Il terremoto di Cosenza 171 anni fa. Alle 17:50 una scossa di magnitudo 6.3 che provocò 500 morti
Il 12 febbraio 1854 il terremoto che rase al suolo Donnici e Sant'Ippolito, danneggiando gravemente Cosenza, Rende e una cinquantina di paesi e villaggi. Gli effetti più distruttivi avvennero nei centri dell’alta Valle del Crati e del Savuto
COSENZA – Dagli archivi dell’INGV il terremoto di Cosenza del 1854: sono passati 171 anni quando una scossa di magnitudo 6.3, con epicentro a Donnici, provocò circa 500 morti. Fra il fianco est della Catena Costiera e il lato ovest del massiccio Silano, si estende un’ampia vallata longitudinalmente solcata da un’importante e linea di frattura: è la valle del Fiume Crati (Vallo Cosentino), caratterizzata, purtroppo, da un’elevatissima sismicità. Più volte nei secoli passati si sono verificati violenti terremoti che colpirono
in modo assai grave gran parte dei paesi e borghi situati sulle propaggini della Sila occidentale e sui contrafforti orientali della Catena Costiera. Tra questi il terremoto del 1854: la scossa avvenne alle ore 17:50 e danneggiò gravemente la città di Cosenza e una cinquantina di paesi e villaggi della provincia. Gli effetti più distruttivi avvennero nei centri dell’alta valle del Crati e del Savuto: a Donnici Inferiore, Donnici Superiore e Sant’Ippolito quasi tutti gli edifici crollarono. Crolli estesi a gran parte delle abitazioni si verificarono ad Arcavacata, Laurignano, Paterno Calabro, Rende, Tessano e Torzano (l’attuale Borgo Partenope).
Terremoto di Cosenza avvertito fino a Napoli
A Cosenza poche case crollarono interamente, moltissime furono gravemente danneggiate da crolli parziali, le rimanenti furono lesionate. Notevoli danni subirono anche gli edifici pubblici (palazzo dell’Intendenza, palazzo dei Tribunali, ospedali, caserme) e quasi tutti gli edifici religiosi compreso il Duomo di Cosenza. Gran parte dei danni riguardarono inclinazioni delle murature, crolli e sconnessioni delle pareti interne, slegamento dei tetti, caduta di volte, soffitti e pavimenti, che resero inabitabili anche gli edifici che dall’esterno sembravano avere subito pochi danni.
In altre 30 località circa, compresi alcuni centri del litorale tirrenico, furono rilevati danni più leggeri. A sud dell’area dei massimi effetti il terremoto fu avvertito fortemente fino a Catanzaro, dove causò leggere lesioni in alcuni edifici, e leggermente a Monteleone (Vibo Valentia), Reggio Calabria e Messina. Verso nord la scossa fu sentita fino a Napoli. Il terremoto del 12 febbraio 1854 è stato inoltre seguito da una serie di repliche, alcune delle quali di magnitudo significativa, per diversi mesi, aggravando i danni già subiti e ritardando la ricostruzione.