Accusato di far parte di un gruppo neonazista, trasferito in un carcere di massima sicurezza in Calabria
La legale della famiglia del ragazzo, Isabella Giampaoli «ci chiediamo tutti il perché sia stato trasferito in Calabria». Durante la pandemia inscenò una clamorosa protesta a scuola che finì con un Tso
REGGIO CALABRIA – Il 22enne di Fano, Valerio Tellenio, accusato di far parte dell’organizzazione neonazista Nuova Alba, è stato trasferito dalla casa circondariale di Villa Fastiggi (Pesaro) in un carcere di massima sicurezza a Reggio Calabria. Il trasferimento è avvenuto nella notte di venerdì scorso “lo abbiamo saputo la mattina del sabato quando, assieme ai familiari, ci siamo recati a Villa Fastiggi e ci hanno comunicato che era già stato trasferito, senza avvisarci di nulla” racconta la legale della famiglia del ragazzo, Isabella Giampaoli.
“Contavamo nella scarcerazione immediata per elementi piuttosto evidenti – dice l’avvocato riferendosi a “una totale mancanza di responsabilità, una totale estraneità dei fatti e una totale incompatibilità con il sistema e la detenzione carceraria – aggiunge – ma hanno rigettato la richiesta. Abbiamo prontamente impugnato al tribunale di Bologna, oltre all’ordinanza cautelare dell’inizio, anche questo rigetto”.
Sulla località scelta per il trasferimento l’avvocato ha detto che “ci stiamo chiedendo tutti il perché sia stato trasferito in Calabria” aggiungendo che “un trattamento del genere in 30 anni di professione l’ho visto veramente poche volte e in casi di persone veramente pericolose”.
La vicenda
Risale al 4 dicembre scorso quando il giovane, venne arrestato insieme ad altre 11 persone in tutta Italia con l’accusa è di far parte di un’associazione suprematista e sovversiva. Durante la pandemia inoltre, inscenò una clamorosa protesta a scuola che finì con un Tso. L’indagine a dicembre, coordinata dalle Procure della Repubblica di Bologna e Napoli, è scattata nei confronti di appartenenti ad una associazione suprematista e accelerazionista, attiva anche su Telegram dal nome “Werwolf division” (delle divisioni naziste che compivano atti di sabotaggio e guerriglia contro gli Alleati), poi rinominata “Divisione Nuova Alba”.
Secondo gli investigatori i membri dell’associazione non solo negavano la Shoah e promuovevano il suprematismo, ma volevano “sovvertire l’ordinamento per istaurare uno Stato etico e autoritario” incentrato sulla “razza ariana” anche con il progetto di “azioni violente nei confronti di alte cariche delle Istituzioni”. Nel mirino, ad esempio, c’era la premier Giorgia Meloni, al centro di un vero e proprio attentato progettato nelle chat. Inoltre avevano contatti con “l’Ordine di Hagal”, associazione neonazista attiva sul territorio nazionale e disarticolata a fine 2022 dalla Digos partenopea.