ROMA – Le pre-intese sull’Autonomia differerenziata preoccupano il governatore della Calabria Roberto Occhiuto che ieri ha chiesto al governo un tavolo urgente.
“Io ho interloquito con il segretario di Forza Italia, Tajani, che ha condiviso con me, con Meloni e con Salvini il percorso sia dello schema delle intese preliminari sia quello delle pre-intese e proprio ieri sera ho avuto anche una chiacchierata col presidente Roberto Occhiuto, con cui mi confronterò penso già settimana prossima, dicendogli: leggiamo insieme queste intese e vedrai che nessun rischio di sperequazione c’è per nessuna regione d’Italia”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli dopo aver firmato le pre-intese sull’autonomia con la Regione Lombardia al Palazzo Lombardia di Milano, replicando a chi gli chiedeva dei malumori di Forza Italia e del governatore della Calabria Roberto Occhiuto.
utonomia differenziata: cos’è e perché è al centro del dibattito politico
L’autonomia differenziata è una forma di decentramento amministrativo prevista dall’articolo 116 della Costituzione italiana, che consente alle regioni di richiedere competenze aggiuntive rispetto a quelle attribuite dallo Stato centrale. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire una maggiore efficienza nella gestione di settori come istruzione, sanità, infrastrutture, trasporti e politiche sociali, adattando le decisioni alle esigenze specifiche dei territori.
Negli ultimi anni, il tema è diventato particolarmente centrale nel dibattito politico, soprattutto a seguito delle richieste avanzate da Regione Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, che mirano a ottenere più risorse e maggiori competenze nella gestione dei fondi statali. Tuttavia, la discussione non riguarda solo le regioni più ricche: anche regioni come la Calabria e altre del Sud Italia hanno chiesto chiarimenti sul rischio di sperequazioni tra territori, temendo che l’autonomia differenziata possa aumentare il divario economico e sociale tra Nord e Sud.
Pre-intese e intese preliminari: come funziona il percorso
Per arrivare a una piena autonomia differenziata, le regioni devono negoziare con lo Stato un percorso articolato in più fasi:
-
Intese preliminari: documento in cui lo Stato e la Regione definiscono gli ambiti di competenza e le aree di intervento che saranno oggetto di autonomia differenziata.
-
Pre-intese: passaggio successivo, dove vengono definiti dettagli operativi, criteri di finanziamento e modalità di gestione delle competenze trasferite.
-
Accordo definitivo e ratifica parlamentare: solo al termine di questo processo lo Stato concede formalmente nuove competenze alla Regione.
Come ha spiegato il ministro Roberto Calderoli, le pre-intese con Lombardia e altre regioni mirano a garantire che nessuna regione sia penalizzata e che i principi di equità e solidarietà tra territori siano rispettati. Il dialogo con esponenti locali come il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, rientra in questo approccio collaborativo volto a prevenire malumori o interpretazioni distorte del testo delle intese.
Criticità e rischi dell’autonomia differenziata
Nonostante i potenziali vantaggi in termini di efficienza amministrativa, l’autonomia differenziata presenta alcune criticità:
-
Rischio di sperequazione tra regioni ricche e povere: se le competenze e i fondi vengono trasferiti senza meccanismi di riequilibrio, le regioni più ricche potrebbero ottenere servizi migliori, mentre quelle meno sviluppate rischiano di rimanere indietro.
-
Complessità normativa: la gestione delle competenze differenziate richiede norme precise e coordinamento continuo tra Stato e Regione.
-
Tempi lunghi di attuazione: anche dopo la firma delle intese, il passaggio effettivo delle competenze può richiedere anni, con possibili rallentamenti nella fruizione dei servizi.
Per affrontare queste criticità, il legislatore ha previsto strumenti di monitoraggio, valutazione dei fabbisogni e redistribuzione delle risorse, che dovrebbero garantire maggiore equità tra le regioni.
Benefici attesi per le regioni (se correttamente attuata)
Se correttamente implementata, l’autonomia differenziata può portare a vantaggi concreti per i cittadini:
-
Sanità più efficiente: possibilità di organizzare ospedali, servizi domiciliari e assistenza sanitaria in base alle esigenze locali.
-
Istruzione e formazione mirata: gestione autonoma delle scuole e dei percorsi formativi per rispondere meglio alle caratteristiche del territorio.
-
Infrastrutture e trasporti: progettazione e manutenzione di strade, ferrovie e servizi pubblici con maggiore tempestività e attenzione alle priorità locali.
-
Sviluppo economico e sociale: autonomia decisionale su politiche industriali, agricole e turistiche, favorendo la crescita e l’occupazione.
In Calabria, ad esempio, l’attenzione si concentra sulla possibilità di rafforzare servizi socio-sanitari e infrastrutture locali, mantenendo comunque una visione integrata con lo Stato per evitare squilibri rispetto ad altre regioni italiane.
