Cacciatore riottiene il porto d’armi ad uso sportivo, la decisione del Consiglio di Stato
La sentenza per il cacciatore: definitivamente annullato il diniego di porto d’armi e confermata la decisione del TAR Calabria
CATANZARO – Il Consiglio di Stato, Sez. III, con sentenza n. 9515/2024 emessa ieri, 27 novembre (Pres. Raffaele Greco; Est. Ezio Fedullo), in accoglimento delle tesi difensive degli avvocati Achille ed Enrico Morcavallo, nell’interesse di un cacciatore calabrese, ha definitivamente annullato il diniego di porto d’armi, così confermando, in tal senso, la decisione del TAR Calabria.
I fatti
A seguito di un controllo delle forze di polizia, il cacciatore era stato trovato in compagnia di un soggetto con a carico segnalazioni per furto aggravato. Lo stesso cacciatore convive con un soggetto condannato per detenzione di armi e minacce nel 1980. Per tali motivi l’amministrazione aveva emesso diniego di porto d’armi. Avverso a tale provvedimento l’interessato ha proposto ricorso al TAR Calabria, che lo ha accolto evidenziando il difetto di motivazione e di istruttoria riguardo al provvedimento di diniego.
Nelle more l’interessato ha ottenuto il regolare porto d’armi. L’amministrazione centrale però, ha proposto appello al Consiglio di Stato. Con la sentenza il Consiglio di Stato definitivamente ha respinto l’appello, confermando la validità della sentenza di primo grado ed il vizio di difetto di motivazione ed istruttoria, non ritenendo bastevoli a giustificare il provvedimento negativo gli episodi contestati, in quanto il giudizio di affidabilità del soggetto per il rilascio dell’autorizzazione di polizia deve essere personale. Di particolare interesse la sentenza per gli effetti e per il principio affermato, applicabile a tutti i procedimenti di porto d’armi.