Neonata rapita: la coppia era al “Sacro Cuore” da ore. Indagini sulla sicurezza nella clinica
il dirigente della mobile "Proveremo a far luce e capire anche come sia possibile che in una struttura dove c’è un punto nascite sia possibile entrare, spacciarsi da infermiera e compiere un rapimento”
COSENZA – Dopo aver passato la notte in Questura Rosa Vespa si trova rinchiusa nel carcere di Castrovillari. Il marito, Aqua Moses, in quello di Cosenza. Sono entrambi accusati di rapimento e sequestro di una neonata. Per la coppia che ieri ha rapito la piccola di appena un giorno dalla clinica “Sacro Cuore”, si attende la convalida del fermo da parte del gip di Cosenza. Oggi in conferenza stampa gli inquirenti hanno spiegato cosa è accaduto ieri pomeriggio dal rapimento fino al ritrovamento. Se la piccola Sofia è tornata nelle braccia dei genitori, il merito va dato all’azione incisiva e immediata delle forze dell’ordine che sono riusciti a ritrovare la piccola dopo poche ore dal rapimento. Ma in molti cittadini, che ieri sera si sono radunati all’esterno della struttura sanitaria resta un grande dilemma: come sia stato possibile entrate in una clinica accreditata privata e rapire una neonata? Nessuno si è accorto che una coppia entra senza nulla ed esce con una bambina in braccio ed un ovetto?
Da quanto emerso Rosa Vespa avrebbe atteso alcune ore prima di rapire Sofia. Prima avrebbe gironzolato attorno alla clinica per diverso tempo, sedendosi anche su una panchina, facendo avanti e indietro fino al suo ingresso nella struttura avvenuta poco dopo le 18:00. “Per quello che abbiamo ricostruito – hanno spiegato gli inquirenti – la donna asseriva di essere un’addetta sanitaria della struttura, una puericultrice con il compito di prendersi cura dei bambini per essere lavati e fare accertamenti. Aveva indosso una mascherina e questo ha permesso di far guadagnare tempo alla coppia di rapitori“. Se, come dicono gli inquirenti, il mosaico su cosa sia accaduto sembra oramai composto, ci sono ancora degli aspetti che andranno chiariti e che sono sottoposti ad indagine, a cominciare dalla sicurezza della clinica Sacro Cuore.
“Proveremo a far luce e capire anche come sia possibile che in una struttura dove c’è un punto nascita quindi un reparto così sensibile sia possibile entrare spacciarsi da infermiera e compiere un rapimento” ha detto il dirigente della squadra mobile Gabriele Presti. Sul fatto che la coppia abbia tentato un primo tentativo di rapimento sempre nella stessa clinica, gli inquirenti hanno spiegato questo “è oggetto di accertamento capire se abbia o meno bussato ad altre stanze. Di sicuro il tempo trascorso dalla coppia nella struttura non è stato di breve durata“.
“Il sistema di videosorveglianza della clinica ha funzionato e fortunatamente, grazie alle telecamere, le forze dell’ordine sono riusciti a risalire immediatamente gli autori del terribile gesto” aveva spiegato Saverio Greco, proprietario e responsabile della struttura legale del gruppo IGreco, proprietaria della clinica Sacro Cuore di Cosenza dove è avvenuto il sequestro. “Sono stati attimi molto molto difficili – ha aggiunto – soprattutto per la famiglia, per la mamma. Ringraziamo soprattutto le forze dell’ordine che sono state veramente veramente brave. La donna è entrata alle 18.09 durante l’orario di visita e non chiediamo a chi entra i documenti d’identità. Quanto accaduto ci farà ripensare alle misure di ingresso”.
“E’ stato un incubo e in quei momenti ho pensato il peggio, di non rivederla più. Poi tutta la Calabria si è data da fare per trovare la mia bambina. Poliziotti, carabinieri, tutte le forze dell’ordine, tutti quanti. Accanto a me c’è sempre stata una poliziotta, Samantha, un angelo“. Così Valeria, la mamma di Sofia ha ricordato i terribili momenti vissuti dal momento della scomparsa della figlia al ritrovamento. La donna è ancora ricoverata nella clinica Sacro Cuore dove ha partorito. Anche lo choc subito ha suggerito ai sanitari di trattenerla ancora. È probabile che la donna e la neonata possano tornare a casa domani o al più tardi dopodomani.