Verso le elezioni. Rifondazione Comunista «A Rende la normalità è rivoluzionaria»

Rifondazione Comunista è disposta a proseguire l’interlocuzione con tutte quelle forze che intendono costruire un fronte popolare che batta la destra e siano critiche (ed autocritiche in alcuni casi) rispetto alle politiche pseudo-riformiste del centro-sinistra

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RENDE – «Il dibattito nel mondo della sinistra a Rende dovrà a breve chiarire se è davvero possibile la costruzione di un programma di alternativa progressista scritto dal basso con le associazioni, i sindacati, i partiti, le cittadine ed i cittadini. Tale programma a nostro avviso dovrà essere scritto assieme alle giovani generazioni che vivono nella nostra città notevoli disagi e che spesso sono spinte sulla strada dell’emigrazione». È quanto scrivono in una nota Gianmaria Milicchio Segretario Provinciale PRC Cosenza, Rita Dodaro e Domenico Passarelli Co-segretari Circolo Area urbana “Gullo-Mazzotta” Rifondazione Comunista in vista delle prossime elezioni comunali a Rende.

«Lontani da forme di giovanilismo fine a sé stesso crediamo che un programma di questo genere non possa avere come punto di convergenza personalità che hanno già abbondantemente avuto modo di dar prova della loro visione della gestione della cosa pubblica nelle piccole e nelle grandi amministrazioni per decenni fuori e dentro la nostra città. Rifondazione Comunista è dunque disposta a proseguire l’interlocuzione con tutte quelle forze che intendono costruire un fronte popolare che batta la peggiore destra che in questo momento governa il nostro paese ma che al contempo siano critiche (ed autocritiche in alcuni casi) rispetto alle politiche pseudo-riformiste del centro-sinistra. Sono tali politiche, infatti, ad aver condotto il comune al dissesto amministrativo che ha aperto la strada al governo del centro-destra».

«Siamo ben consapevoli che per taluni la normalità che chiediamo possa apparire velleitarismo rivoluzionario. Sarebbe infatti normalità, per noi, vivere in una città protetta dal consumo di suolo e dalla speculazione edilizia, una città in cui ci sia posto per il confronto ed il dialogo democratico per tutte le forze sociali, politiche ed economiche del territorio. Sarebbe normale vivere in una città in cui il verde urbano sia un bene comune da difendere e nella quale i beni comuni vengano fruiti nello spirito della pubblicizzazione e della gestione collettiva. Altrettanto normale sarebbe vivere in un comune inclusivo e solidale attento alle questioni di genere ed al femminismo e che agevoli e favorisca la partecipazione delle comunità lgbtqia+ e delle realtà di impegno sociale presenti sul territorio».

«Normalità è avere un sistema di trasporti pubblici eco-sostenibile e controllato pubblicamente ed un sistema di welfare comunale che protegga le fasce più deboli della popolazione da fenomeni come la gentrificazione dei quartieri centrali e dall’abbandono sociale di quelli periferici. Negli ultimi incontri pubblici abbiamo interagito con soggettività disposte ad intravedere in questa normalità una progettualità per la Rende del 2030, altre che possono essere un ostacolo a tale “libro dei sogni”. Ci auspichiamo dunque che le forze che hanno a cuore il futuro, oltre che il passato, di questa città riescano a trovare la sintesi di questo progetto abbandonando lo scudo della sola ed esclusiva alternativa alle destre per immaginare davvero il futuro di Rende con i cittadini e le cittadine».

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