Parco Acquatico, ecco chi gestisce il gioiello di Rende esempio di malaffare
La gara d’appalto per affidare il Parco Acquatico è andata deserta. La gestione resta in capo alla Marconi Village srl
RENDE (CS) – La gara d’appalto per affidare il Parco Acquatico è andata deserta. La gestione resta in capo alla Marconi Village srl. Il bilancio del 2023 dell’impresa è stato approvato il 25 ottobre 2024. Amministratore unico è la 40enne di cittadinanza messicana Maria Candelaria De Rose convivente di Antonio Fusinato. L’uomo viene citato nella relazione della commissione d’accesso antimafia al Comune di Rende proprio quale soggetto con pregiudizi di polizia che avrebbe ottenuto “indebiti arricchimenti a scapito della collettività”.
Il Parco Acquatico di Rende e i Fusinato
Quella del Parco Acquatico viene infatti definita dalla commissione d’accesso antimafia al Comune di Rende un “esempio di non corretta gestione del patrimonio immobiliare”. Nonostante ciò a fungere da segretario all’assemblea che ha portato all’approvazione del bilancio 2023 è il fratello di Antonio, cognato di Maria Candelaria De Rose: Francesco Fusinato.
Chi è Francesco Fusinato
Nelle proprie osservazione la commissione di accesso antimafia nel riferire della gestione ambigua del Parco Acquatico Santa Chiara cita anche Francesco Fusinato. Il 55enne, quando la relazione della commissione d’accesso antimafia è stata consegnata in Prefettura risultava: «condannato per emissione di assegni senza provvista, fallimento, emissione di assegno senza autorizzazione, emissione di assegni senza provvista continuato e atti osceni; agli atti dell’Arma annovera un precedente di polizia (15.11.2019) per i reati di disciplina del fallimento e bancarotta».
La contabilità ufficiale del Parco Acquatico
L’appalto per la gestione della durata di 20 anni del Parco Acquatico, al quale nessuna impresa ha inteso candidarsi vale 19.191.442 euro. Ricavi che il concessionario incasserebbe a fronte di costi complessivi stimati in 17.204.689 euro, con un utile di circa 100.000 euro l’anno. Ad oggi il capitale sociale della Marconi Village che di fatto ne è gestore è di 10.000 euro, di cui versati 2.500 euro. Il risultato d’esercizio al 31 dicembre 2023 è di 2.000 euro: 500 saranno destinati a riserva legale, 1.500 euro a riserva straordinaria. L’impresa vanta crediti per 166.568 euro e debiti per 264.766 euro. I ricavi sono pari a 203.387 euro e i costi ammontano a 197.239 euro. Per pagare l’intero personale, 7 addetti a tempo determinato (quasi tutti assunti part-time) in totale nel 2023 ha speso molto poco: circa 10.000 euro. La terna commissariale dovrà ora decidere cosa fare del gioiello di Rende costruito per portare il “mare in città”.