Caronte&Tourist, i tentacoli della ‘ndrangheta nei servizi sulle navi. Anche le assunzioni

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La società privata di navigazione che assicura il traghettamento tra la Calabria e la Sicilia in amministrazione giudiziaria per 6 mesi perché “permeabile alle infiltrazioni della ‘ndrangheta”. Il provvedimento della DIA tra i più importanti del genere mai eseguiti in Italia. Valore dell’azienda che assicura da 50 anni il traghettamento tra Calabria e Sicilia da mezzo miliardo di euro

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MESSINA – In codice è stata denominata “Scilla e Cariddi” ma di mitologico c’è solo il riferimento alla leggenda, nell’operazione della Dia di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, che ha portato all’amministrazione giudiziaria della società privata di navigazione Caronte&Tourist che ha sede a Messina e assicura il traghettamento tra le sponde calabresi e siciliane dello Stretto. Il provvedimento, tra i più importanti del genere mai eseguiti in Italia, è stato disposto dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta del procuratore della Dda Giovanni Bombardieri, degli aggiunti Giuseppe Lombardo e Gaetano Paci e dei sostituti Stefano Musolino e Walter Ignazitto. La misura, eseguita dalla Dia, della durata di sei mesi, fa seguito ad indagini che avrebbero fatto emergere, anche grazie alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, tanto la permeabilità della società rispetto ad infiltrazioni della ‘ndrangheta, quanto l’agevolazione garantita dalla società in favore di soggetti ritenuti esponenti della cosca di ‘ndrangheta Imerti-Condello di Reggio Calabria come Massimo Buda e Domenico Passalacqua. In particolare, il Tribunale ha anche disposto un sequestro di beni per 800 mila euro a Massimo Buda, figlio del boss Santo, esponente apicale dell’omonima cosca federata agli Imerti-Condello, condannato in appello, nell’ottobre dell’anno scorso,  a 14 anni e 8 mesi nel cosiddetto processo Sansone perché ritenuto reggente della cosca Buda-Imerti Condello di Villa San Giovanni. Passalacqua, invece, è un imprenditore condannato per mafia in via definitiva nel processo Meta.

I tentacoli della ‘ndrangheta sui servizi nelle navi

Dalle indagini sarebbero affiorati anche i rapporti tra Caronte&Tourist e l’imprenditore Passalacqua già condannato in via definitiva per associazione mafiosa nel processo Meta. Entrambi dipendenti della società, Passalacqua e Buda avrebbero operato sia direttamente che tramite prestanomi, come portatori di interessi della ‘ndrangheta, agevolati dalla società. Attraverso imprese a loro riconducibili, infatti, la cosca avrebbe allungato i propri tentacoli gestendo servizi all’interno delle navi che fanno la spola 24 ore su 24 tra le coste siciliana e calabrese. I due, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero potuto gestire, ricavandone ingenti profitti, i servizi di bar-ristorazione e quelli di pulizia e disinfestazione a bordo ed i servizi di prenotazione per gli autotrasportatori che si imbarcano sui traghetti del Gruppo C&T.

Le cosche decidevano anche l’assunzione di personale

Dalle maglie delle cosche sarebbe passata anche l’assunzione di personale al quale poi veniva garantita la retribuzione anche durante l’eventuale latitanza o detenzione in carcere. A Buda, invece, sarebbe stata garantita una rapida e brillante carriera affidandogli il ruolo di promuovere e gestire le nuove assunzioni e la delega per la risoluzione delle controversie tra dipendenti o con i fornitori e con la concessione di “biglietti omaggio” da gestire per alimentare la percezione sociale del suo ruolo dominante nella Spa. “Non si parla di controllo dell’azienda – ha tenuto a chiarire il procuratore Bombardieri – perché ove ci fosse stato un controllo, ben altre sarebbero state le misure da adottare. Qui non stiamo parlando di un sequestro finalizzato alla confisca ma – ha aggiunto – di un’amministrazione giudiziaria svolta nell’interesse della stessa società per consentire di bonificare quelle situazioni che si sono verificate”.

Mezzo miliardo di valore e attiva da 50 anni

La compagnia di navigazione privata, finita nell’inchiesta, è valutata oltre 500 milioni di euro e ha un capitale sociale di 2.374.310 euro. Attiva da più di 50 anni, vanta numerose partecipazioni in altre società, insieme alle quali svolge servizi di navigazione anche in altre tratte tra Sicilia e altre destinazioni. “Riteniamo di dover rassicurare clienti, dipendenti, fornitori e tutti gli altri stakeholders – ha dichiarato il Cavaliere del Lavoro Olga Mondello Franza, presidente del Gruppo C&T – riguardo al provvedimento emesso oggi dal Tribunale di Reggio Calabria, che ha disposto l’amministrazione giudiziaria per la Caronte & Tourist S.p.a. Si tratta, come si legge nel provvedimento stesso, di uno strumento innovativo previsto dalla legge che prevede un ‘controllo giudiziario’ sull’attività dell’impresa, che continua senza alcuna limitazione oggettiva o soggettiva e senza alcuna modifica dei vertici”. Il Gruppo è storicamente controllato dalle famiglie Franza di Messina e Matacena di Reggio Calabria che un paio di anni fa hanno aperto al fondo inglese Basalt che ne ha rilevato il 30% delle quote. Amedeo Matacena, armatore ed ex parlamentare di Forza Italia è oggi latitante a Dubai.

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