Ultrà del Cosenza morto a Villa degli Oleandri, indagini per ricostruire la dinamica del decesso

La salma di Salvatore Iaccino è stata sottoposta a sequestro al fine di eseguire gli accertamenti necessari a stabilire la dinamica degli eventi che ne hanno determinato il decesso

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COSENZA – La morte di Salvatore Iaccino ha lasciato un vuoto nella comunità del centro storico e tra la tifoseria cosentina. Le cause del decesso restano ancora da stabilire. La dirigenza della clinica Villa degli Oleandri ha inizialmente attribuito l’evento a un suicidio per impiccagione. Una versione che però non ha inteso comunicare direttamente ai familiari, ma all’avvocato che lo aveva incontrato un paio d’ore prima che il suo cuore cessasse di battere. Il corpo dell’uomo è stato intanto sequestrato in attesa degli esami necroscopici finalizzati a ricostruire la dinamica degli eventi che hanno portato alla prematura scomparsa del noto tifoso cosentino. Domani mattina dovrebbe essere eseguita l’autopsia alla presenza anche del perito di parte.

L’incontro con l’avvocato

Salvatore si trovava agli arresti domiciliari da agosto nella clinica Villa degli Oleandri in quanto ritenuto incompatibile con il regime carcerario e bisognoso di un piano terapeutico dedicato. Quel pomeriggio in cui ha perso la vita aveva incontrato il suo legale difensore, Mattia Caruso, alle 16:30. «Il sequestro della salma – spiega Caruso – è un atto dovuto quando c’è un episodio di morte violenta anche nei casi di violenza apparentemente autoinflitta. Probabilmente verrà eseguita l’autopsia anche per stabilire l’orario del decesso e le cause esatte che lo hanno determinato. Lo avevo visto poche ore prima. Era certamente frustrato dalla detenzione, ma stava bene. Lamentava solo mal di pancia e ci eravamo accordati per chiedere al giudice di potersi recare in ospedale per fare visite specialistiche. Intorno alle 19:00 ho ricevuto la chiamata da Villa degli Oleandri che mi ha comunicato quanto fosse avvenuto. È stato un brutto colpo perché era una persona con una grande sensibilità ed umanità. Ripeteva di voler risarcire i danni causati e aveva maturato una forte consapevolezza dell’importanza di seguire un percorso riabilitativo e rieducativo. Sono diverse le manifestazioni di vicinanza che stanno arrivando alla sua famiglia».

La tentata fuga

Il giorno precedente alla morte, Salvatore Iaccino sembrerebbe abbia tentato la fuga dalla struttura all’interno della quale avrebbe avuto un alterco con uno dei sanitari. Gli operatori lo avrebbero quindi trattenuto contro la sua volontà per evitare che potesse allontanarsi. Nel pomeriggio successivo è stato travolto da un particolare stato di agitazione, nonostante i farmaci somministrati. Un malessere che lo ha portato ad urlare ripetutamente per diverse ore chiedendo aiuto. Il corpo privo di vita pare sia stato trovato nella sua stanza, al buio, grazie alla segnalazione di un residente. Allertato dalla presenza di una sagoma l’uomo ha tentato, invano, di contattare la clinica Villa degli Oleandri dove i telefoni squillavano a vuoto intorno alle 18:45. Non si è però arreso. Ha contattato le altre strutture di proprietà del gruppo Crispino finché un addetto ha risposto e inoltrato la segnalazione ai sanitari di turno. Sul caso indagano i carabinieri del stazione di Mendicino coordinati dal pm Domenico Frascino della Procura di Cosenza.

Il silenzio della dirigenza

La clinica Villa degli Oleandri, che aveva in carico Salvatore Iaccino, è di proprietà di Giorgio Crispino che risulta esserne amministratore unico. Sua moglie, la psichiatra 60enne Bruna Scornaienchi è invece la direttrice sanitaria della struttura. La coppia che ha acquisito anche la clinica Villa Verde, nota in passato per le false perizie psichiatriche ai boss della ‘ndrangheta, è finita al centro delle cronache per il sequestro di un’altra struttura nel Reggino. Si tratta di Villa Aurora dove nel dicembre 2023 la Procura di Reggio Calabria ha chiesto e ottenuto che fossero apposti i sigilli con l’accusa di inquinamento ambientale derivato dal sistematico smaltimento illecito di rifiuti sanitari speciali. Le ipotesi di reato sono state in parte ridimensionate, ma la struttura è ancora sottoposta ad amministrazione giudiziaria. I Nas nel 2020 fecero irruzione nella Rsa di Bocchigliero diretta da Scornaienchi per la diffusione dei contagi Covid nella struttura invitando l’Asp di Cosenza a intervenire sul focolaio da coronavirus evidenziando “una serie di difficoltà organizzative dovuta al limitato numero di addetti”. Crispino e Scornaienchi non hanno ad oggi ritenuto di dover fornire chiarimenti sul decesso ai parenti di Iaccino.

 

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