesi – ha dimostrato come i fatti oggetto di contestazione dell’Operazione “Romeo e Giulietta”, benché risalenti ad un’epoca antecedente all’esecuzione della diversa misura cautelare di luglio 2021, fossero stati portati a conoscenza del P.M., nella loro completezza, in epoca successiva all’emissione del primo titolo custodiale, motivo per cui l’istituto della retrodatazione degli effetti del secondo provvedimento non poteva applicarsi. Di conseguenza, nell’ottobre del 2024 il Tribunale di Catanzaro, pronunciandosi sul rinvio disposto dal Supremo Collegio, ha disposto il ripristino della misura cautelare con sospensione di esecutività sino al passaggio in giudicato del provvedimento, condizione ultima concretizzatasi il 29 gennaio scorso con il rigetto dell’ulteriore ricorso per Cassazione presentato dalla difesa dell’indagato avverso la nuova determinazione del Tribunale catanzarese.