Sanità: Guccione «la gestione commissariale di Occhiuto è un fallimento», ecco perchè

La situazione dell'ospedale di Cosenza è drammatica "mancano oltre 300 posti letto e i pazienti in PS aspettano settimane per trovare un posto in reparto"

COSENZA – Non è affatto un bilancio positivo quello relativo alla sanità calabrese, secondo il consigliere nazionale del Partito Democratico Carlo Guccione che ha indetto stamattina una conferenza stampa sul tema “SOS Sanità in Calabria. Novembre 2021 – Luglio 2023: il fallimento del commissariamento Occhiuto. Dalla denuncia alla proposta”.

E Guccione ha fatto il punto proprio sugli oltre 30 mesi di commissariamento da parte del presidente di Regione, partendo dai Lea e finendo alla situazione contabile. «I livelli essenziali di assistenza sono peggiorati e lo dicono tutte le statistiche fatte da organismi indipendenti e non politici o d’opposizione. I ministeri affiancanti dicono che Occhiuto non ha speso le risorse destinate ai Lea per la Calabria. E’ stata persino approvata una legge che prevede per le Asp e le aziende ospedaliere l’approvazione del bilancio, anche se non stati approvati quelli precedenti. L’Asp di Cosenza – spiega Guccione – non approva bilanci dal 2018 e Reggio Calabria dal 2013. Come possono essere a posto i conti se si basano su questi presupposti?»

Dal Pnrr salute potrebbero arrivare, secondo Guccione, le soluzioni: «La rivoluzione che prevede il Pnrr Salute è di costruire una rete sanitaria territoriale, di prossimità, attraverso le Case della Salute, le Case e gli Ospedali di Comunità. In Calabria sono previste 9 case della Salute dal 1996 e non se n’è realizzata una. C’è necessità di attuare l’assistenza domiciliare integrata, la telemedicina, la digitalizzazione. Abbiamo due anni e l’unico modo per uscire dal piano di rientro è costruire questa rete territoriale».

Infine il nuovo ospedale di Cosenza, ma prima ancora il potenziamento dell’Annunziata: «prima del nuovo – conclude Guccione – bisogna mettere mano all’attuale ospedale dell’Annunziata» che, spiega, è letteralmente “dimezzato“. «Invece di 730 posti letto, ne sono attivi 425 e ne mancano 305. Ci sono pazienti al Pronto soccorso che aspettano da settimane un posto in reparto». 

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