“Acque senza Veleni”: in Calabria l’acqua potabile è contaminata? Inquinanti esterni nell’80% dei casi
Il report pubblicato da Greenpeace per verificare la contaminazione da PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) dell’acqua potabile in tutte le regioni d’Italia. In Calabria nessuna traccia di inquinanti solo a Cosenza
COSENZA – L’acqua potabile che beviamo o che preleviamo dalle fontane pubbliche è contaminata da Pfas? Ovvero i cosiddetti agenti inquinanti? Ci ha pensato Greenpeace a realizzare un report dettagliato raccogliendo, tra settembre e ottobre scorso, 260 campioni di acqua potabile in 235 comuni italiani, di tutte le regioni, per misurare la presenza della sostanza sostanze poli- e per-fluoroalchiliche in relazione al parametro “Somma di Pfas” che prevede un valore limite relativamente alla presenza complessiva di 24 PFAS pari a 100 nanogrammi per litro e che a partire dal prossimo anno diventerà un nuovo limite di legge ed è riferito alla somma di 14 molecole.
Il report denominato ”Acque senza Veleni” ha avuto luogo tra settembre e ottobre 2024 ed ha verificato la contaminazione da PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) dell’acqua potabile in tutte le regioni d’Italia. Nato per rispondere alla crescente preoccupazione della popolazione e per sopperire alla mancanza di dati pubblici a riguardo. I PFAS, noti anche come “inquinanti eterni”, sono sostanze chimiche usate in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo, che si accumulano nell’ambiente e che sono da tempo associate a gravi rischi per la salute. I dati che emergono sono preoccupati visto che nel 79% dei campioni analizzati nel corso è stata riscontrata la presenza di PFAS. Per quanto riguarda la Calabria la percentuale sale all’80% ma con alcuni distinguo.
Acqua potabile contaminata: le molecole più diffuse trovate
Le molecole più diffuse sono risultate, nell’ordine, il cancerogeno PFOA (nel 47% dei campioni), seguito dal composto a catena ultracorta TFA (in 104 campioni, il 40% del totale, presente in maggiori quantità in tutti quei campioni in cui è stato rilevato) e dal possibile cancerogeno PFOS (in 58 campioni, il 22% del totale). Ben prima di enti pubblici e agenzie governative, Greepeace ha realizzato la prima mappa nazionale della contaminazione da PFAS nelle acque potabili italiane, misurando la presenza di queste molecole nelle reti acquedottistiche di tutte le Regioni italiane, monitorando 58 sostanze, ovvero più del doppio delle 24 molecole che la nuova direttiva europea impone di quantificare.
Pfas nell’acqua potabile: i dati dei punti di prelievo in Calabria
I punti di prelievo nella nostra regione sono stati in totale 12 e tutti abbondantemente sotto la soglia limite dei 100 ng/l: nessuna presenza di Pfas solo a Cosenza. Piccolissime tracce di molecole, ma pari quasi allo zero, a Catanzaro Palmi e in un punto di Reggio Calabria mentre in tutti gli altri punti di prelievo sono state trovate concentrazioni, anche se in nessuno caso è stato superato il livello minimo previsto che è di 100 nanogrammi litro. Nei campioni registrati a Trebisacce rilevata una concentrazione di Acido Perfluoro-ottanoico (PFOA) di 2,2 nanogrammi litro, a Crotone concentrazione di PFOA di 1,5 nanogrammi litro mentre a Isola Capo Rizzuto concertazione di Pfas complessiva di 9,3 ng/l: trovate concentrazioni di Acido Perfluoro-ottanoico (1.6 ng/l), Acido Perfluorobutanoico (4.0), Acido Perfluoro n-esanoico (1.2) e Acido Perfluoroottansolfonico (1.1).
A Lamezia Terme la concentrazione di Pfas sale a 12 nanogrammi litro con 6.4 ng/l di Acido Perfluoro-ottanoico (PFOA) e 5.6 ng/l di 1H, 2H, 2H-perfluoro-1-octanesulfonate (FTS) mentre a Vibo Valentia il valore è di 8.2 ng/l (Acido Perfluorobutanoico) e a Nicotera 8.5 ng/l (Acido Perfluoro-ottanoico e Acido perfluoroorransolfonico). Infine i dati nel reggino. Nei due i punti di prelievo a Reggio Calabria, in uno sono state rilevate tracce ma in quantità infinitesimali mentre in un secondo punto di prelievo rilevati Pfas con concentrazione di 11.4 ng/l (Acido Perfluoro-ottanoico e Acido perfluorobutanoico). A Siderno tracce di Acido Puerfluorootansolfonico pari a 1.8 nanogrammi litro e infine ad Africo 1.2 nanogrammi litro di di 1H, 2H, 2H-perfluoro-1-octanesulfonate (FTS).
La prima mappa nazionale indipendente
Analizzato la presenza di molecole ultracorte (ad esempio Acido Trifluoroacetico, TFA, e Acido Acido perfluoropropionico, PFPrA) su cui, nonostante le preoccupazioni della comunità scientifica internazionale e dei legislatori comunitari per i loro effetti sulla salute umana, non esistono dati pubblici anche laddove si effettuano i controlli sui PFAS. Per realizzare la prima mappa nazionale indipendente della contaminazione da composti poli- e per-fluoroalchiliche (PFAS) nell’acqua potabile, sono stati raccolti 260 campioni in 235 comuni appartenenti a tutte le Regioni e Province autonome italiane.
I campioni sono stati trasportati presso un laboratorio indipendente e accreditato per la quantificazione di 58 molecole appartenenti all’ampio gruppo dei PFAS. Per ogni provincia, i campionamenti hanno interessato tutti i comuni capoluogo e almeno un altro comune. In alcune grandi città sono stati eseguiti due campionamenti (Ancona, Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, L’Aquila, Milano, Napoli, Palermo, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste, Venezia). L’obiettivo della nostra indagine è fare luce su una delle forme di inquinamento più pericolose che abbia mai colpito il nostro Paese e spingere le istituzioni a mettere in atto misure concrete per proteggere la popolazione contro i PFAS.