Disposta l’autopsia per il 21enne ucciso. Il delitto forse legato ad una faida per il taglio dei boschi
Con quello di Cirillo sono tre i delitti compiuti negli ultimi due anni - oltre ad un tentato omicidio - nel piccolo centro reggino. Le vittime sono tutti giovani
SAN PIETRO DI CARIDÀ (RC) – E’ stato ucciso in un agguato Stefano Cirillo, il 21enne ritrovato senza vita a San Pietro di Caridà, centro del Reggino al confine con la Provincia di Vibo Valentia. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri che indagano sul delitto, il giovane stava rientrando a casa a piedi in contrada Corruttò, nella frazione Monsoreto, quando qualcuno gli ha sparato contro alcuni colpi di pistola, uno dei quali lo ha raggiunto alla testa uccidendolo sul colpo. Disposta l’autopsia, che sarà effettuata nei prossimi giorni nell’ospedale di Locri, e che servirà a stabilire se Cirillo – noto alle forze dell’ordine per resistenza a pubblico ufficiale – sia stato raggiunto anche in altre parti del corpo. I carabinieri non escludono alcuna ipotesi e una delle piste sulla quale starebbero lavorando è che nella zona sia in atto una faida per il taglio dei boschi.
Tre fatti di sangue in due anni nella stessa zona
Con quello di Cirillo, infatti, sono tre i delitti compiuti negli ultimi due anni – oltre ad un tentato omicidio – nel piccolo paese dell’entroterra reggino o nelle immediate vicinanze e che hanno visto come vittime tutti giovani.
L’8 aprile scorso era stato assassinato un operaio 24enne, Domenico Oppedisano, ucciso a colpi di pistola in località Prateria mentre stava lavorando. Il 10 settembre 2022 a cadere sotto i colpi di sicari era stato Alessandro Morfei, di 30 anni, ucciso a colpi di lupara mentre lavorava la terra su un trattore nelle campagne di Dinami, comune del Vibonese situato a pochi chilometri da San Pietro di Caridà. Il padre di Alessandro, Pietro Morfei, ritenuto legato all’omonima famiglia di ‘ndrangheta della zona, era stato ucciso davanti ad un bar a Dinami il 17 luglio del 1998. Infine lo scorso 6 agosto, sempre a San Pietro di Caridà dove un altro giovane, Pietro Morfei, di 20 anni, era stato ferito al collo da un colpo di fucile caricato a pallini mentre era in auto con la fidanzata che aveva riportato solo lievi escoriazioni. Gli investigatori stanno lavorando anche per accertare se i quattro episodi possano essere collegati e se dietro ai delitti, vi sia un’unica matrice che potrebbe portare a contrasti nella gestione dei boschi della zona.