Imputato per aver coltivato piante di marijuana: assolto dal tribunale di Cosenza
L'avvocato Egidio Tucci, difensore dell'imputato, ha contestato l'analisi della Scientifica dimostrando l'inattudine del piantato a produrre THC
COSENZA – Imputato per aver coltivato in vasi delle piante di marijuana, secondo l’analisi gascromatografica contenenti principio attivo, è stato assolto dal tribunale di Cosenza con formula ampia. La difesa di R.N. ha confutato il dato analitico, asserendo che le piante non erano ancora sessuate, e pertanto prive di tricomi. Dimostrata l’assenza d’infiorescenza, l’Avv. Egidio Tucci, difensore dell’imputato, ha contestato l’analisi della Scientifica, avvalendosi di un consulente tecnico esperto in materia, docente di biologia farmaceutica. Verosimile secondo il difensore la contaminazione del campione a causa dell’incompleta bonifica del gascromatografo, ossia dell’apparecchiatura utilizzata in precedenza per analizzare marijuana con alta percentuale di principio attivo. Non poche, difatti, furono in quel periodo le operazioni antidroga che portarono al sequestro di piante con alta percentuale di principio attivo (THC), anche del 30%. L’avv. Egidio Tucci ha altresì fatto leva sull’inattitudine del piantato a produrre THC, trattandosi di gruppi di piante coabitanti nei vasi, per l’effetto potenzialmente impossibilitate a sessuarsi. Assente dunque, l’offensività concreta delle piante sequestrate, avendo la Cassazione abiurato negli ultimi anni il principio di offensività astratta. Il tribunale ha così accolto la tesi difensiva, ritenendo insussistente il fatto lesivo riportato nel capo d’imputazione.