‘Non vogliamo mimose, vogliamo diritti’: Donne cosentine in piazza “Niente da festeggiare”

Un corteo animato, composto da ragazze e attiviste della provincia di Cosenza, ha scelto oggi di omaggiare questa giornata dedicata alle donne

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COSENZA – Un corteo animato, composto da ragazze e attiviste della provincia di Cosenza, ha scelto oggi di omaggiare questa giornata dedicata alle donne a modo loro attraversando la città con un corteo, niente mimose ma diritti chiedono questo oggi le ragazze in piazza. La manifestazione è partita dall’occupazione di via Savoia con uno striscione intitolato “Niente da festeggiare”, firmato Cosenza Femminista.

L’8 marzo non è una festa. Non per le donne di questa città, non per chi ogni giorno vive sulla propria pelle l’assenza di spazi sicuri, di diritti garantiti, di tutele reali. Oggi, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, attiviste e cittadine scendono in piazza per denunciare l’ipocrisia delle istituzioni e la drammatica condizione delle soggettività marginalizzate. “Oggi non c’è nulla da festeggiare” Lo sottolinea Jessica, attivista che ai nostri microfoni ha espresso la rabbia e la frustrazione di chi vede negati i propri diritti fondamentali: “Oggi non c’è nulla da festeggiare, in questa città in particolare, siamo in una situazione di estrema periferia del sud, per cui i diritti fondamentali delle persone e delle donne non vengono assolutamente garantiti. Nelle ultime settimane abbiamo assistito al tentativo di sgombero bianco del Centro Antiviolenza Roberta Lanzino, ai tentativi di sgombero delle occupazioni abitative che forniscono un tetto a decine di donne e bambini, ragazze madri. Non c’è assolutamente nulla da festeggiare. Riteniamo che le istituzioni non si stiano facendo carico dei loro compiti, quindi abbiamo deciso di attraversare oggi la città, in punti significativi e simbolici, proprio per portare all’attenzione le questioni del diritto alla casa, all’istruzione, alla salute e alla sanità.
Riteniamo che sia fondamentale che le istituzioni si assumano la responsabilità di far vivere le donne a Cosenza, al Sud e in tutta Italia.

“Non c’è spazio per chi fugge dalla violenza. La precarietà che sta vivendo il Centro Antiviolenza Roberta Lanzino è una prova lampante dell’indifferenza istituzionale nei confronti delle donne che cercano protezione. Non c’è spazio per chi ha bisogno di una casa. Le occupazioni abitative, spesso unica soluzione per donne e famiglie in difficoltà, vengono criminalizzate e sgomberate, mentre le politiche locali e nazionali continuano a ignorare chi non ha un tetto. Non c’è spazio nel mondo del lavoro. La precarietà colpisce sempre di più le donne, sottopagate e sfruttate. La maternità viene penalizzata, mentre chi sceglie di non avere figli viene giudicata. Il lavoro di cura non retribuito continua a essere invisibile. Non c’è spazio nella sanità. I consultori sono depotenziati, l’obiezione di coscienza rende l’accesso all’aborto un percorso a ostacoli e la medicina di genere resta ignorata. La salute delle donne non è una priorità. Non vogliamo mimose, vogliamo diritti Mentre tutto questo accade, le istituzioni continuano a proporre simboli vuoti: panchine rosse, eventi istituzionali, cene a tema, passerelle politiche. Ma oggi, le donne che attraversano la città non accettano più ipocrisie. L’8 marzo non è una festa. È una lotta. E oggi le donne di Cosenza, del Sud e di tutta Italia vogliono essere ascoltate.

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