Isabella Internò condannata a 16 anni, la sorella Donata «Denis ora può volare»

Commozione e abbracci dopo la lettura della sentenza alle 19 di oggi in Corte d'Assise a Cosenza che chiude il lungo ed estenuante capitolo sul processo per la morte di Bergamini. Donata: «l'omicidio di mio fratello è stato dimostrato»

COSENZA – “Trentacinque anni pesano sulla mia vita e sulla mia famiglia“. Con la voce rotta Donata Bergamini, sorella di Denis, parla con i numerosi giornalisti fuori dal Tribunale di Cosenza dove nel tardo pomeriggio è stata pronunciata la sentenza: la corte D’assise di Cosenza ha condannato a 16 anni di reclusione Isabella Internò oltre al risarcimento del danno per le parti civili.

Una immensa soddisfazione per i familiari del calciatore rossoblu, che arriva dopo quasi 35 anni dalla scomparsa di Denis, quel 18 novembre 1989 quando il suo corpo viene ritrovato sull’asfalto, sulla Statale 106 jonica, a Roseto Capo Spulico. Momenti di grande emozione al termine dell’udienza da parte dei familiari del calciatore, la sorella Donata, e di tutti i presenti in aula. Isabella Internò, incredula e sorretta dal marito, è uscita dall’aula da una porta laterale. Fuori, le parole della sorella Donata: «Dopo tutti questi anni me lo aspettavo; un grande lavoro del mio avvocato Fabio Anselmo, che ha fatto non solo uno sforzo mentale ma anche fisico rispetto a dove abito e al luogo in cui è avvenuto l’omicidio di mio fratello».

Sui social Donata: “Denis puoi volare”

«Devo dire che all’interno del Tribunale ho creduto nell’uomo e non nella ‘divisa’. Io ho sempre creduto molto nelle forze dell’ordine, nella magistratura, nello Stato, anche se ho avuto momenti di sconforto, anche quando queste figure non hanno fatto ciò che dovevano. Il mio mondo – racconta Donata – si è intensificato quando il procuratore Facciolla ha disposto l’autopsua per Denis ma sono sempre rimasta con i piedi per terra».

«Finalmente almeno i miei nipoti non hanno questo peso. Quando ho ascoltato la sentenza mi sono apparse davanti mia mamma che probabilmente non so quanto capirà cosa è accaduto, e mio padre che non c’è più». Poi un pensiero su Denis: «finalmente l’omicidio di mio fratello è stato dimostrato, così come abbiamo sempre pensato io e mio padre. Mio fratello inizia a volare e io posso andare in crociera. Non ne è valsa la pena, la pena valeva prima».

 

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