“Reset”, assolto il sindacalista Campolongo: «sono tornato a vivere, un incubo finito»
Il sindacalista della Cisl è stato assolto dall’accusa di concorso morale in estorsione aggravata. Il commento dell’avvocato Nicola Carratelli
COSENZA – A difendere Gianluca Campolongo, sindacalista Cisl, che è stato giovedì nel giudizio abbreviato del processo “Reset” è l’avvocato Nicola Carratelli. «Dal 1 settembre 2022, giorno in cui è stato sottoposto agli arresti domiciliari con la gravissima accusa di concorso morale in estorsione aggravata dal metodo mafioso – scrive l’avv. Carratelli – Gianluca Campolongo ha vissuto in una sorta di bolla, che definire incubo è senz’altro riduttivo. Pur essendo pienamente consapevole della propria innocenza, ha dovuto misurarsi con la mortificazione della restrizione della libertà, della perdita dei rilevanti incarichi sindacali affidatigli a seguito di ultra decennale laboriosa e competente attività, della quantomeno perplessa considerazione dell’opinione pubblica».
«Pur ricevendo continui attestati di stima da parte di chi lo ha conosciuto e che, per tale ragione, era assolutamente convinto della sua estraneità a qualsivoglia illecito, tanto più con riferimento alla predetta gravissima accusa, Gianluca Campolongo è rimasto, da quel giorno, con la mente sospesa, con l’animo sospeso, con il morale sospeso, in attesa che quella sua sicura, indiscutibile, assoluta estraneità venisse riconosciuta».
«La piena sentenza assolutoria emessa nei suoi confronti ha cancellato i lunghissimi mesi di quella angosciosa situazione, e gli consente di ritornare a testa alta ad esercitare, con la passione, la competenza e la generosità tipica della sua persona, l’attività sindacale della quale, insieme alla libertà, è stato ingiustamente fino ad oggi privato. Gianluca Campolongo – ha proseguito l’avvocato Carratelli – non intende formulare riserve verso l’operato di alcuno, né limitarsi ad esternare banali espressioni di compiacimento. L’affermazione della sua estraneità, nonostante la pesante richiesta di condanna, gli consente di comunicare, finalmente, di essere tornato a vivere, ringraziando i suoi familiari e tutti gli amici che lo hanno sempre stimolato a credere che questo giorno sarebbe arrivato, facendolo uscire da quella sorta di bolla, facendolo svegliare dal peggiore degli incubi».