Fortugno, assassinato nel seggio da un killer. Il ricordo del presidente del Consiglio regionale

Francesco Fortugno venne assassinato all'interno di un seggio mentre svolgeva l'incarico di vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria il 16 ottobre 2001

REGGIO CALABRIA – Francesco Fortugno venne assassinato mentre svolgeva l’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. Era il 16 ottobre 2005 a Locri quando, nel giorno delle primarie dell’Unione, venne ucciso all’interno del seggio da un killer a volto coperto, con 5 colpi di pistola. Ai funerali prese parte anche il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Negli stessi giorni migliaia di studenti scendono in piazza a manifestare contro l’uccisione del politico e contro la ‘Ndrangheta. Nasce “Ammazzateci tutti”.

Gli subentra in Consiglio regionale Domenico Crea, un politico che, secondo l’accusa, era al servizio delle famiglie della ‘Ndrangheta. Crea viene arrestato nel 2008 su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia nell’ambito di un’inchiesta sulla sanità.

Omicidio Fortugno, il ricordo del Consiglio regionale 

“In occasione del diciannovesimo anniversario dell’assassinio di Franco Fortugno, la Calabria e il Consiglio regionale si uniscono nel ricordare un uomo che ha dato la vita per la giustizia e la democrazia”. Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, ricordando il vicepresidente dell’Assemblea, ucciso a Locri dalla ‘ndrangheta, nel giorno delle Primarie dell’Unione, il 16 ottobre del 2005.

“Franco Fortugno – aggiunge Mancuso – non è solo un simbolo di coraggio e di impegno civile, ma rappresenta un esempio vivente di come si possa servire le istituzioni con onestà e dedizione. La sua morte è stata un attacco feroce non solo alla sua persona, ma alle fondamenta stesse della democrazia calabrese. Tuttavia, l’eredità di Franco Fortugno ci sprona a proseguire con determinazione nella lotta contro la ‘ndrangheta, un male che continua a infettare la nostra terra. Per sconfiggerla dobbiamo sostenere l’azione di magistratura e forze dell’ordine, ma soprattutto dobbiamo alimentare una reazione collettiva e coraggiosa di tutte le componenti della nostra società. Il messaggio di Fortugno è chiaro: la legalità non è un ideale astratto, ma un dovere quotidiano che riguarda ciascuno di noi”. “È nostro compito – dice ancora il Presidente del Consiglio regionale – fare sì che il suo sacrificio non sia vano, diffondendo tra le nuove generazioni la consapevolezza che la lotta alla criminalità è la chiave per costruire un futuro migliore. Alla moglie, Maria Grazia Laganà, ed ai figli rivolgo, a nome dell’Assemblea legislativa, un pensiero di profonda vicinanza e solidarietà. L’Aula, che porta il nome di Franco Fortugno, continuerà a rappresentare un faro di legalità e di giustizia per tutti noi”.

 

Occhiuto: “affermare le ragioni democratiche del vivere civile”

“Il barbaro assassinio di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale, è scolpito per sempre nella nostra memoria. A 19 anni di distanza da quel brutale omicidio, che rappresentò anche una grave intimidazione nei confronti di tutti i calabresi, è dovere delle istituzioni e dei cittadini commemorare un uomo mite, onesto e appassionato, e, soprattutto rafforzare quotidianamente il valore della legalità nei nostri territori.
La politica e le istituzioni hanno il compito di non arretrare mai di fronte alla sopraffazione criminale e di affermare ogni giorno le ragioni democratiche del vivere civile”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

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