Il Mercure a Cosenza presenta il dossier e rassicura: “La centrale non inquina”

La centrale del Mercure di Laino Borgo ormai da settimane è al centro di un dibattito politico e sociale tra posizione ambientaliste e territorio

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LAINO BORGO (CS) – La centrale del Mercure di Laino Borgo, nel Cosentino, ormai da settimane è al centro di un dibattito politico e sociale dopo che una legge regionale ha imposto dei limiti sulla produzione di energia a biomasse. Una decisione che potrebbe comportare la chiusura dell’impianto e per cui la società Sorgenia ha fatto ricorso al Tar Calabria. Tra i sostenitori dei rischi ambientali che la centrale comporta, il consigliere regionale Ferdinando Laghi e l’Associazione RADAR.

Il comitato territoriale oggi a Cosenza ha presentato i dati socio – economici e di tutela ambientale avvalorati da Arcpacal e dall’Ossservatorio e si dice pronto “alla mobilitazione in occasione del consiglio regionale del 21 gennaio”.

“La centrale Mercure non è un mostro di inquinamento”

“Un modello di sviluppo economico e tutela ambientale che non ha eguali nel Paese, capace di assicurare sviluppo ecocompatibile attraverso le biomasse e non entrare in conflitto con lo sviluppo turistico che in questi dieci anni di attività del Mercure ha visto rafforzare i numeri di presenze e occupazione anche nel settore dell’accoglienza e degli sport all’aria aperta. La centrale del Mercure è tutto ma non un mostro di inquinamento come qualcuno vorrebbe rappresentarla e a dirlo sono i numeri contenuti nel dossier – certificati dall’osservatorio ambientale e dall’Arpacal – presentato oggi a Cosenza presso la Sala degli Stemmi della Provincia di Cosenza dal comitato territoriale guidato dal sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, e partecipato da tutta la filiera istituzionale della Valle del Mercure, dal Parco nazionale del Pollino e dal Gal Pollino, e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, i dirigenti di Confesercenti, Confapi, Confartigianato, Coldiretti ed i titolari dei consorzi delle imprese boschive che conferiscono presso la centrale del Mercure.

«Non siamo qui per riaprire un dibattito tra posizioni ambientaliste e il territorio. Quello c’è stata 15 anni fa ed è stato titanico, ma si è risolto con l’accordo per la ripartenza della Centrale del Mercure. Oggi esprimiamo una forte preoccupazione per gli effetti di una norma che provocherà un danno unico per oltre 1500 famiglie se non dovesse essere abrogata» ha spiegato Domenico Pappaterra, presidente del Gal Pollino che ha moderato l’incontro con la stampa.

«Abbiamo dato prova della unità politica ed istituzionale che abbiamo come rappresentanti istituzionali della Valle del Mercure – ha sottolineato il sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo – e siamo qui per difendere lo sviluppo ecocompatibile che la centrale rappresenta e restituire serenità» alle famiglie dei lavoratori diretti, indiretti e all’indotto del sito produttivo a biomasse che rappresenta da oltre dieci anni «un modello di sviluppo che coniuga tutela ambientale ed economia».

Un sito hanno aggiunto Pietro Sirianni (Coldiretti) e Antonio Mangano (Filctem Cgil) che «non inquina» come certificano Arpacal e Osservatorio per l’ambiente, «funziona egregiamente» e dunque deve essere difeso «con i numeri che abbiamo prodotto nel dossier» contro la scelta di una norma che «è devastante» per la più grande realtà produttiva che abbiamo in Calabria.

La norma votata dal consiglio regionale «penalizza una infrastruttura eccellente» e alimenta «un clima di sfiducia verso nuovi investitori» ha rimarcato Francesca Benincasa (Confapi) ma soprattutto apre un dibattito su «come produrre energia in Calabria», perchè a Laino Borgo si produce «energia pulita» ha evidenziato Gerardo Calabria (Cisl Cosenza)

Nel corposo dossier diffuso alla stampa dal comitato territoriale pro Mercure si parla di un sito che produce una ricchezza di «40 milioni di euro, dei quali 33 milioni e mezzo nella filiera del legno, 1 milione e mezzo di stipendi diretti, 3 milioni circa di commesse interne per manutenzione, vigilanza, pulizia ed altro» come snocciolato da Giacomo D’Angelo di Confartigianato, senza contare le royalty che finiscono nelle casse dei comuni che sono serviti per importanti lavori di manutenzione e sostegno alla filiera turistica che ha subito un incremento di presenza e occupazione che non sono in contrasto con lo sviluppo della centrale.

“La norma regionale è illegittima”

E’ stato poi l’avvocato Valerio Zicaro ad entrare nel merito del ricorso per incostituzionalità e illegittimità della norma, evidenziate anche dal Ministero dell’Ambiente al Governo che molto probabilmente impugnerà la norma oggi contestata.

«Ci sono due proposte abrogative della norma in questione. In ordine al ritiro di questa disposizione o alla sua abrogazione ci sono profili di incostituzionalità che rivestono sostanzialmente un’invasione da parte della Regione Calabria nella sfera di competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia ambientale nonché anche in materia concorrente per quanto riguarda la materia dell’energia, quindi il trasporto e la produzione. Ma i rilievi, prospettati dalle amministrazioni comunali, riguardano anche la violazione del principio di concorrenza, la violazione dell’iniziativa economica privata quindi anche un’ulteriore disposizione costituzionale».

La norma in questione «viola anche la competenza dello Stato in materia di aree protette e quindi anche sotto questo aspetto l’intervento del legislatore regionale appare invasivo delle competenze statali. Le amministrazioni comunali rispetto ad una norma di legge non hanno un potere di impugnativa diretta ma possono, come hanno fatto tempestivamente, richiedere l’intervento e l’impugnazione da parte del Governo nazionale. C’è un altro aspetto importante che intendiamo rilevare: il mancato riscontro da parte della Regione Calabria e del Consiglio regionale rispetto alle osservazioni del Governo, almeno sino ad oggi, si declinano anche sotto un altro profilo inerente la violazione del principio di laico di collaborazione tra Regione e Stato. E questo, è molto grave e preoccupante».

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