Blitz alle prime luci dell’alba, tra Calabria, Sicilia e Toscana della guardia di finanza per l’esecuzione di diciotto provvedimenti di fermo. Sgominato un traffico di cocaina che arrivava nel porto di Livorno
REGGIO CALABRIA – Il blitz è volto a disarticolare un’organizzazione criminale dedita all’importazione di cocaina dal Sud America. I finanzieri di Catanzaro, su disposizione della Dda di Reggio Calabria, stanno eseguendo diciotto provvedimenti di fermo ed hanno sequestrato 300 chili complessivi di stupefacente. La cocaina arrivava in Italia da Costarica e Repubblica Domenicana grazie anche ad elementi colombiani. L’organizzazione è collegata alle cosche del reggino dei Bellocco e dei Paviglianiti.
L’operazione, denominata “Gerry”, rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa che ha visto impiegati oltre 150 finanzieri, con l’ausilio di unità Antiterrorismo Pronto Impiego, di unità cinofile e della componente aerea del Corpo, per l’arresto di 18 soggetti tra Calabria e Toscana e l’esecuzione di numerose perquisizioni.
Le indagini hanno consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, composta da soggetti vicini a diversi sodalizi criminali riconducibili alle famiglie Bellocco di Rosarno, Mole’ – Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova e Paviglianiti, quest’ultima attiva sul versante jonico reggino. In particolare, tra i soggetti fermati, compare anche Bellocco Michele, accusato del coinvolgimento nell’importazione di centinaia di chili di cocaina dal Sudamerica.
I clan calabresi, così come più volte accertato, erano in grado di contrattare direttamente con i “Cartelli Sudamericani”, l’acquisto di grosse partite di stupefacenti, tanto che i militari hanno sottoposto a sequestro presso il porto di Livorno 300 chili di cocaina e circa 17 kg di codeina, riuscendo, poi, a ricostruire un’ulteriore importazione di narcotico pari a 57 chilogrammi di cocaina, oltre ai numerosi altri tentativi di importazione non andati a buon fine.
Ma la consorteria non si limitava alla sola redditizia cocaina. Le indagini hanno provato, infatti, come i sodali riuscivano ad ottenere lauti guadagni anche dalla compravendita di importanti partite di marijuana e hashish. L’operazione antidroga ha dimostrato come i trafficanti calabresi ricevevano disponibilità liquide anche da soggetti insospettabili, quali commercianti e professionisti, che non disdegnavano di fare affari mediante l’acquisto all’ingrosso della cocaina.
Sintomatico, a tal proposito, è quanto scoperto dai finanzieri che, partiti dalla potente organizzazione di narcos operante tra Rosarno, Gioia Tauro, Melicucco e San Luca, hanno esteso il raggio d’azione nei confronti anche di un libero professionista, anch’egli finanziatore, nonché acquirente di ingenti partite di sostanze stupefacenti, sempre provenienti dal Sudamerica.
L’inchiesta svolta dalle unità specializzate del Nucleo di Polizia Tributaria/G.I.C.O. di Catanzaro ha consentito di identificare complessivamente 32 soggetti, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte giunti nel nostro Paese.
Organizzazioni che curano le importazioni in ogni dettaglio, riducendo al minimo le comunicazioni e scegliendo accuratamente ove far giungere la cocaina. Non è un caso, difatti, che i narcotrafficanti abbiano deciso di far arrivare la parte più sostanziosa dei carichi di droga al porto di Livorno, potendo lì godere dell’appoggio, in particolare, di un soggetto di origini calabresi, emigrato in quella zona da anni, il quale è riuscito a costruire una vera e propria squadra di lavoro in grado di agire indisturbata nel porto, aprire i containers, estrarre il prezioso carico e portarlo lontano da “occhi indiscreti”.
L’intera operazione ha permesso di infliggere all’organizzazione delinquenziale rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni: la droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 100 milioni di euro una volta raggiunte le piazze di spaccio.
I NOMI DEI FERMATI
Arcuri Domenico, di Rosarno
Arcuri Marco, di Rosarno
Auddino Michele di Melicucco
Bellocco Michele, di Rosarno
Ciocchetti Michelangelo, di Siderno
D’Ambrosio Enrico, residente a Ponte Buggianese (Pistoia)
Favasuli Sandro, di Bova Marina
Grasso Domenico di Rosarno
Kalthi Dhimiter, residente a Massa e Cozzile (Pistoia)
Novello Francesco, residente a Fucecchio (Firenze)
Palumbo Vincenzo, di Gioia Tauro
Rodriguez Margarita Alejandra, nata in Colombia
Salazar Garcia Andrea, nato in Colombia
Scandinaro Salvatore, di Rosarno
Sorrenti Antonio, di Gioia Tauro
Talia Paolo, di Africo
Voto Vincenzo di Uzzano (Pistoia)
Zavettieri Pietro Buonaventura di Reggio Calabria