COSENZA – “Subisco minacce di morte da parte del mio ex fidanzato da mesi ormai, si tratta di una persona di Rende conosciuta da tutti voi… ho sporto più volte denuncia presso i cc e nonostante i vari codici rossi le istituzioni sono sparite lasciandomi nel terrore che possa raggiungermi e uccidermi, vivo costantemente nella paura che questo possa accadere come purtroppo accade tutti i giorni ad altre donne”. Inizia così il post di denuncia sul profilo Instagram di Elisa Aiello, 26enne di Cosenza che vive a Roma, che ha denunciato il suo ex fidanzato per maltrattamenti e minacce a partire da maggio 2023, riuscendo a fuggire dalla casa dell’uomo violento e sporgendo querela a Latina. Ci vorranno mesi perché si metta in moto la macchina delle indagini.
Il profilo social della giovane cosentina è tempestato di ben 135 video Tik Tok che mostrano il suo ex che la minaccia di morte pubblicamente. La storia di Elisa Aiello diventa virale sul web anche grazie all’attivista Carlotta Vagnoli che dalle sue storie Instagram ha raccontato la vicenda.
La macchina burocratica della giustizia si inceppa quando la querela viene persa: la situazione si sblocca soltanto dopo molteplici insistenze della donna, che viene ascoltata in ottobre, cinque mesi dopo la denuncia. Solo a febbraio 2024, un anno dopo le violenze subite e a nove mesi dalla prima denuncia, l’uomo viene sentito in caserma.
Lei e sua madre, scrive la Vagnoli “smettono di vivere, confinate in casa e terrorizzate. Le ripercussioni psicologiche che questa violenza ha su Elisa sono disumane. Nel frattempo non si muove nessuna istituzione, perché il procedimento viene rimbalzato tra le procure di Latina e Roma” si legge ancora nelle storie dell’attivista.
Una nuova denuncia, stavolta alla procura di Roma, è arrivata pochi giorni fa, a fine luglio, dopo che l’uomo ha apertamente minacciato la ex di morte dai suoi profili social. Ma ad oggi ancora non è cambiato niente. Nonostante tutto ciò, lui ha continuato in maniera spregiudicata a perseguitarla sui social così Elisa, non sentendosi tutelata, ha deciso di far pubblicare i suoi video e di raccontare la sua storia sui social.
La Commissione parlamentare sul femminicidio ha fatto sapere di essersi attivata per “raccogliere dati e informazioni preliminari”. Ed è partita un’interrogazione parlamentare.