CATANZARO – Il 30 giugno: è questa la data che sancirà la finisce del contratto e 800 lavoratori calabresi dell’Abramo Customer Care resteranno senza lavoro. La fine della commessa di Tim aprirà la porta all’amministrazione controllata dell’azienda (l’8 agosto prossimo giungerà a conclusione il periodo di amministrazione controllata) che da più di due anni è gestita da tre commissari e che come detto impiega 800 lavoratori Calabresi tra le province di Crotone (quasi 600), Catanzaro e Montalto Uffugo.
Poche gli spiragli per sperare di salvare 800 famiglie che rischiano di resteranno senza reddito. I sindacati mercoledì in Cittadella incontreranno con il presidente Roberto Occhiuto, dopo aver definito e bollate come “fumose e parziali” le soluzioni proposte giovedì scorso dal Ministero per le Imprese e il Made in Italy. Presenti Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni, la procedura di esame congiunto per il trasferimento del complesso aziendale di Abramo CC. La proposta di acquisto avanzata dalla newco partecipata per il 30% della Enosi Holding s.r.l. e dalla Steel Telecom s.r.l. al 70%, fa sorgere dubbi e perplessità per una soluzione che potrà avvenire “attraverso la riduzione di diritti e salari e non troveranno certamente il favore del sindacato”.
Poco più di 250 lavoratori (90 operatori di call center, 14 team leader e 125 collaboratori) che potrebbero trovare una nuova collocazione, ma con condizioni definite al ribasso. In precedenza, tavoli di discussione tra il ministero e la Regione avevano suggerito una possibile soluzione: avviare un processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione che avrebbe permesso l’internalizzazione di questi lavoratori. Tuttavia, questa promessa sembra essere svanita nel nulla e bollata come trovata preelettorale. L’ultima speranza è l’incontro con Occhiuto che dice di star lavorando sulla situazione. Resta poco tempo prima che si verifichi l’ennesimo dramma del lavoro in Calabria.