Neonata rapita, Rosa Vespa resta in carcere e scagiona il marito: «ho fatto tutto da sola»
La donna ha scagionato il marito e riferito di aver aver agito da sola, senza il coinvolgimento di terze persone tenendo tutti all'oscuro
COSENZA – Avrebbe architettato il rapimento all’oscuro del marito, che non sospettava che la sua gravidanza non fosse vera così come Moses ha sempre creduto alla nascita del figlio, annunciata su Facebook l’8 gennaio scorso. Il Gip Claudia Pingitore al termine dell’udienza di convalida che si è tenuta questa mattina nel carcere di Cosenza, ha convalidato l’arresto per Rosa Vespa, 51 anni, cosentina, accusata del sequestro della piccola Sofia, avvenuto martedì scorso dalla casa di cura Sacro Cuore di Cosenza. Acqua Moses, al termine dell’udienza di convalida, è stato scarcerato.
Rosa Vespa resta in carcere e scagiona il marito
I coniugi hanno risposto alle domande poste loro dal Gip e dal sostituto procuratore Antonio Bruno Tridico, senza avvalersi della facoltà di non rispondere. Nel corso delle 4 ore di interrogatorio, la donna ha scagionato il marito e riferito di aver aver agito da sola, senza il coinvolgimento di terze persone tenendo tutti all’oscuro rispetto a quella gravidanza che in realtà non esisteva. Il giorno del rapimento, con i familiari che attendevano il nascituro in casa, si è recata in clinica per prendere quello che avrebbe per lei essere il suo bambino. La donna ha risposto alle domande del Gip per oltre un’ora, . precisando di non aver mai avuto intenzione di far del male alla bimba. Su altri aspetti la donna, a tratti colta da momenti di pianto, non ha fornito altri dettagli.