Ospedale di Cosenza: dott. Conforti «solo il 13% delle donne ha aderito all’invito alla prevenzione»
Serafino Conforti, Coordinatore della Breast Unit dell'Ospedale di Cosenza: la nostra Regione è l'ultima in Europa per adesione allo screening e, nella provincia di Cosenza nel 2023, pochissime donne hanno aderito"
COSENZA – Il dott. Serafino Conforti, che coordina la Breast Unit dell’Annunziata interviene su una questione che ha un risvolto drammatico in Calabria ovvero, la partecipazione alla prevenzione o meglio l’adesione ai programmi di screening del tumore al seno da parte delle donne. “Come molti sapranno la nostra Regione è l’ultima in Europa per adesione allo screening e, nella provincia di Cosenza nel 2023, pochissime donne hanno aderito. Infatti solo il 13% ha partecipato su 85% delle donne che devono fare la prevenzione in base all’età che sono state invitate. Eppure ogni anno in Calabria 1.300 donne circa sono colpite da questo male”.
La scarsa partecipazione ai programmi
“Determina un rischio reale sulla mortalità della malattia che se “scoperta” in una fase iniziale ha una alta possibilità di guarigione”. Il dott. Conforti pertanto si chiede “quali sono i motivi della scarsa partecipazione da parte delle donne calabresi?”. “Ci sono ragioni logistiche visto la composizione orografica, tecniche per l’utilizzo di apparecchiature dedicate, di personale per il numero di tecnici e medici dedicati, ma sicuramente la questione più rilevante è l’atteggiamento di non scelta, di mancata condivisione, della donne calabresi. La particolare attenzione, come l’iniziativa “Sportello Rosa” del Comune di Cosenza, che viene data alla condizione della donna affetta da tumore al seno, è sempre un momento di grande solidarietà sociale”.
Il ruolo delle associazioni
Per Serafino Confrorti “le associazioni di volontariato possono fare molto di più. Bisogna però che siano in sintonia, ed abbiano una programmazione coordinata su obiettivi precisi per una campagna costante e mirata. Il coinvolgimento delle donne calabresi deve necessariamente passare da un’opera di condivisione sull’importanza della prevenzione. Le Associazioni, sostenute localmente dalle Istituzioni hanno un potenziale enorme, e se coordinate potrebbero sostenere per tutto l’anno la massima attenzione sulla necessità dello screening del tumore al seno ma anche delle altre forme tumorali dove la partecipazione è talmente bassa, da poterla ritenere una delle cause della disagiata condizione femminile in Calabria, come per il tumore del colon dove l’adesione è stata nel 2023 del 1,99% e della cervice uterina che ha una adesione del 6,08%”.
“Dare alle Associazioni di volontariato un coordinamento organizzativo e scientifico finalizzato alla preparazione di incontri, convegni e forme di pubblicità diretta, può essere una delle leve più importanti per aumentare la partecipazione con processo di formazione ed informazione per lunghi periodi producendo così una sostanziale condivisione sulla necessità di adesione allo screening con ricadute positive anche sulle forme spontanee di visita. Un aumento della partecipazione allo screening del tumore al seno significa una riduzione della mortalità in assoluto, una migliore qualità della vita, una minore riduzione di inabilità lavorativa, una minore spesa per la Regione ma soprattutto significa una scelta per la migliore qualità della vita per le tante donne che sono colpite dal tumore della mammella”.