Hanno intonato “Bella ciao”, in centinai a manifestare in piazza a Roma per unirsi al sindaco Lucano travolto da una vicenda giudiziaria che i Radicali del Lazio definiscono embelmatica di una contrapposizione tra leggi criminogene come la Bossi-Fini e i tentativi di implementare processi virtuosi produce veri e propri cortocircuiti
RIACE (RC) – “Arrestateci tutti”. Questo lo slogan che riecheggia in piazza dell’Esquilino a Roma durante la manifestazione indetta per esprimere solidarietà al sindaco di Riace, Mimmo Lucano, arrestato questa mattina per favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Centinaia di persone si sono ritrovate in uno dei quartieri multietnici della Capitale intonando, tra l’altro, anche “Bella Ciao”. “La solidarietà non è reato”, “Il silenzio è complice”, “Io sto con la sposa #matrimonisolidali”, si legge su alcuni manifesti. In piazza anche la segretaria della Fiom, Francesca Re David, rappresentanti dell’Anpi, degli studenti, di “Articolo 1-Mdp” e molti attivisti dei movimenti. “Avesse rubato 49 milioni sarebbe ministro. Invece aiuta le persone e lo arrestano”, la didascalia che accompagna una delle tante foto del sindaco presenti in piazza.
Radicali Lazio: leggi criminogene fanno ‘corto’
“Da quanto si evince leggendo l’ordinanza di custodia cautelare la vicenda giudiziaria del sindaco di Riace Domenico Lucano è emblematica di un Paese in cui la contrapposizione tra leggi criminogene come la Bossi-Fini e i tentativi di implementare processi virtuosi produce veri e propri cortocircuiti”. Così in una nota il capogruppo di +Europa Radicali al Consiglio Regionale del Lazio Alessandro Capriccioli, tra i promotori del manifesto ‘Inclusione per una società aperta’. “Non sorprende che in questo contesto surreale – prosegue Capriccioli – possano diventare ‘espedienti criminosi’ comportamenti finalizzati a realizzare inclusione, e ‘illeciti penalmente rilevanti’ tentativi di riqualificare, attraverso l’integrazione, un intero territorio. Tutto ciò, anziché essere di monito a chi intende proseguire lungo la strada di una legislazione irrazionale e demagogica, che ha il solo scopo di alimentare l’odio anziché risolvere i problemi – afferma ancora – nel racconto dei populisti diventa il presupposto per perseverare in quella direzione: prescindendo dalla realtà, dalle necessità che essa comporta e dalle risposte più ragionevoli a quelle necessità. Questo – conclude Capriccioli – è il dato politico più importante che emerge dalla vicenda di Mimmo Lucano, al di là della fiducia nella magistratura e del garantismo che deve restare fermo fino a che non intervenga una condanna definitiva. Un dato che, a quanto pare, chi ci governa ha deciso, colpevolmente, di ignorare”.
Pisapia: solidarietà a uomo di grande impegno
Mimmo Lucano ha sempre avuto un impegno “costante” per “dare speranza a chi fugge dalla guerra, dalla fame e dalla violenza”. Con queste parole l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha espresso la sua solidarietà a Domenico Lucano, il sindaco di Riace, arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “Conosco lui e il suo costante impegno per dare speranza a chi fugge dalla guerra, dalla fame e dalla violenza. Mimmo Lucano – ha sottolineato Pisapia – in questi anni ha cercato sempre di essere amico della sua comunità e non si è mai risparmiato per trovare soluzioni concrete per le persone, in particolare per chi aveva più bisogno di aiuto. A lui va la mia solidarietà che si unisce a quella dei tanti che in queste ore gli hanno espresso un sentimento di vicinanza”.
Cgil Abruzzo: preoccupazione per comunità
“Riace, luogo in preda allo spopolamento, è divenuto nel tempo, un simbolo riconosciuto a livello internazionale come sistema efficace di accoglienza diffusa. Restiamo in attesa che le inchieste della magistratura facciano il loro corso e, nel massimo rispetto dell’operato degli inquirenti, restiamo in attesa di conoscere i dettagli del provvedimento notificato al Sindaco Mimmo Lucano”. Lo afferma la Cgil Abruzzo a proposito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del primo cittadino. “Nel contempo, in questo delicato momento – sottolinea Rita Innocenzi, della segreteria regionale del sindacato – impossibile da parte nostra non nutrire preoccupazioni per la comunità di Riace. Resta, infatti, per noi immutato il valore di una società basata sul modello interculturale dove l’inclusione rappresenta l’unico sbocco possibile nonché occasione di sviluppo per il territorio e per il Paese”.
Cisl, fare chiarezza ma non scalfire impegno
“Ci auguriamo che l’inchiesta della magistratura chiarisca nel più breve tempo possibile eventuali responsabilità sulla vicenda del comune di Riace”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello. “Detto questo, ciò che sta accadendo non può minimamente scalfire l’impegno civile e solidale di tante associazioni umanitarie ed il bisogno di integrazione e di accoglienza di cui il nostro paese ha bisogno per assistere migliaia di profughi che scappano dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla fame”.
Fratoianni: clava contro Mimmo
“Per giustificare la loro crociata anti-poveri e scavalcare a destra Salvini, gli esponenti del M5S utilizzano la clava dell’azione della magistratura contro un sindaco che è stato prima lasciato solo dal precedente governo e poi criminalizzato dall’attuale esecutivo. Mimmo Lucano ha disobbedito, non si è arricchito”. Cosi il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali, replica alle parole del sottosegretario Sibilia. “Peraltro – prosegue l’esponente di Leu – il sottosegretario Sibilia fa riferimento a proprie dichiarazioni dell’agosto scorso su Riace che “ora sono più comprensibili” (citazione sua). Vuol dire che sapeva qualcosa?” “Quanto è infimo chi non dice una parola sulle sentenze contro il partner di governo, perché potente, e poi utilizza la magistratura – conclude Fratoianni – contro un sindaco solo, di un paese piccolo?Vergognatevi”.
Pollastrini: resta riferimento di integrazione
“Riace resta un riferimento di integrazione e umanità. Un ministro dell’Interno serio dovrebbe rammaricarsi, anzichè usare un’inchiesta per spargere veleni e regressione. Ma, d’altronde, questo è il suo mestiere preferito, quello di avvelenare pozzi, alimentare diffidenze e odio”. Lo afferma la vicepresidente del Partito democratico, Barbara Pollastrini, sulla sua pagina Facebook.