Caos nel carcere minorile: poliziotto ferito in una maxi rissa tra detenuti calabresi e campani

Ad Airola, nel Beneventano, due fazioni contrapposte - una calabrese e l'altra napoletana - si sono scontrate in una violenta rissa tra tavoli ribaltati e sedie che volavano

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BENEVENTO – Grave episodio di violenza nel carcere minorile di Airola, nel Beneventano, dove due gruppi di detenuti, uno di origine calabrese E e l’altro campano, si sono scontrati creando il caos all’interno dell’istituto. Una decina i detenuti coinvolti, mentre un poliziotto è rimasto ferito ad un ginocchio nelle azioni di contenimento degli esagitati.

“Le sedie che volavano si equivalevano al numero dei partecipanti, tavoli ribaltati, porte danneggiate, ed un appartenente alla polizia penitenziaria che per sedare la rissa ha riportato dei traumi guaribili in sette giorni seppur non dovuti ad aggressione diretto ma all’azione di contenimento. Tutto questo avveniva mentre i detenuti si trovavano lei locali della mensa per la consumazione del pasto”, spiega Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale campano per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Tutto è partito da un detenuto che, con una sedia ne ha aggredito un altro, scatenando così la maxirissa dove sono poi intervenuti altri detenuti schierandosi in diverse fazioni. Non sono noti i motivi dell’accaduto ma pare che le fazioni contrapposte contassero nelle loro fila alcuni detenuti calabresi contro altri napoletani. Il personale di Polizia Penitenziaria presente sul posto ha cercato immediatamente di contenere i rissosi, riuscendo a placare il tutto evitando risvolti peggiori”.

Il sindacalista denuncia che “il clima di tensione all’interno dell’Istituto caudino è ormai consolidato e la Direzione pare aver perso il controllo sulla gestione dei detenuti, accondiscendendo e accontentandoli ad ogni richiesta. Spesso scintille tra detenuti vengono spente dagli uomini della polizia penitenziaria prima che possano portare ad eventi di questo tipo, ma è grave che il poliziotto che è stato colpito involontariamente durante la rissa, pur avendo riportato un forte trauma al ginocchio che gli impediva di deambulare correttamente, non sia stato accompagnato in ospedale ma vi è dovuto andare, con molte difficoltà, con il proprio mezzo ed in completa autonomia presso il più vicino nosocomio, a Sant’Agata De Goti,  configurandosi così, una grave omissione da parte del datore di lavoro che ha sottoposto ad ulteriori rischi il malcapitato. Il SAPPE segnalerà questa grave mancanza agli uffici della Procura di Benevento per i rilievi del caso”.

L’esponente del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria chiede infine “alla Direzione una presa di coscienza e un cambio repentino di gestione volto ad una organizzazione meno pericolosa e più efficace in grado di garantire uno standard di sicurezza adeguato ad una struttura penitenziaria, priva di scelte approssimative che diano il senso delle regole alla popolazione detenuta. Infine, si fa presente che nonostante fossero iniziati i lavori di ristrutturazione, dove gli spazi sono sempre più ristretti e meno sicuri , continuano ad arrivare detenuti , al contrario di quanto previsto da tempo dai vertici del DGCM , dove annunciarono un notevole taglio della popolazione detenuta in concomitanza dell’inizio dei lavori , cosa mai avvenuta , anzi sta accadendo l’esatto contrario”.

“Il settore minorile in carcere deve essere rimodulato”

Donato Capece

, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, esprime vicinanza ai poliziotti di Airola e torna a sollecitare interventi normativi per meglio regolamentare l’ordinamento penitenziario: “anche il settore della giustizia minorile può e deve essere rimodulato, a cominciare dalla eliminazione della previsione che i giovani adulti fino al compimento del 25° anno di età possano permanere negli IPM, condizione questa che è una delle ragioni principali dell’attuale ingovernabilità delle carceri minorili”. Pungente la conclusione di Capece: “Al collega ferito va la nostra vicinanza e solidarietà. Adesso vediamo se c’è ancora qualcuno che ci racconta la favoletta che nelle carceri minorili sono detenuti solo ‘bravi ragazzi che sono solo sfortunati’ e non invece anche delinquenti conclamati e criminali in erba, che non hanno alcun rispetto delle leggi dello Stato”.

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