Nuovo Policlinico all’Unical, Bresciani: “Ospedale di cura trasformato in centro di ricerca. Mantenere l’Annunziata”

«Spostare da una città l’Ospedale senza un progetto concreto, significa segnare la fine di quella comunità. Cosa ne sarà della città di Cosenza fra vent'anni? Che ne sarà dei suoi cittadini?»

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COSENZA – «Nei giorni scorsi, dopo l’esito del “referendum” sulla città unica, per suffragare la decisione della Regione di portare l’Ospedale di Cosenza ad Arcavacata di Rende presso l’UNICAL, si è adombrata anche una questione relativa ad aspetti idrogeologici del sito in Vaglio Lise. Ora è evidente che alla luce di tali affermazioni dovremmo semplicemente concludere che chi ha in precedenza scelto il sito di Vaglio Lise ha sbagliato. Ma la vicenda appare più complessa. Ed infatti la scelta della Regione Calabria e dell’UNICAL non ha più riguardo al solo Ospedale di Cosenza che in tal modo sarebbe “dismesso”, ma a qualcos’altro, la realizzazione di qualcosa di diverso, un Ospedale Policlinico Universitario Regionale, e da questo assunto scaturisce una serie di domande alle quali la politica, unica responsabile, deve oggi essere chiamata a rispondere». È quanto scrive in una nota la consigliera comunale di Cosenza Alessia Bresciani ma anche circoli e associazioni.

Ospedale di cura trasformato in centro di ricerca

«Innanzitutto viene da chiedersi se è giusto che il già Ospedale di Cosenza, luogo di cura dei cittadini, possa essere trasformato in un luogo dove la ricerca e, probabilmente, il profitto con posti letto riservati, diventeranno gli esclusivi protagonisti. Nella Sanità anche qui al Sud non può essere dimenticato che quando si può fare la ricerca, essa è al servizio della persona e non viceversa. Si vuole chiarire che l’agognato Ospedale all’UNICAL quale Policlinico Universitario è un centro di ricerca, diverso e separato da un luogo di cura, quale l’Ospedale di Cosenza il cui principale scopo è assicurare il servizio sanitario ai cittadini.  Ne consegue che promuovere lo spostamento del cuore di una città (quale è il luogo di cura dei suoi cittadini) significa sottomettere i bisogni anche sociali di una città intera all’esigenza di costruire un centro universitario più ampio».

Serve un disegno complessivo che risistemi i punti focali della città

«Ed allora occorre sin d’ora domandarsi (ma soprattutto rispondere): a seguito di una tale scelta che cosa ne sarà della città di Cosenza fra vent’anni? Che ne sarà dei suoi cittadini? Bisogna pensare a questa eventualità e prendere provvedimenti fin da ora. Spostare, infatti, da una città l’Ospedale senza un progetto concreto, significa segnare la fine di quella comunità. Urge un disegno complessivo che risistemi i punti focali della città e che possa rappresentare il senso dello stare ancora insieme: quali saranno i diversi servizi, la mobilità, la cultura. Altrimenti Cosenza, e non solo il suo centro storico, diventerà archeologia urbana ed i suoi cittadini saranno ancora una volta costretti ad emigrare».

I terreni Unical hanno ricevuto la valutazione sul rischio idrogeologico?

«Come sono lontani i tempi in cui la politica rivendicava l’insediamento dell’Università nel centro storico di Cosenza. Peraltro non abbiamo risposte anche ad altre domande. Per i terreni nell’area di Arcavacata ove la Regione ha indicato debba sorgere il sito del nuovo Ospedale Policlinico Universitario ha ricevuto una valutazione sul rischio idrogeologico? Quale operatore economico sarà incaricato e quando sarà costruito non solo il Nuovo Ospedale Universitario ma la necessaria città intorno ad esso? Perché un Campus Universitario con i propri servizi (anche per la mobilità) è disponibile a farsi carico dell’Ospedale di Cosenza?

Domande che acquistano risalto alla luce degli emendamenti al mille proroghe presentati con riguardo alla Calabria: il primo volto a prevedere la possibilità di nominare un Commissario straordinario per la realizzazione anche dei nuovi ospedali, ed il secondo che prevede un rinvio al 31.12.2027 della scadenza del mandato dei Rettori alla guida di atenei in cui è presente il corso di laurea in Medicina nelle regioni sottoposte al “piano di rientro”: Calabria e Molise».

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Mantenere attivo anche l’ospedale di Cosenza

Ma allora non è più corretto chiedere di mantenere l’OSPEDALE nella (e della) città di COSENZA dedicato principalmente all’assistenza sanitaria, al ricovero e alla cura dei pazienti, e realizzare un POLICLINICO UNIVERSITARIO presso l’UNICAL dove offrire cure specialistiche, con centri didattici per la formazione di studenti di medicina e professionisti sanitari e la possibilità di svolgere ricerca medica e scientifica. Si potrà creare un Istituto di ricerca all’Unical e mantenere l’Ospedale di Cosenza come Hub? La domanda corretta non è quindi dove sorgerà il nuovo Ospedale, ma cosa ne sarà della città di Cosenza. La politica ha proprio una grande responsabilità anche quella di programmare la fine di Cosenza senza però dimenticare che contestualmente deve affrontare il problema della sua rinascita. Queste risposte sono obbligate e necessarie».

Alessandra Bresciani Consigliera
Circolo Giuseppe Saragat “Sezione Gaspare Conforti”
Circolo Auser di Cosenza
Associazione Riforma Rivocati APS
Associazione Ri-ForMap APS
Associazione Civica Amica APS

 

 

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