Il ‘fisico bestiale’ fa tappa a Cosenza: il prof Schettini incontra gli alunni di via Negroni

Vincenzo Schettini, star del web, incontra gli alunni dell'istituto comprensivo di via Negroni accolto dall'entusiasmo incontenibile delle quinte classi

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COSENZA – Nella palestra della scuola elementare di via Negroni gli alunni delle quinte classi aspettano il prof Vincenzo Schettini seduti a terra, formando una distesa di grembiuli coi fiocchi bianchi tutti ordinati mentre stringono in mano il suo ultimo libro “Ci vuole un fisico bestiale – Vi racconto i fisici più pop della storia” (prefazione del premio Nobel 2021 Giorgio Parisi) e pure il precedente best seller “La fisica che ci piace”, entrambi Mondadori.

L’ordine apparente, però, si confonde con il disordine allegro dell’infanzia che incontra il fascino della scienza. I piccoli studenti hanno un entusiasmo incontenibile e in un attimo fanno salire forte il vociare di benvenuto per l’ospite d’onore dell’istituto comprensivo Cosenza III “Roberta Lanzino” guidato dalla dirigente Marina Del Sordo che lo accompagna nell’ingresso trionfale e sottolinea che di Schettini apprezza la passione travolgente. La visita rientra in una giornata didattica sull’orientamento. I bambini sono circondati dai loro insegnanti e accolgono super preparati sull’argomento il professore-divulgatore-conduttore televisivo come fosse una rockstar. Sembra infatti l’attesa per un concerto, urlano a ripetizione il suo nome sillabando: “Schet-ti-ni!, Schet-ti-ni!”.

Lui a questo punto entra davvero come fosse un big del rock, tenendo l’asta del cellulare al posto del microfono per riprendere in video l’acclamazione nei suoi confronti con il sottofondo della musica che non a caso pompa a mille il ritornello di Luca Carboni “Ci vuole un fisico bestiale”. Vincenzo Schettini, di professione fisico su un fisico agile sotto capelli da scienziato pazzo (“come mi stanno i capelli?”, chiederà dopo ironico durante le interviste con i giornalisti) ringrazia i ragazzi per questo calore tipico “di noi gente del Sud”. Va veloce, tiene il ritmo, non conosce noia e non dà modo di conoscerla, si capisce da qui il motivo del successo che ha tra i giovanissimi. Vuole ascoltare i bambini e gli domanda se amano leggere e cosa leggano. Romualdo prende il microfono: “Io leggo i fumetti”. “Perfetto – risponde Schettini – anche io lo facevo, mia madre conserva ancora i miei Topolino”.

Poi è il turno di Chanel che gli chiede “Perché ti piace la fisica?”. “Perché da bambino mi piaceva la fantascienza e la fisica a scuola mi sembrava la più vicina alla fantascienza, anche se in seguito l’ho amata soprattutto all’Università”. Tra una domanda e l’altra regala annotazioni che più che lezioni scolastiche sono lezioni di vita: “Non fatevi spaventare dalle materie scientifiche perché le materie scientifiche vi stupiranno, grazie della domanda Chanel”. Ed ancora, un bimbo gli dà del voi: “Quale degli scienziati che avete citato nel vostro libro avreste voluto essere?”.

Schettini è sicuro: “Leonardo Da Vinci, perché era lo scienziato più curioso di tutti”. È il turno di Andrea, che passa direttamente al tu: “Da quanto tempo ti piace la scienza?”. E a seguire Maria. Il prof ama evidenziare che sì, lui sente la connessione coi ragazzi. Dopodiché passa in rassegna quelle figure storiche che abbracciano sia la scienza che la religione, “Einstein ad esempio era credente. Dobbiamo immaginare che in futuro la religione si fonderà con la scienza. Da fisico forse non dovrei dirlo, ma io qua stamattina ho sentito un’energia, la vostra, quella della preside, dei vostri insegnanti. Grazie per questa domanda super bella”.

Lui va velocissimo, detta i tempi, risponde con estrema sintesi e passa  avanti. Anche Vincenzo Schettini è stato bambino, gli alunni sono curiosi di sapere che alunno fosse lui. “Non sempre mi piaceva studiare – gli confessa schietto – Avevo un rapporto conflittuale con lo studio. Sfruttavo tantissimo il tempo a scuola, volevo che quelle sei ore mi fruttassero al massimo. Ecco, ero abituato a studiare in classe, fatelo”. Quindi si fa serio e si rivolge a Francesco: “La cosa che sto imparando da voi studenti è ascoltarvi. Devi sapere che io sono stato uno studente pieno di disagi ed ho avuto dei professori che mi hanno aiutato.

Gli insegnanti hanno un ruolo importante, bisogna parlare coi ragazzi”. Prima di dare spazio ai quesiti dei ragazzi delle medie c’è spazio per pochi minuti con la stampa. Schettini, da eccellente divulgatore, catalizza l’attenzione senza mettersi sul pulpito, parla e guarda dritto negli occhi. Si sofferma sull’importanza della comunicazione, ricorda di quando si sentiva sbagliato perché lui, che è anche musicista, univa arte e scienza e sembrava fuori luogo. Consigli ai docenti, poi, non sente di darne “perché questo è semplicemente il mio metodo. Ma mi accorgo che quando sono spento i ragazzi lo capiscono, per cui restate accesi”.

Ed infine: “Non abbiate mai paura di mostrarvi vulnerabili. Il bullismo ad esempio esiste anche da adulti, allora non dobbiamo insegnare ad essere sempre vincenti come vogliono far credere gli influencer. Ma a mostrarci fragili per essere vincenti”. Una formula che, fisica o non fisica, rimane universale.

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