Paventata chiusura del Reparto Prevenzione Crimine di Cosenza, Silp Cgil «a rischio la sicurezza di tutti»

Renato Guaglianone, segretario organizzativo per la SILP CGIL della Polizia di Cosenza, interviene sulla paventata chiusura del presidio: "un allarme da lanciare alla Politica e a tutti i cittadini della provincia. E' a rischio è la sicurezza di tutti!"

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COSENZA – “Ci risiamo, ritorna a bomba la discussione sulla chiusura di 7 Reparti Prevenzione Crimine in Italia tra cui quello di Cosenza”.E’ quanto scrive Renato Guaglianone, segretario organizzativo per la SILP CGIL della Polizia di Cosenza. “La scelta ancora non è tanto chiara, atteso che sicuramente non si tratta di una questione economica visto che il Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale è ospitato gratuitamente nel sito di proprietà dell’ANAS a Cosenza Nord, senza pagare alcuna utenza e strategicamente posizionato all’ingresso delle principali arterie calabresi”.

“Nè possiamo pensare che operativamente non sia valido, visto che assicurando più di 10 pattuglie giornaliere nel solo anno 2024 appena passato, ha identificato più di 80.000 (ottantamila) persone, controllato più di 40.000 (quarantamila) veicoli, partecipato a 13 operazioni di Polizia Giudiziaria con 70 arresti all’attivo e assicurando un controllo del territorio per la provincia di Cosenza, di Crotone, di Brindisi, Bari, Lecce, Roma e persino in Albania al “famoso” centro di accoglienza, con più di 2400 equipaggi su strada”.

“Numeri notevoli che – spiega Guaglianone – con la chiusura totale del Reparto Prevenzione Crimine “Cosenza” si perderebbero regalando spazio alla criminalità organizzata presente nelle nostre zone. Altro aspetto importante, poi, le professionalità degli operatori che ne fanno parte (tutti specializzati al controllo del territorio) si perderebbero cercando inutilmente di rinforzare gli Uffici di Polizia ormai in affanno per mancanza di personale a causa della politica fallimentare di assunzione di giovani poliziotti che con un concorso annuale di soli mille unità non assicurano certamente il “turn-over”. Il progetto prevede un solo Reparto Prevenzione Crimine in Calabria a Vibo Valentia di sole 60/70 unità che dovrebbero assicurare il controllo straordinario del territorio per tutta la regione Calabria”.

“Un progetto impossibile se pensiamo alla morfologia del territorio calabrese, alle scarse arterie viarie e al fatto che la sola provincia di Cosenza con i suoi 154 comuni e con una estensione pari alla Liguria non può sicuramente essere controllata con una aliquota cosi inconsistente. Un allarme da lanciare alla Politica e a tutti i cittadini della nostra provincia…. a rischio è la sicurezza di tutti!”.

Noi Moderati Cosenza: “chiusura reparto è un errore grave”

Anche la politica, come sempre, gioca un ruolo cruciale in questa discussione. Fulvio Campanaro, esponente di Noi Moderati di Cosenza, si schiera a difesa del reparto. Sottolineando che perdere un snodo di sicurezza come quello dell’anticrimine di Cosenza sarebbe una scelta autolesionistica, soprattutto in una zona ad alta densità di attività della ‘ndrangheta e della criminalità organizzata. La centralizzazione del controllo, infatti, non solo non sarebbe efficace, ma rischierebbe di indebolire le difese in una delle aree più critiche della Calabria.

Secondo Campanaro, la chiusura del reparto sarebbe un errore strategico grave e incomprensibile, soprattutto in una regione dove la criminalità organizzata continua a rappresentare una minaccia concreta alla sicurezza e alla tranquillità dei cittadini. La presenza di un reparto specializzato e ben distribuito sul territorio è, dunque, una garanzia per la sicurezza collettiva.

“Se necessario, arriveremo al punto di fare un’integrazione parlamentare per chiedere risposte concrete e tutelare la sicurezza dei cittadini”, ha dichiarato Campanaro. “Non possiamo accettare che un presidio così importante venga smantellato senza una valida giustificazione. Ci batteremo in tutte le sedi affinché questa decisione venga rivista”.
È fondamentale che la politica locale e nazionale faccia fronte comune per evitare che la chiusura del reparto anticrimine di Cosenza metta a rischio la sicurezza dell’intera regione.

In un contesto come quello della Calabria, dove le sfide alla legalità sono ancora molteplici, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. L’unione tra istituzioni, forze dell’ordine e cittadini è essenziale per garantire un futuro di sicurezza e sviluppo per tutta la regione.

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