La morte di Piperno: «civiltà e dignità del rito funebre. Franco meritava di più»

La denuncia in una lettera di Antonlivio Perfetti, Enzo Paolini e Battista Sangineto ai sindaci di Cosenza, Rende e Castrolibero sulla «mancata offerta di una "camera ardente" più adeguata alla salma»

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COSENZA – «Non ha dato una buona immagine di sé Cosenza, ai tanti venuti da fuori città e da fuori regione, per rendere omaggio alla salma di Franco Piperno venuto a mancare nella struttura dell’INRCA dove era in cura da qualche tempo. Non si è trovato di meglio e non è stato offerto di meglio dell’infelicissimo stanzino facente parte dell’obitorio della struttura sanitaria». A scriverlo in una lettera rivolta ai sindaci “presenti e futuri” di Cosenza, Rende e Castrolibero sono Antonlivio Perfetti, Enzo Paolini e Battista Sangineto.

«L’INRCA va comunque ringraziata per aver dato la massima disponibilità nelle possibilità consentite. Da altre istituzioni forse, doveva venire l’offerta di allestire una “sala del commiato” per consentire, a chi ne aveva desiderio, di rendere l’ultimo saluto a Franco Piperno».

«Al di là della sua vicenda politica, che il tempo renderà meno confusa e approssimativa di come è stata ricostruita in questi giorni, Franco Piperno resta un intellettuale militante coerente con i principi e i valori che hanno ispirato pensiero e prassi politica. È stato consapevole e responsabile di ogni sua scelta, vissuta con passione e dedizione alla causa. I suoi comportamenti e le sue scelte, se mai dovessero interpretarsi come “reati”, questi sarebbero comunque, al cospetto della Storia, reati di opinione».

«Ma Franco Piperno, oltre ad essere stato un politico di raffinata intelligenza nell’attraversare la storia del nostro Paese, per quanto riguarda la città di Cosenza è stato qualcosa di più, avendo ricoperto la carica di assessore comunale ed avendo concluso all’Università della Calabria il suo percorso di docente universitario. Alla città lascia il Planetario, una sua intuizione amministrativa portata a compimento e che, a tutt’oggi, non ha ancora trovato, nella sua unicità, la valorizzazione che merita».

«La sala del commiato esiste in tutte le città»

Perfetti, Paolini e Sangineto proseguono: «La mancata offerta di una “camera ardente” più adeguata alla salma del prof. Piperno ripropone la considerazione già fatta in passato e flebilmente ripetuta in occasione del COVID, che il comune capoluogo manca di una “sala del commiato”, ovvero di un servizio di cui si avverte la necessità quando a una persona che viene a mancare si vuole tributare l’ultimo saluto. La sala del commiato esiste in tutte le città che hanno maturato anche una visione laica del rito funerario perché è un servizio reso alla comunità in un momento particolare delle relazioni sociali».

«Alla ringhiera della camera mortuaria dell’INRCA c’era soltanto lo striscione della radio “alternativa” da Piperno pensata e voluta – Radio Ciroma – che è stata ed è un punto di riferimento politico del pensiero alternativo e antagonista della gauche cosentina. Oltre ai tanti “compagni” che sono venuti all’INRCA a salutarlo si sono visti esponenti del mondo universitario e intellettuali non irreggimentati e dalle posizioni politiche diverse da quelle attribuite a Piperno».

«L’Unical lo ricorderà domani ore 11.30 con gli interventi di chi l’ha conosciuto e frequentato. L’appello che facciamo, con toni bassi e dovuto rispetto, ai Sindaci in carica e a quelli che verranno, è di prendere in considerazione, avvalendosi delle prerogative della carica, l’opportunità se non la necessità, di dare all’area urbana, là dove è più facile e immediato realizzarla, una “sala del commiato “. Per chi ci lascia, per chi se ne va è un fatto di civiltà e di rispetto da parte della Comunità di cui ha fatto parte. Franco meritava di più».

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