Neonata rapita. La polizia “Sofia vittima casuale. In casa della coppia una festa, castello di carta crollato subito”

Neonata rapita e ritrovata a Cosenza, per gli inquirenti mosaico quasi chiuso "Per i familiari di Sofia una vera e propria tempesta. La nostra premura era sia quello di assicurare alla giustizia i rapitori ma era fondamentale ritrovare subito la bambina. Sistema di videosorveglianza fondamentale"

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COSENA – Sono Claudio Sole, ispettore di polizia della Questura di Cosenza e il dirigente  Gabriele Presti a raccontare i drammatici momenti dopo il rapimento della neonata di appena un giorno dalla Clinica Sacro Cuore di Cosenza, la segnalazione alla sala operativa, le indagini che hanno portato a individuare la coppia di rapitori e la piccola, e un lavoro meticoloso di tutte le forze dell’ordine. Il Questore Cannizzaro ha voluto evidenziare una cosa importante “Cosenza non è una città dove si rubano bambini. Ci siamo ritrovati ad affrontare un vicenda gravissima ma siamo davanti a un caso decisamente unico e vorrei rassicurare tutti che non c’è nessun ladro di bambini in giro e non c’è nessun allarme in città nemmeno per mamme e bambini. ”

“Fondamentali – hanno spiegato gli inquirenti – i sistemi di videosorveglianza sia della struttura che all’esterno. Vediamo nel video una donna italiana che, insieme un uomo dai tratti somatici non italiani, prendono questo bimbo, lo spostano da una culla, escono dalla struttura e si allontanano in auto. Siamo partiti dai volti parziali dei due e dal tipo di autovettura anche se non avevamo la targa. Devo dire che grazie a tutti gli agenti della mobile e alla conoscenza del territorio da parte di tutti, ma anche all’appoggio dei vari uffici come Digos e polizia postale che ha monitorato il Web. Abbiamo così identificato la possibile coppia che aveva messo in atto il gesto e ci siamo portati verso casa loro. Una volta arrivati ci siamo trovati davanti la macchina segnalata e un’abitazione con un fiocco azzurro sia al portone che davanti la porta d’ingresso dell’appartamento.

Neonata rapita: l’arrivo a casa, la finta festa e la confessione

“Quando siamo entrati dentro, c’erano i parenti che stavano festeggiando per dare il benvenuto ad un nuovo nato con confetti, foto e palloncini. Alla nostra vista si sono posti delle domande e non c’è voluto molto affinché il loro castello di carta cadesse. Una pantomima messa in atto dalla coppia che aveva già simulato da qualche tempo la gravidanza e con messaggi anche sui social ha cercato di tenere in piedi la sua messa in scena. Il rapimento del bimbo era solo il fatto culminante di tutto questa storia”.

“Messi alle strette i due hanno ammesso le loro responsabilità, provando a mitigare la loro posizione parlando anche di momenti di difficoltà nella coppia e di gravidanze pregresse andate male, ma al momento su questo non c’è alcun riscontro. La nostra premura era sia quello di assicurare alla giustizia i rapitori ma era fondamentale ritrovare subito la bambina e riportarla in ospedale: parliamo di un soggetto fragile di un appena giorno. Abbiamo chiesto alla donna dove fosse la bambina e lei ha indicato una camera dove c’era una culla con la piccola che era vestita di azzurro. Quando abbiamo preso la bimba l’emozione ha preso il sopravvento sulla tensione”.

Polizia Questura Conferenza Stampa

“Per i familiari di Sofia una vera e propria tempesta”

Potete capire lo stato d’animo dei familiari: non era un fulmine a ciel sereno, ma una vera e propria tempesta, perché al momento è emerso che non c’era nessun collegamento tra i rapitori e la famiglia. Questo ci fa ritenere che allo stato delle indagini la bambina era una vittima casuale. Poi cercheremo di capire se ci siano state dei preventivi approcci o sopralluoghi per adescare la vittima”.

Un errore rapire una femminuccia?

“Non si è ancora capito se sia stato un errore prendere una bambina perché pare che in una pasticceria i due, avessero chiesto informazioni su una torta con un nastro rosa che poi non è stata ordinata. Su questo ci sono accertamenti in corso. Proveremo a far luce e capire  anche come sia possibile che in una struttura dove c’è un punto nascita quindi un reparto così sensibile sia possibile entrare spacciarsi da infermiera e compiere un rapimento”.

“Mosaico quasi ricomposto: Abbiamo fatto squadra”

“Siamo all’inizio dell’indagine ma buona parte del mosaico è stato ricomposto. Partiamo dal fatto di avere riconsegnato una gioia alla famiglia, che inspiegabilmente e improvvisamente era venuto meno. Un plauso a chi, dalla sala operativa, non ha preso sotto gamba questa segnalazione che sembrava che talmente grave quasi da essere inverosimile. Le forze dell’ordine hanno collaborato e si sono coordinate perfettamente. Abbiamo fatto partire una squadra e un team, il procuratore D’Alessio ha messo in campo a tutto spiano tutti i nostri strumenti per ricostruire la vicenda. Abbiamo ascoltato i familiari che hanno visto la scena e consultato tutti i sistemi di videosorveglianza. Questo si è rivelato assolutamente determinante perché da lì siamo riusciti a individuare quale fosse questa coppia”.

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