Morte Ilaria Mirabelli, alla guida dell’auto c’era Mario Molinari: lo stabiliscono i periti

COSENZA – C’è una svolta nelle indagini per la morte di Ilaria Mirabelli, la 38enne cosentina morta a Lorica il 25 agosto scorso in un presunto incidente stradale sulla statale 108 bis Silana-Cariati. Secondo le tre perizie tecniche depositate in Procura a Cosenza tutte e tre le risultanze convergono in una sola direzione: alla guida dell’auto, la Volkswagen Up, c’era Mario Molinari che è indagato con l’accusa di omicidio stradale.

L’uomo e compagno della vittima, indagato per omicidio stradale dopo la denuncia querela della famiglia di Ilaria, per tramite del legale Guido Siciliano, ha sempre negato di essere alla guida dell’auto quel tragico giorno. Ora la palla passa alla Procura della repubblica di Cosenza che dovrà pronunciarsi alla luce dei risultati dei periti. Perizia che, sulla base della ricostruzione effettuata insieme alla sorella di Ilaria, per il legale della famiglia “aveva da subito dimostrato la quasi impossibilità che una persona con la corporatura della vittima potesse guidare l’automobile in questione con il sedile nella posizione in cui é stato trovato”. L’accertamento era stato disposto dalla Procura della Repubblica con la  sorella di Ilaria che si era seduta alla guida dell’auto coinvolta nell’incidente. L’indagine sul decesso di Ilaria Mirabelli è coordinata dalla PM Donatella Donato e dalla collega Mariangela Farro.

L’incidente in cui morì Ilaria Mirabelli

Ilaria Mirabelli morì a seguito dell’incidente avvenuto in località Baracchelle nei pressi di Lorica tra le 16:30 e le ore 17:00 di domenica 25 agosto, dopo che la coppia aveva pranzato in Sila insieme ad un’altra coppia. L’incidente avvenuto sulla strada statale 108 bis aveva però sollevato sin da subito una serie di dubbi, a cominciare proprio su chi stesse guidando poco prima che la Volkswagen Up finisse fuori strada. Il corpo di Ilaria venne trovato a circa 50 metri di distanza. Da più parti, nei giorni immediatamente successivi al decesso della donna, erano giunti da diverse componenti della società civile cosentina appelli e richieste per fare piena luce sulla vicenda.