La sorella di Rosa Vespa: “Mai dubitato, a settembre vedevo il pancione”. Accertamenti sui cellulari
«Ci siamo accorti che non era un maschietto quando Rosa ha confessato. Mio marito ha scostato il pannolino e si è reso contro che era davvero una bambina». Al via gli accertamenti sui cellulari di Moses e Rosa Vespa visitata in carcere da una psicologa
COSENZA – “Non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che fosse in attesa di un bambino e che abbia nascosto a tutti una finta gravidanza”. Sono le parole Marina Vespa, sorella di Rosa, la 52enne cosentina che il 21 gennaio scorso rapì dalla Clinica Sacro Cuore di Cosenza la piccola Sofia, di appena un giorno, e rilasciate a Porta Porta. “Ho fatto quel disegno sul pancione di Rosa il 29 settembre – racconta la sorella – ho accarezzato la sua pancia ed era la pancia di una donna in attesa. Noi siamo stati anche fuori dalla clinica ad aspettare ed anche in sala d’attesa fino all’orario consentito. Non siamo mai entrati a vedere il bambino perché Rosa ci aveva detto che era risultata positiva al Covid. Insieme alla famiglia avevamo preparato il corredino, i fiocchetti, le bomboniere e persino la cameretta».
«Tirava il latte per portarlo al bambino e io con mia mamma, preparavamo i contenitori per portarli in clinica. Ci siamo accorti che era una bambina quando Rosa ha confessato. Eravamo scioccati, non ci credevamo dicevamo ma come? E Ansel? Allora mio marito ha scostato un po’ il pannolino e si è reso contro che era davvero una bambina».
Accertamenti sui cellulari. Rosa Vespa Visitata in carcere
Nel frattempo il pm Antonio Bruno Tridico, titolare del fascicolo d’inchiesta, ha disposto per oggi una serie di accertamenti tecnici irripetibili sui telefoni cellulari di Rosa Vespa e Omogo Chiediebere Moses, indagati per il rapimento della piccola Sofia. I telefoni erano stati posti sotto sequestro nell’ambito delle indagini dagli agenti della Squadra Mobile. Parti delle chat e delle conversazioni tra marito e moglie era stati pubblicati su TV e giornali. Nei prossimi giorni si conoscerà cosa è emerso dalle ispezioni delle chat. Gli inquirenti dovranno accertare se la 52enne ha potuto sfruttare l’aiuto di qualche complice e confermare anche l’estraneità del marito dal piano organizzato dalla dona per rapire la piccola Sofia. Moses è stato scarcerato dal GIP e anche su richiesta della stessa Procura. Intanto, Rosa Vespa nei giorni scorsi è stata visitata in carcere da uno psicologo in una stanza protetta dal Carcere di Castrovillari e domani potrebbe avere un altro colloquio con una specialista.